Autore archivio: piero-murineddu

LOCERI: L’INTELLIGENZA AL POTERE

delibera per adottare i cani randagi

 

di Piero Murineddu

Come si vede dal testo della delibera, un’idea semplice e civile per adottare i cani randagi, cosa che stà prendendo piede sempre più. Quando un paio d’anni fa con mia moglie avevamo trascorso qualche giorno ospiti in questo paesino, diverse cosette ci avevano colpito, come la connessione internet gratuita per tutto l’abitato ed altro che non sto qui ad elencare. In seguito, partecipando a Sassari ad un convegno sulla BANCA ETICA, in cui tra i relatori era presente anche il sindaco locerese, venni a sapere che il Comune ha stipulato vari contratti  finanziari con questa particolare banca che ha obiettivi trasparenti e non speculativi, decisi anche con tutti i soci risparmiatori. Con tale banca il Comune si è convenzionato per il finanziamento totale degli interventi di energia fotovoltaica, in modo da garantire la realizzazione degli stessi a costo zero per gli utenti. Per le nuove costruzioni pubbliche e private, l’installazione di questo impianto di energia naturale è reso obbligatorio.

Negli ultimi anni, ogni tanto si stilano elenchi di Comuni cosidetti virtuosi. Per me Loceri ci rientra a pieno titolo. Un esempio di buona ed intelligente amministrazione della Cosa Pubblica. Se avete possibilità, v’invito a andarci e constaterete di persona.

In quei giorni, ricordo di aver smarrito la chiave elettronica dell’auto. D’allora, ogni volta che mi capita di andare nei parcheggi dei mega mercati. fatico un pò per ritrovare il mio ormai vecchio mezzo di trasporto. Prima mi bastava alzare il braccio e premere sulla chiave. Le quattro lucette mi chiamavano pazientemente da lontano: “Veni a inogga, dimintigaddu che no sei althru!”. In compenso, alla partenza, ci ha consolato una fumante pizza cotta nel forno a legna e la birra fresca gustosissima, tutto accompagnato dalla cordialità e affabilità dei gentili  proprietari del B&B.

VOTO DI SCAMBIO 2 – IL POTERE “BARROSU”

 

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di Piero Murineddu

 

La  recente storia della vita politica italiana (ma anche prima,anche prima..), ci ha informato e tremendamente turbato per gli scandalosi e ancora non del tutto chiariti legami “irregolari” tra singole figure istituzionali,banche, partiti, gruppi economici,cosche mafiose. Queste oscure trame hanno sicuramente contribuito a destabilizzare la nostra vita sociale e ad infondere nei cittadini il virus della diffidenza verso la politica, difficile ma non impossibile da debellare. 

Questo è un fatto indiscutibile, purtroppo.

In questo spazio voglio provare a fare qualche considerazione più a livello locale.

Voto di “scambio”, ovvero 

se tu mi voti io ti do “una cosa bella”. Se oltre il tuo, mi garantisci il voto dei tuoi familiari, le “cose belle” si raddoppiano. Se poi ti dai da fare, ma da fare avvèru, e mi fai avere anche quello di altri su cui hai ascendenza, avrai tante ma tante “cose belle”.

Naturalmente, se io te la dò questa benedetta  “cosa bella”, chiamata anche X, ichisi, la marasolthichilaccudia,etc…. tu

mi DEVI essere debitore!!

Non ti sembra giusto? O hai qualche obiezione!?

A quanto pare, la cosa funziona, e più il contesto umano in cui avviene questa “trattativa” è di bisogno e di mancato ottenimento di alcuni diritti sanciti dalla Costituzione, quale quello del lavoro per vivere, più questo incivile scambio si radica nel comune pensare e giudizio.

Quali sono le conseguenze? Un penoso scadimento di civiltà e, peggio, normalizzazione dell’ingiustizia.

Il “debitore” arriva a vedere nel politicante un “benefattore” verso cui avrà sempiterna riconoscenza. Il pseudo benefattore  (pro domo sua!) farà probabilmente carriera, perpetuando il suo potere e ingrassandosi sempre più.

Pensateci bene: solitamente questo Signor Ichisi non si è privato di niente di personale per fare del bene al “cliente”, ma ha semplicemente messo in moto i suoi influenti agganci, coi quali naturalmente si è creata una rete di “debito” reciproco.

Così facendo, non fà altro che moltiplicare il suo “bene”. Anche materiale, sia ben inteso. Nella storia relativamente recente di Sossu,sono pochi i politici “incozzatori” che non hanno tratto vantaggio del loro

 

FALSO BENEFICIARE IL POPOLINO.

