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Berlusconi Silvio, vent’anni di storia di un fuggiasco di successo

decadenza

 

 

di Mario Portanova | 

 

Vent’anni di politica, dalla discesa in campo, spinta dal timore delle manette e del fallimento economico, all’uscita di scena dopo una strenua lotta contro una condanna definitiva e una legge – la “Severino” – prima approvata e poi furiosamente rinnegata dai suoi parlamentari. Vent’anni di fuga, agevolata però dal consenso di milioni di italiani che gli hanno concesso sorprendenti resurrezioni dopo i tanti flop di governo, le inchieste giudiziarie, gli scandali, le gaffe, le cronache grottesche delle “cene eleganti”. 23 novembre 1993, la prima dichiarazione politica in sostegno del missino Gianfranco Fini candidato sindaco a Roma nel terremoto del dopo Tangentopoli; 27 novembre 2013, la decadenza da senatore votata a maggioranza dopo la condanna definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset. La cabala è mancata per poco. Ma è davvero la fine del ventennio berlusconiano?Lui esce dal parlamento, ma appare tutt’altro che intenzionato a uscire dalla politica. Come in certi film dell’orrore, nell’ultimo fotogramma il mostro abbattuto solleva la palpebra quanto basta per lasciare intuire un sequel.

IL TINTINNAR DI MANETTE E I DEBITI FININVEST. Silvio Berlusconi va ripetendo che la “persecuzione” dei giudici è iniziata dopo il suo ingresso in politica, data l’incapacità della “sinistra” di batterlo alle urne. A parte il fatto che i guai giudiziari gli sono arrivati da magistrati di tutte le correnti politiche, le cose non stanno così. Il tintinnar di manette era già nitido prima della discesa in campo. Nel 1993 Paolo Berlusconi era indagato per corruzione in due diverse inchieste, sulla compravendita di immobili di enti pubblici a Roma e per la discarica di Cerro Maggiore. Bettino Craxi, amico di una vita e politico di riferimento, era già stato raggiunto da undici avvisi di garanzia. Così come era finito in carcere Giovanni Marone, ex segretario del ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, che ai magistrati aveva raccontato di una somma di 300 milioni di lire pagata al Pli da Aldo Brancher, dirigente della Fininvest Comunicazioni. Ce n’era abbastanza per preoccuparsi, e infatti il timore di quello che avrebbero potuto fare i giudici emerge nelle riunioni sul progetto Forza Italia, con lo stesso Craxi che esorta Berlusconi a scendere in politica usando l’arma delle televisioni. E poi nel 1993 pochi sanno chi sono davvero Cesare Previti e Marcello Dell’Utri (non a caso due grandi supporter della discesa in campo), ma Berlusconi sì, dato che sono i suoi più stretti collaboratori e consiglieri. 

In quegli anni Berlusconi-imprenditore ha un’altra grande preoccupazione: i debiti della Fininvest. Dai verbali dei Comitati corporate del gruppo, sequestrati dalla magistratura e pubblicati dall’Espresso, emerge che il 22 gennaio 1993 il direttore finanziario Ubaldo Livolsi fornisce dati allarmanti sull’esposizione con le banche e non solo: i debiti complessivi ammontano a oltre quattromila miliardi di lire. “U. Livolsi segnala che il sistema bancario italiano non è disposto ad aumentare ulteriormente l’affidamento nei nostri confronti”, annota l’assistente di Berlusconi Guido Possa (poi parlamentare di Forza Italia, come tanti manager delle aziende berlusconiane). A questo punto Berlusconi s’illumina: “A suo avviso”, scrive ancora Possa, “l’attuale situazione è favorevole come non mai per chi, provenendo da successi imprenditoriali, voglia dedicare i propri talenti al governo della cosa pubblica (…). Non nasconde che gli viene una gran voglia di mettersi alla testa di un partito”. 

1994, IL PRIMO TRIONFO E IL PRIMO TONFO. Quale che sia il vero motivo della nascita di Forza Italia, che va a coprire il vuoto lasciato da Dc e Psi spazzati via dall’inchiesta Mani pulite, l’operazione è un successo. La neonata creatura di Silvio Berlusconi prende oltre 8 milioni di voti, pari al 21%, e lancia al governo il Polo della libertà, travolgendo la “gioiosa macchina da guerra” diAchille Occhetto, leader del Pds. Ma la promessa di una “rivoluzione liberale” ha vita breve, solo sette mesi. Pochi giorni prima di Natale, il leader della Lega Umberto Bossi toglie la fiducia all’alleato, e il Polo si sfalda in reciproche e sanguinose accuse. Intanto arriva il temuto colpo della magistratura: il celebre invito a comparire in Procura a Milano consegnato al presidente del Consiglio il 22 novembre, mentre è impegnato a Napoli a presiedere un vertice sulla criminalità. Berlusconi sperimenta le alchimie della politica romana, finisce all’opposizione del governo Dini, e nel 1996 è sconfitto dall’Ulivo guidato da Romano Prodi.