A mia conoscenza, Saivadori Cottoni è uno di questi, morto non in povertà ma quasi, e non a caso è rimasto piacevolmente nella memoria di noi sussinchi.

Ma torniamo a noi. Che facciamo? Pur di trovare riposta alle nostre necessità (ma anche alle frequenti pretese di scavalcare la legge!!) siamo ormai disposti a rinunciare alla dignità di persone libere e a rinnegare il nostro funtumaddu inognidove  passato di macchi anarcoidi, insofferenti ad ogni forma di POTERE BARROSU?

Abbaiddeddi a voi ma dugna tantu deddi puru un’ucciadda a vòsthri figliòri e a l’esempi boni chi s’aippettani da voi.

 

VOTO DI SCAMBIO 1 – “Noi siamo felici, noi siamo contenti…..”

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di Leo Spanu

 

Poco tempo fa il Presidente Renzi ha parlato del voto di scambio. Bravo! Credevo che in questo rincorrersi di elezioni che “s’hanno da fare” il tema fosse diventato obsoleto. Allora anch’io, nel mio piccolo come le formiche di Gino e Michele, vorrei pormi qualche domanda e, se possibile, darmi qualche risposta su quello che ormai sembra essere diventato la colonna portante della nostra malandata democrazia: il voto di scambio. Intanto la prima domanda è:

                                         PERCHE’ VOTIAMO?

Per ideologia no di certo; le ideologie non esistono più, almeno così sostengono illustri intellettuali in tutti i dibattiti televisivi. Destra e sinistra servono solo per distinguere le mani e a volte qualcuno si confonde. Allora votiamo per  partiti che esprimono valori nei quali ci riconosciamo?  Neanche per sogno, i vecchi partiti sono scomparsi e quelli di oggi sono spesso personalizzati con volti e nomi che ci rimandano a reminescenze storiche mal digerite: l’Italia è stata invasa prima dai Visigoti o dagli Scilipoti? Boh!  Allora votiamo per un simbolo? E cosa sono i simboli: la F.C.A. della ex FIAT che fugge dall’Italia dopo averla saccheggiata o il logo arrapante di una fabbrica di intimo per signora? Lo scudo crociato che fa tanto fede religiosa o quattro negretti con gli occhi bendati per non vedere come vengono trattati? Troppo complicato. Forse il voto è solo un prodotto da vendere e comprare, si tratta solo di stabilirne il prezzo di mercato. Se le cose stanno così il mio voto è a disposizione del miglior offerente: un posto di lavoro per  me (magari se è solo un posto senza lavoro è meglio), uno per  mia  moglie, uno per  mio figlio  e siccome sono una persona generosa chiedo anche una pensione di invalidità per la zia zitella, una nomina a scrutatore per il fratello minore disoccupato e rassegnato e un pezzo di terra, nel cimitero, per la nonna.

Non c’è uomo politico che non sia sensibile a questo grido di dolore che riecheggia dagli Appennini alle Ande dove c’è il solito  italiano emigrato che tiene famiglia. Di mille promesse fatte dal candidato amorevole e sensibile potranno essere soddisfatte massimo l’uno per cento ( dieci fortunati!) che moltiplicato per sessanta milioni di italiani, neonati e pensionati compresi, fanno seicentomila posti di lavoro tutti statali o parastatali. Qualcuno mi deve spiegare quale azienda in Italia è capace di tanto. Non devi avere particolari titoli di studio, al limite ti compri una laurea in Albania o dove ti pare; le conoscenze professionali non sono indispensabili; l’intelligenza è meglio lasciarla a casa, troppo pericolosa. Bastano  una buona dose di stupidità  e di ruffianeria  per recitare il ruolo di cani fedeli e scodinzolanti e il gioco è fatto.

Recitava una vecchia filastrocca goliardica:

             NOI SIAMO FELICI, NOI SIAMO CONTENTI,

            LE CHIAPPE DEL C… PORGIAM SORRIDENTI.

In questi versi boccacceschi di antiche origini, viene definita la posizione culturale, sociale e geometrica di parte del popolo italiano. Ma i  rappresentanti della politica, delle istituzioni, del potere economico non vengono da altri mondi. Sono uomini come noi e sono  stati delegati  a rappresentare il nostro modo migliore di essere cittadini.  Così li vogliamo mediocri, furbastri e incompetenti  come noi per poterli offendere, diffamare e sputtanare su Facebook magari in forma anonima.  Ma loro sono solo lo specchio pubblico dei nostri vizi privati. Li vogliamo disonesti perché anche noi ruberemmo avendone la possibilità; li vogliamo impuniti perché così possiamo giustificare i nostri piccoli e quotidiani sotterfugi; li vogliamo bugiardi perché nessuno ci ha mai spiegato e fatto capire il piacere dell’onestà. Nel nostro futuro non c’è “ Il sol dell’avvenire” ma  un telefonino o un tablet sempre più accessoriato: ci puoi fare di tutto, giocare a poker, diffondere ricette di torte indigeste, parlare male del tuo migliore amico, dare sfoggio della tua ignoranza spacciandola per  erudizione, circuire ragazzine ingenue. Molto presto farà l’amore per noi e dopo si fumerà anche una sigaretta. Forse ci salverà  la cultura. Quale? Quella delle Città Mercato e similari che sono i  musei e le gallerie d’arte dei nostri tempi?