2001, PRIMA RESURREZIONE (RINGRAZIANDO LA SINISTRA). Poteva finire lì: invece del ventennio, un dimenticabile biennio. A sinistra, con supponenza, molti lo pensavano. E intanto preparavano la strada per la prima resurrezione del nemico. La legge sul conflitto d’interessi finì nel dimenticatoio (Francesco Rutelli ammise pubblicamente il grave errore nella campagna elettorale del 2001). La Commissione Bicamerale sulle riforme istituzionali (che non si faranno) rimette in gioco il Cavaliere (che ne approfitta per porre l’unica questione che gli sta davvero a cuore, la giustizia). Sulle leggi che colpiscono inchieste e processi di Tangentopoli si registrano inquietanti convergenze tra i due “poli” che apparentemente si combattono a colpi di quotidiani insulti. Nel giro di cinque anni, il centrosinistra riesce a bruciare il cavallo vincente Romano Prodi e  Ben due governi guidati da Massimo D’Alema (già presidente della citata bicamerale), per finire la legislatura con l’ex Psi Giuliano Amato. La resurrezione è compiuta. Berlusconi riallaccia senza patemi l’alleanza con l’ex “traditore” Bossi, infarcisce la campagna elettorale di colpi di teatro – dai manifesti sei metri tre con slogan tipo “meno tasse per tutti” al “contratto con gli italiani” firmato in diretta tv davanti a un ossequioso Bruno Vespa – e batte agevolmente il centrosinistra guidato dall’ex sindaco di Roma Rutelli. La sola Forza Italia sfiora gli 11 milioni di voti e il 30% nel proporzionale. Nei collegi della Camera in Sicilia, la Casa delle libertà batte l’Ulivo 61 a zero. 

2001-2006, IL BERLUSCONISMO. QUELLO VERO. E’ nella legislatura 2001-2006 che Berlusconi e il berlusconismo mostrano il loro vero volto. Quando torna a palazzo Chigi, il Cavaliere di Arcore ha già collezionato una sfilza di inchieste e processi in corso: falso in bilancio (casi Lentini e Medusa Cinema), corruzione (tangenti Fininvest alla guardia di Finanza), corruzione giudiziaria (Lodo Mondadori e Sme), finanziamento illecito (al Psi di Craxi, indagine All Iberian)… Previti e Dell’Utri sono già coinvolti in fatti gravissimi, il primo sotto processo per corruzione in atti giudiziari (in favore dello stesso Berlusconi), il secondo indagato per concorso esterno in associazione mafiosa(come uomo cerniera tra Berlusconi e Cosa nostra). E’ la stagione delle leggi ad personam (tra le prime approvate dal centrodestra, proprio l’ammorbidimento del falso in bilancio), degli estenuanti dibattiti parlamentari su minuzie del codice di procedure penale che però interessano i processi del capo, dello scontro continuo con la magistratura. Fuori dal Palazzo prendono corpo rivoluzioni epocali: l’11 settembre, il boom economico cinese, la nuova frontiera di internet. Dentro il Palazzo ci si scanna sul legittimo impedimento, sul funzionamento delle rogatorie, sulla prescrizione…

E nel Palazzo chi si indigna trova scarso ascolto. I leader del centrosinistra spiegano che di processi e sentenze non bisogna nemmeno parlare, sono cose da “giustizialisti” o “girotondini”, perché Berlusconi va “sconfitto politicamente. Non ci riusciranno. E intanto il fuggiasco di successo colleziona assoluzioni, prescrizioni, attenuanti, spesso determinate da quelle leggi contestate. Mentre a sinistra si fa mostra di bon ton, la Casa delle libertà assume il controllo ferreo di gran parte della Rai, che si aggiunge ai tre canali Mediaset che certo dispiaceri a Berlusconi non ne danno, men che meno nei tg e negli spazi d’informazione. Anzi, per lo più mostrano un’adesione di tipo sovietico ai voleri del capo.   

2008, SECONDA RESURREZIONE (CON PRESUNTA COMPRAVENDITA) Berlusconi esce a pezzi anche da questa esperienza di governo. Dell’esecutivo Fi-Lega-An-Udc può vantare la durata record, ma non i successi. L’alleanza si sfalda, i sondaggi vanno a picco ed evidenziano un’ampia frangia di delusi intenzionati a non votarlo più (è per limitare i danni che nel 2005 il centrodestra vara il famigerato Porcellum). Ecco, è fatta. Al centrosinistra non resta che raccogliere i cocci e buttarli via. Il candidato è ancora Prodi, che lo ha già battuto. Invece no. Il Cavaliere non farà miracoli al governo, ma se c’è una cosa che sa fare è la campagna elettorale. Martella l’etere da Isoradio a Bonolis, definisce coglioni” gli elettori avversi, annuncia “sondaggi americani” che lo danno appaiato a Prodi. Rimonta, e molto. Finisce quasi in pareggio. Prodi è un’anatra zoppa. Durerà poco. Complice, sosterrà poi la procura di Napoli, la “compravendita di senatori” pianificata con l’”Operazione libertà”. Nel 2008 Prodi cade e si torna a votare. Berlusconi stravince con il neonato Pdl. E’ la seconda resurrezione, Berlusconi è di nuovo a palazzo Chigi. 

Ma il crepuscolo è cominciato. Solo che è un crepuscolo lungo, interminabile, come quello dell’estate nordica. Gli alleati storici lo abbandonano: Fini e Casini ormai lo trattano come i girotondini, gli rinfacciano i guai giudiziari, il conflitto d’interessi, l’uso politico delle tv… Nel 2009 scoppiano gli scandali a sfondo sessuale: le foto rubate con le ragazze sulle ginocchia, poi Noemi Letizia, la escort Patrizia D’Addario. E, l’anno dopo, i festini di Arcore e la minorenne Ruby. Altri scandali, altri processi. Lo molla, e con fragore pubblico, anche la moglie Veronica Lario. Lo molla anche il presidente della Repubblica Napolitano, che nel novembre 2011 di fatto le esautora perché l’Italia rischia di collassare sotto il peso della peggiore crisi economica del dopoguerra e il suo governo è paralizzato dallo scontro con la Lega. Seguono festeggiamenti di piazza con bottiglie di spumante.

2013, TERZA RESURREZIONE (AL CREPUSCOLO). A Palazzo Chigi arriva Mario Monti, inizia l’era delle grandi intese benedette da Napolitano, che dura ancora oggi. Larghe intese dalle quali Berlusconi entra ed esce a seconda degli umori e delle convenienze del momento: l’Imu, la decadenza, la giustizia (soprattutto). A volte sembra intenzionato a mollare, manda avanti Alfano, poi ci ripensa. A fine 2012 toglie la fiducia a Monti e l’Italia deve tornare al voto. Nei frequenti videomessaggi alla Nazione, l’incarnato di Berlusconi ricorda sempre più quello della salma di Mao conservata nel mausoleo di Pechino. La terza resurrezione, giocata come al solito sul martellamento televisivo e su mirabolanti promesse, gli riesce a metà. Il Pdl prende sette milioni di voti, 4 milioni in meno rispetto ai fasti della sola Forza Italia nel 2001. La coalizione di centrosinstra, guidata da Pierluigi Bersani, vince di un soffio un’altra partita che poteva andare molto meglio. Il fuggiasco continua a essere determinante e, mentre la crisi flagella imprese e lavoratori, a giocare la sua partita personale contro i giudici. 

DECADENZA, ULTIMO ATTO? L’ultimo atto ha del tragico, come si conviene. La condanna in primo grado a sette anni per prostituzione minorile e conncussione, nel processo Ruby. La condanna definitiva per frode fiscale a quattro anni (di cui tre indultati) nel processo Mediaset. Lo spettro degli arresti domiciliari, o dell’affidamento ai servizi sociali, “a pulire i cessi. O il carcere, una volta perdute le prerogative di parlamentare. E ancora, la rottura con Alfano, la frattura del Pdl, il ritorno al passato di Forza Italia, il patetico voltafaccia sulla fiducia al governo Letta. I nodi vengono al pettine. Dopo vent’anni, l’ultima fuga si infrange contro il muro della legge Severino, votata e rivendicata anche dal Pdl alla fine del 2012, per dare un segnale moralizzatore dopo lo scandalo Fiorito. La legge Severino dice una cosa semplice: chi è condannato in via defintiva per determinati reati decade dalla carica di parlamentare e non è candidabile per sei anni. Nessuno ci ha trovato nulla da ridire quando è stata approvata, né quando è stata applicata a una sfilza di politici locali condannati anche per reati minori. Appena è toccato a Berlusconi, è diventata improvvisamente “anticostituzionale”, “antieuropea”, “irretroattiva”. Ma questa volta la fuga non ha trovato sponde tra gli avversari. Dal 27 novembre 2013 Silvio Berlusconi è fuori da Parlamento e non potrà rientrarci per un bel pezzo. 

Però la fuga è durata vent’anni. Grazie ai suoi soldi, alle sue televisioni, ai suoi giornali, ai suoi giornalisti, ai suoi parlamentari. Senza i quali, dopo tanti fallimenti e tanti scandali, sarebbe stato lo stesso centrodestra a mandarlo a casa per sostituirlo con un leder più presentabile, e da un bel pezzo. Ma anche grazie a milioni di italiani che in quella fuga dalla legge, dalle regole, dal fisco si sono pienamente riconosciuti. 

Sorso – A QUANDO LA FRUIZIONE DEI GIARDINI DI VIA EUROPA ?

Il 30 settembre 2012 sul quotidiano “La Nuova” veniva annunciato l’avvio dei lavori per ricavare da un’area incolta della parte alta di via Europa, un vasto giardino, compreso di parco giochi e uno spazio per l’agility dog, come definito dallo stesso sindaco, mostrando così di conoscere i nuovi termini anglosassoni che la comunicazione moderna impone.Coi lavori affidati alla ditta Maurizio Puliga di Sant’Andrea Frius ed un preventivo di spesa di 120 mila euro, si prevedeva che in due mesi i lavori sarebbero stati portati a termine, anche perchè, come riportato dall’articolo di giornale di 14 mesi fa,

l’attuale amministrazione vuole mantenere alta l’attenzione verso i piccoli e verso le loro esigenze, credendo che il gioco sia un valore fondamentale nella formazione delle nuove generazioni”

CLEOPATRA & ……considerazioni in margine alle recenti inondazioni in Sardegna

di Piero Murineddu

18 novembre 2013. Alluvioni catastrofiche. Bombe d’acqua inaspettate. Evento fatale e millenario.Stravolgimenti climatici e future temperature roventi.
Tragiche fatalità. Rischi idrogeologici.Abusi e condoni. Morti e sfollati. Applausi ai funerali. Indagini della magistratura.Raccolta fondi e generosa mobilitazione. L’assessore organizza gli aiuti. Il Vecchioni si sente sardo. Lupi dopo Letta.“Ogni volta sfilano e si mettono al primo banco”. Tra 4 mesi tutto ok. “Vi prego, facciamo in modo che non si ripeta”. Moratoria per mutui e prestiti.Bocche di lupo chiuse con inferriate nel seminterrato invaso dalle acque. Moduli per risarcimento per sei mesi….

E ancora, giustamente, cronache particolareggiate dell’immane tragedia che ha colpito una terra gia tanto tribolata su troppi fronti.Un popolo intero solidarizza e vuole abbracciare i meno fortunati. Certo, c’è e ci sarà tanto da valutare e giudicare.Ma, consentitemi, qualcosa o più di una cosa c’è che stride.

In quei drammatici giorni, un politico a livello nazionale rileva la “gravità” dell’assenza delle Camere ai funerali del poliziotto morto in servizio. Eppure c’era la bara avvolta dal tricolore, c’era il capo della Polizia, c’era la presidente del Consiglio Regionale e lo stesso Cappellacci. Pur tuttavia, il politico dal cognome simile a quello del governatore, magari per fini strumentali, evidenzia che le Istituzioni non hanno degnamente onorato l’eroismo di un “servitore dello Stato”. Intanto,sul valore che si dà al termine “eroe”, sarebbe tutto da analizzare, anche considerando che il povero poliziotto, perito a causa dell’improvvisa voragine apertasi nel ponte, stava svolgendo una delle tante normalissime attività previste dal mestiere che aveva scelto, cioè accompagnare un’ambulanza con un ferito da incidente. E su questo la retorica delle cronache giornalistiche si è scatenata.

Ci sarebbe da riflettere sopratutto sulla dicitura “servitore dello Stato”.
Chiedo come mai solitamente è considerato tale chi indossa una qualsiasi divisa, possibilmente militare o delle forze dell’ordine, oppure ricopre un ruolo di rilievo nella società, vedi magistrati ed altri. Il pensiero va anche ai poveri militari periti in terra straniera non per azioni di guerra in senso stretto, ma per un semplice incidente stradale. Al loro rientro in patria sono accolti da eroi e con solenni funerali di Stato. Un poveretto che muore sul posto di lavoro, sottopagato e magari perchè non sono state osservate le norme di sicurezza, non è un servitore dello Stato? Una casalinga che dedica le sue fatiche quotidiane per la famiglia, non è una servitrice dello Stato? Un insegnante che muore d’infarto perchè stressato dalle dure ore di lavoro coi ragazzi, non è un sevitore dello stato? Un anziano metalmeccanico che muore di cancro dopo aver respirato per anni veleni, non è un servitore dello stato? Oppure un militare ammalatosi gravemente perchè nei campi d’addestramento che dovevavo ripulire dalle scorie micidiali dell’uranio impoverito non lo avevano messo in condizioni di operare in sicurezza. Questo giovane, magari morto, non è un servitore dello stato?

Potremmo continuare con gli esempi, naturalmente, e difficilmente arriveremmo alla loro conclusione. Me ne permetto comunque un ultimo. Isael, immigrato brasiliano da svariati anni in Gallura, perito con la sua famiglia imprigionata dalle acque del seminterrato della casa non sua che custodiva ad Arzachena, non era un servitore dello Stato? Eppure era un onesto e ben voluto cittadino, riferimento della comunità evangelica della zona, fattivo operatore di crescita umana e spirituale non solo per i suoi fratelli nella fede. La corona di fiori dell’amministarzione cittadina c’era sulle bare e il lutto cittadino è stato proclamato, certo. C’è stata anche un momento di preghiera comune da parte dei sacerdoti cattolici della zona, ritrovatisi presso la cappella del cimitero. Le salme rientreranno in Brasile a spese della collettività, certo. Però. Però!

Altre vicende recenti ci hanno mostrato e continuano a mostrarci che non tutti siamo uguali, davanti alla legge e purtroppo, rischiamo di non esserlo neanche davanti alla morte.

Onore a tutte le vittime di questa e di tutte le tragedie, vittime si di fenomeni naturali straordinari, ma sopratutto della colpevole imbecillità umana .

Fine,quindi. Ma veramente?

di Piero Murineddu

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Riusciranno le assatanate prefiche e i preficoni
dell’Amato ex Cav decaduto a trovare pace?

Riavranno serenità i loro occhi ancora iniettati di sangue
e pronti ad immolarsi per la Vittima Innocente?

Noialtri “forcaioli e giustizialisti”,intanto,
teniamoci a debita distanza dai colpi di coda
di un “caimano” che ha divorato i princìpi
cardini della nostra Democrazia
e della nostra civile convivenza.

Per sua natura, il Condannato per Giusta Sentenza
continuera’ a colpire e a fare danno,
seguito da tutto il suo decadente esercito,
ma almeno non lo potra’ fare
col suo flacido culo seduto negli scranni
di un luogo simbolo della democrazia,
che i troppi anni della presenza sua
e dei sui degni servitori
hanno avvilito e mortificato.

Armiamoci di pazienza e ricostruiamo
quello che è andato distrutto.
Tentiamoci almeno,
sopratutto per i nostri figli

ASINARA: Aperta&Cermellata?

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di Piero Murineddu

Apprendo con molta soddisfazione la notizia che parte degli ex operai messi alla porta con nessun riguardo man mano che l’industria petrolchimica di Porto Torres è andata dismettendosi, saranno impiegati per riattivare le aree agricole di Cala D’Oliva e di li, almeno si spera, tutta la magnifica e incontaminata isola dell’asinara.

Attraverso un periodico locale, leggo anche delle varie potenzialità e progetti descritti dalla signora ex sindaco delegata all’isola, componente di maggioranza della locale amministrazione delle larghe e indecise intese. Non voglio entrare nello specifico del destino dell’isola ex penitenziario. Forse in altra occasione.

Nella stessa intervista, si parla anche del successo ottenuto lo scorso settembre dalla manifestazione “AsinarAperta”, alla quale ho avuto l’avventura e, tutto sommato, il piacere di partecipare, almeno alla giornata conclusiva. Avevo letto delle polemiche riguardo ai finanziamenti per questa manifestazione organizzata all’ultimo momento, mentre per altre gia in programma, le risorse erano state minime. Ma non è di questo che vi voglio parlare, piuttosto di quella particolare domenica, senza che questo venga inteso come un giudizio all’insieme. Venitemi dietro, dunque, naturalmente se ne avete voglia.

A causa dell’incertezza meteo, la decisione di andarci è stata in forse fino all’ultimo. Alla fine, anche per non dare dispiacere ad altri della compagnia, ho vinto la pigrizia e la mattina mi sono imbarcato, non prima di aver fatto gioire le papille gustative con le buonissime paste della nota pasticceria vicino al porto ed un buon caffè, offerte dal generoso cognato – pittore che ho la fortuna di avere.

Il tragitto è stato allietato dall’animazione canora di due gentili signore, accompagnate da un gradevole fisarmonicista, che hanno avuto il grande potere di mettermi di buon umore gia di primo mattino, cosa per me rara, e di aiutare a superare la cupezza della giornata piovosa. Tutto prometteva bene,insomma.

Arrivati a Cala Reale, iniziano i problemi, e non da poco: trovare il modo per raggiungere il centro della manifestazione che si svolgeva a Cala D’Oliva. Tutti i partecipanti sapevano che il trasporto sarebbe stato gratuito,secondo accordi che l’organizzazione aveva preso con l’ATP. A quanto pare, ma ancora non se ne capisce il perchè, la sera prima gli autisti avevano ricevuto l’ordine di far pagare il biglietto. Era stato predisposto anche un altro bus privato gratuito, ma prima dei visitatori doveva occuparsi di trasportare gli artisti.

La pioggia, seppur non violenta, continuava a scendere. Intravista poco più lontano una signora che sembrava far parte dell’organizzazione, ci siamo avvicinati per chiedere spiegazioni. Quando l’agitata signora (lo si vedeva chiaramente) si accorge della mia mischineddha videocamera accesa, trova il modo di eludere le legittime domande poste garbatamente da un mio amico e mi si scaglia violentemente contro, chiedendomi chi ero, se ero autorizzato a fare le riprese e intimandomi di spegnere immediatamente l’apparecchio.

Francamente, la reazione inaspettata ed esagerata mi ha lasciato di stucco. Probabilmente la signora immaginava che, in modo prevenuto, volessi documentare qualche neo nella perfetta organizzazione predisposta, e questo non poteva permetterlo. Intanto, rassegnati, buona parte dei visitatori hanno dovuto munirsi del biglietto richiesto. Altri, abbiamo atteso il mezzo che ci avrebbe trasportati gratuitamente. Anche, se non sopratutto, per non essere presi per imbecilli.

Arrivati, causa specialmente il tempo incerto, non troviamo tutto il movimento che ci si aspettava. Pochi gli artisti, quasi inesistenti gli stands. Durante la Messa, preoccupazione principale del prete celebrante, appassionato di cavalli (specialmente se sono benedetti nelle spiagge! I locali mi capiranno) è auspicare il ritorno della vita comunitaria nell’isola e cantare le lodi di chi si era e si stava adoperando perchè ciò avvenisse.

Convinta della possibilità di acquistare il pasto in loco, la maggior parte dei visitatori non aveva provveduto a portarsi qualcosa da casa. L’unico stand presente preparava un solo piatto unico, probabilmente non a tutti gradito ed io ero tra questi. Il bar aveva fatto buona scorta di spianatine e salumi, per cui è stato quello il ripiego, seppur ben pagato.

L’organizzazione aveva predisposto un piccolo buffet, purtroppo non utilizzabile prima che i bravi musicisti terminassero il loro concerto all’interno della chiesa, iniziato poco dopo la fine della Messa e nell’occasione, particolarmente…lungo. Al termine “sospirato” ( non per la non gradevolezza della musica, bensì per la…fame!), il buffet doveva essere avviato dalle autorità presenti (e quando mai non devono essere loro in prima linea!). Il fatto è che queste “autorità”, per un qualche misterioso motivo, non si decidevano. Morale? Nel mio stomaco fino al rientro serale a casa, è rimasta solo una spianatina piegata che ricopriva due fette di prosciutto e una fetta sottilissima di pomodoto. Gradita come non mai, lo ammetto. Le due paste della mattina erano state digerite da un bel pezzo.

Nel mentre, edificati dalla partecipazione alla Messa e rimessi in forma dal ….succulento pasto, in mezzo alla gente che tentava di ripararsi dalla pioggia, ho intravisto la “signora” con la quale c’era stato lo scambio “elettrizzato” (da parte sua, intendo). Armatomi di coraggio, anche perchè sapevo che la sua partecipazione all’Eucaristia l’avrebbe dovuta rendere più “avvicinabile” e predisposta a sentimenti pacifici, mi son fatto avanti per tentare un chiarimento ed una riconciliazione. Non l’avessi mai fatto! Appena mi ha visto, l’agitazione ha preso il posto della sua apparente rilassatezza ed il suo sorriso di poco prima è immediatamente sparito, mostrando il suo reale animo: “mi lasci stare! Con lei non voglio avere niente a che fare!” Ohibò!!

Ho saputo dopo che era la principale organizzatrice della giornata, gia sindaco, anche se i suoi riferimenti politici erano diversi dagli attuali ( e che…non si può cambiare opinione, DioSanto!). Devo ammettere che la reazione non mi ha fatto piacere. Certo, per la verità un pò prevedibile, vista l’agitazione e l’ “ansia del successo” che l’aveva presa per tutta la giornata. Non mi aspettavo una simile accoglienza di un ospite da parte di chi vorrebbe fare dell’Asinara un ….quartiere di Porto Torres, e non solo per i residenti. Probabilmente mi aveva riconosciuto come uno “di fuori”, dunque non suo possibile elettore, per cui, chi glielo faceva fare di sforzarsi di essere, almeno apparentemente,…cordiale?

Che dire in conclusione? Nella mia memoria, il momento più degno di essere ricordato della giornata rischia di essere…la bontà di quelle paste del mattino, piccolo frammento delle quali era ancora rimasto nella cavità di un mio dente cariato, grazie a Dio!

Antonio Sanna, il “don” piacevolmente….. “logorroico”

antonio sanna

di Piero Murineddu

Seppur non settimanalmente – è da molto infatti che non sono più il regolare cattolico “praticante” solitamente apprezzato dal parroco tipico – sento ogni tanto il bisogno di rimotivare e nutrire la mia fede cristiana attraverso l’edificante e piacevole “logorrea” di don Antonio Sanna, parroco per tanti anni della chiesa “Cristo Risorto” di Porto Torres.

Oltrepassati da un bel po’ gli ottanta, si ostina a rimanere giovane di spirito, e questo ve lo posso garantire. Naturalmente anche lui riconosce di essere a volte un tantino lunghetto, ma naturalmente, noialtri che gli vogliamo bene e gli siamo grati, non solo per il suo genio musicale e la capacità di essere un eccellente portavoce della essenzialità del Messaggio Evangelico, lo perdoniamo e lo ascoltiamo molto volentieri.

Chi lo frequenta, conosce la sua avversione per tutto l’apparato esteriore che appesantisce una religiosità che magari piace a tanti cattolici che vivono una fede miracolistica e coi portafogli e comodini zeppi di santini, ma che non ha più il potere di appassionante attrazione, specialmente per le nuove generazioni e per coloro che hanno conosciuto il volto rivoluzionario, misericordioso e “compagno di viaggio” di Gesù Cristo.

Dopo aver bonariamente rimproverato l’assemblea perchè quasi certo che la maggior parte dei presenti non sapesse che oggi, con la Festa di Cristo Re, finiva anche l’Anno Liturgico, ha preso lo spunto per evidenziare la diffusa ignoranza tra i cattolici delle cose riguardanti la fede che professano. Come non dargli ragione? Esempi se ne potrebbero fare, ma è un dato di fatto così evidente che non è il caso. E l’ignoranza
con solo nell’aspetto “religioso” della vita, naturalmente.

Nello spazio dedicato all’omelia, anche se spesso non disdegna di commentare e di dare spiegazioni in qualsiasi momento della liturgia, tra le altre cose, ha ammesso il suo disagio ogni qualvolta si sente quasi costretto a leggere i passaggi dove si nomina l’ “onnipotenza” di Dio.

E’ fatto così don Antonio, gli piace assestare queste picconate improvvise alla placida e consolante fede degli astanti, anche se non manca di dare spiegazioni, il più delle volte convincenti.
In questo caso, per esempio, si è preoccupato di dire che il termine “onnipotente” non esiste nel Nuovo Testamento, dove frequentemente, Dio è considerato “Misericordioso”. Pensiamoci un po’. La concezione di un Dio onnipotente, ha portato e continua a portare molti “fedeli” (e anche non fedeli !), a rinfacciare a Dio il fatto che non è intervenuto per evitare quella catastrofe, non ha impedito quella grave malattia, ha permesso quel grave delitto e via discorrendo. In altre parole, gli si rinfaccia l’Assenza. Questa distorta visione di Dio, assolutamente non presentata da Colui che ce l’ha fatto conoscere (meglio, ha tentato di farcelo conoscere), ci ha portato a vivere una fede molte volte condizionata dal risentimento perchè Dio non interviene nelle nostre vicende umane. Lo stesso Gesù storico, aspettato e considerato quel Messia vendicativo che le avrebbe suonate agli oppressori del popolo ebraico, è stato abbandonato da tutti quando non ha risposto alle aspettative di un forte Condottiero verso la liberazione dai romani.

In definitiva, e ficchiamocelo in testa senza che questo ci scandalizzi, DIO NON PUO’ TUTTO! Gesù ce lo ha presentato come un compagno di viaggio, che incoraggia a darci da fare, che ci indica la strada, e per esperienza, sappiamo che la strada da percorrere per costruire il suo Regno gia su questa terra, che altro non vuol dire che realizzare la Giustizia, l’Uguaglianza, la Condivisione, la Pace……, è piena di difficoltà: Egli ci dà il sostegno per affrontare queste difficoltà, non per evitarle.

Gli spunti dati dal vecchio prete sarebbero troppi da elencare e sopratutto da analizzare. In una prossima occasione, ve ne proporrò qualcun’altro.

CIUSKY&MARTA un importante aiuto nell’età vulnerabile

cane
di Piero Murineddu

Qualche tempo fa, evidenziavo il disagio che qualsiasi adulto prova nel sentire il  normale e disinvolto frasario adolescenziale che la definizione “volgare” non riesce bene a rendere l’idea, specialmente quando si trovano in gruppo, esibendo la loro apparente sicurezza. Oggi, ricavato dalla mia immersione quotidiana in questa atmosfera giovanile, dovendomi servire del treno per fare ritorno a casa dopo il lavoro, sono felicissimo di presentarne un altro aspetto.

Chi si serve di questo mezzo di trasporto, sa gia che il più delle volte, specialmente negli orari di punta, si ritrova seduto a fianco e di fronte a delle persone più o meno sconosciute, per cui, si cerca qualsiasi tipo di occupazione, pur di non dover guardare in faccia il dirimpettaio. Tra l’altro, la brevità del tragitto non incoraggia a prendere l’iniziativa e buttarsi in una seppur improvvisata conversazione. Ed ecco il giornale, il libro, il guardare il panorama, sempre il solito….Per molti, il telefonino multifunzione aiuta a superare qualsiasi tipo d’imbarazzo. Quando non si ha voglia di fare altro, il chiudere gli occhi è una…scappatoia, ed è quello che che ho fatto oggi.

Questa volta, le orecchie non sono rimaste infastidite dal normale chiasso di parole sguaiate più o meno insignificanti. La mia attenzione è stata attratta dal racconto che una ragazza faceva alla propria amica riguardo alla perdita del proprio cane. Le parole dalle loro labbra uscivano delicate e senza alcuna fretta. Era forte l’attenzione l’una per l’altra ed il reciproco coinvolgimento emotivo. Indirettamente coinvolto anch’io, sono stato sfacciato, e aprendo gli occhi, mostravo chiaramente il mio interesse per Marta che aveva perso il suo Ciusky. La commozione provocata più che altro dalla dolcezza e l’affetto con le quali la ragazzina parlava del suo cane, non ha lasciato indifferente un involontario ascoltatore qual’ero io in quel momento. Sicuramente si sono accorte del mio interesse, cosa che non ha minimamente disturbato la loro confidenziale vicinanza. Per discrezione e per non apparire troppo invadente, non mi son permesso d’intervenire, ma non ho potuto evitare di chiedere di vedere anch’io la foto del cane ormai morto e chiederne il nome, probabilmente come segno della mia partecipazione alla sua dolorosa perdita.

Le considerazioni da fare sarebbero molte, ma rischierei di annoiare troppo. Certo è che sono stato aiutato a capire l’importanza che può avere il rapporto d’amore fortemente significativo tra un adolescente ed un animale, in questo caso un cane, e sicuramente aiuta a crescere e a formarsi tra le inevitabili difficoltà ed insicurezze emotive di quest’età per molti aspetti “vulnerabile”.

A differenza di noi adulti,

“un cane fa sentire il ragazzo accettato a priori, lo desidera per com’è, gli è fedele al di là dei suoi inevitabili errori e, sopratutto, lo ama disinteressatamente”.

Sono parole, quest’ultime, tratte dal resoconto di un convegno organizzato dalla Comunità di San Patrignano

Grazie Marta. Oggi mi hai fatto un grande dono, e probabilmente d’ora in poi sopporterò con più pazienza quel cane del vicino di casa, che ogni volta che faccio rientro, mi fa sobbalzare col suo improvviso abbaiare, Oltre il cancello chiuso, fortunatamente per me.

MA ALLORA, LE “PULIZIE” SI STANNO INIZIANDO A FARE REALMENTE !

vecchia

di Piero Murineddu

No, tranquilli, non mi riferisco al Solito Argomento diventato ormai stomachevole e che ultimamente ha avuto un’altra condanna per la questione su Karima “nipote” di Mubarak. No. Il riferimento del titolo è alla condanna per peculato aggravato dell’ “onorevole” regionale sardo Adriano Salis. Peculato, cioè appropriazione di denaro pubblico per i propri porci comodi. Insomma, ancora una volta abbiamo la conferma che quei lauti guadagni, legalizzati da loro stessi, che a noi popolino fanno molto incazzare, ai nostri politici non bastano mai. Il suo avvocato afferma che questa ingiusta condanna (nota bene, sempre “ingiuste” le condanne a lor signori !), procurerà un danno irreparabile per la carriera politica del suo innocente assistito. La Carriera, ovvero, un passo dopo l’altro avere sempre più le mani in pasta, e non per “servire”, termine ormai che provoca sorrisini o scompisciamenti irrefrenabili, ma – diciamolo chiaramente – per vedere aumentato il proprio potere, il proprio prestigio, assicurare sempre più il proprio posto al sole, riverito e …servito, lui si. L’ Adriano “onorevole” è uscito dall’Aula Giudiziaria del capoluogo sardo mestamente e a testa bassa. Quali e quante saranno le prossime vittime di una Magistratura “comunista” e “di parte” che si permette di fare scrupolosamente il proprio dovere? Aspettiamo, e magari vedremo questi solerti “lavandai” prendere il treno che dalle grandi stazioni metropolitane conducono alle piccole località di provincia, dove questi “arrampicatori sociali” della politica, con la loro apparente opera di completa dedizione sociale, non stanno facendo altro che impratichirsi per meglio arraffare da piatti più…sostanziosi.

Billellera 3 – HO FATTO LA MIA PARTE, VOI FATTE LA VOSTRA

di Piero Murineddu

Riassumo

1. Constatata l’irregolare gestione del sito storico di Sorso, con altri cittadini abbiamo spedito un’ email per chiedere chiarimenti.

Risultato:nessuna reazione

2. In vista della scadenza dell’attuale contratto, è stata fatta richiesta di un Concorso pubblico per dare pari opportunità di accedere alla gestione del Sito alle associazioni di Sorso. Per conoscenza, il testo è stato inviato anche ai Dirigenti di Settore ed alle Associazioni, almeno quelle di cui ho avuto l’email.

Risultato:nessuna reazione, né dagli Amministratori né dalle associazioni, a differenza di qualche Dirigente
3. I membri dell’Opposizione sono stati invitati a portare il problema in Consiglio Comunale.

Risultato: solo un destinatario ha risposto, assumendosene l’impegno appena possibile.

TRE CONSIDERAZIONI FINALI

1. Il mio dovere morale e civico di denunciare una vicenda irregolare l’ho fatto, insieme ad altri, cercando di coinvolgere la collettività. Reazioni di vera partecipazione non ne ho viste.

2. Verrebbe da pensare che, dal momento che lo scopo principale, cioè quello di far aprire finalmente “La Billellera”, è stato raggiunto, degli altri aspetti, specialmente di essere custodi e cultori della LEGALITA’ e di combattere il CLIENTELISMO, sembra che non importi niente a nessuno.

3. Non ho voluto fare una guerra personale all’Associazione che attualmente gestisce il Sito.Non ne conosco neanche i componenti,figuriamoci. Ho voluto evidenziare una situazione di palese irregolarità. Stop.

Un amico monaco mi ricorda che chi comanda è ben corazzato contro le critiche e spesso è portato a tapparsi le orecchie, lasciando “abbaiare” inutilmente al vento chi si permette di dissentire. Gli ho risposto che quando si conduce una battaglia, inevitabilmente metti in conto e speri che un qualche risultato si raggiunga, altrimenti tanto vale tornarsene nel proprio comodo privato e infischiarsene di ciò che succede intorno.

Sia ben chiaro,però. che almeno due obiettivi sono stati raggiunti:

1) L’apertura de La Billellera, dovuta non all’iniziativa e alla libera volontà del Signor Sindaco, ma dietro pressione dei seppur pochi maniaci dell’email e di qualche lettera su “La Nuova” del solerte ferroviere Angelo C.

2) Un membro dell’Opposizione si è impegnato a portare l’argomento all’interno del Consiglio Comunale.

Parlavo dell’amico monaco. Gli ho anche detto che quello di occuparsi esclusivamente del proprio orticello è l’atteggiamento maggiormente diffuso, e magari è proprio per questo che l’Italia è così mal ridotta. Io, per rispondere al mio bisogno-diritto-dovere di ….seminare, ogni tanto lancio un sasso nello stagno che rischia di diventare una…. cloaca puzzolente. Così facendo, le acque si muovono almeno un pò! Qualcuno, spero, raccoglierà i frutti.

Mi lasciano cantare al vento? A ME, d’indole introversa e malinconica, PIACE CANTARE, e fin quando avrò un fil di voce (e possibilmente la chitarra per accompagnarmi !) CONTINUERO’ A CANTARE,

anzi,   ad ULULARE nelle “notti” di luna piena.

Non assicuro, comunque, che non continuerò a ….disturbare.