Cosa andiamo a visitare oggi, mia cara? Caravaggio e Picasso . E chi  sono? Guarda invece che amore quel completino per il pupo  con la scritta anche oggi ho fatto la mia cacchina quotidiana.  

C’è il body con tette incorporate e l’assorbente con le ali e le piume. Chissà se vola pure.  C’è il pantalone con buchi e tagli firmati manco fossero quadri di Fontana ( il pittore non le sorelle modiste!) e la tuta unisex, molto attillata, per signori con pancetta debordante e signore con deretano straripante. E le scarpe? Che meraviglia! Ma come faranno i bambini e le bambine del Vietnam ( o sono del Laos?)  a lavorare così bene. Semplice: li pagano una miseria in compenso lavorano dalla 12 alle 16 ore al giorno festività comprese.  Il consumismo esasperato ha travolto il nostro cervello come uno tsunami. Tutto è stato spazzato via e restano solo macerie e buchi neri. Le prossime schede elettorali saranno sponsorizzate . Ora che hai purificato la tua coscienza purifica anche il tuo corpo e l’aria intorno a te con Ricinol, dal 1922 nelle case di tutti gli italiani. Oppure ci sarà il gratta-e-vinci. Grattate tutti i simboli dei partiti e se ne trovate uno che vi dice la verità potrete vincere fino ad un milione di euro. Ma il voto è ancora la nostra unica arma per difendere la libertà di pensiero, la libertà di pretendere una vita dignitosa e svincolata da ogni forma di schiavitù mentale e fisica. E’ la nostra assicurazione  per costruire una società democratica, con regole rispettate e da rispettare. Davvero vogliamo scambiarlo con una pizza surgelata,con  una cena elettorale offerta da un tizio che fino a ieri non ti guardava neanche in faccia, con  una pacca sulle spalle da chi ti dice “ci penso io” e ti promette la luna? Allora di che ci lamentiamo?

Il “Namastè” di Mario

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Namasté è un saluto originario della zona di India e Nepal e viene usato comunemente in molte regioni dell’Asia. Può essere utilizzato sia quando ci si incontra che quando ci si lascia. Viene di solito accompagnato dal gesto di congiungere le mani, unendo i palmi con le dita rivolte verso l’alto, e tenendole all’altezza del petto, del mento o della fronte, facendo al contempo un leggero inchino col capo. Nella cultura indiana, questo gesto è un mudra, un gesto simbolico utilizzato anche nello yoga e in particolare nella asana Pranamasana anche detta posizione della preghiera o posizione del salutoNamaskar è una variante usata per esprimere particolare deferenza.

 La parola Namastè letteralmente significa mi inchino a te, e deriva dal sanscritonamas (inchinarsi, salutare con reverenza) e te (a te). A questa parola è però implicitamente associata una valenza spirituale, per cui essa può forse essere tradotta in modo più completo come saluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te. Unita al gesto di unire le mani e chinare il capo, potrebbe essere resa con:le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te, o anche, meno sinteticamente, unisco il mio corpo e la mente, concentrandomi sul mio potenziale divino, e mi inchino allo stesso potenziale che è in te. In sostanza, dunque, il significato ultimo del saluto è quello di riconoscere la sacralità di ognuno di noi. Oltre a essere un saluto buddhista, è anche indù, che vuol dire mi inchino alla luce del dio che c’è in te.

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Nei suoi viaggi in India, oltre che seguire le tracce di Gandhi, Mario Stella ha conosciuto il pensiero di Shri Mataji Nirmala Devi, un riferimento diventato in seguito molto importante per lui.

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Leggiamo su di lei:

Per più di quaranta anni questa donna ha viaggiato in tutto il mondo, offrendo conferenze pubbliche gratuite e l’esperienza della Realizzazione del Sé a tutti, senza  distinzione di razza, religione o di condizione economica.  Ha fatto sì che le persone potessero trasmettere questa preziosa esperienza agli altri , insieme ad altre tecniche , conosciute come meditazione Sahaja Yoga.  Shri Mataji sosteneva che in ogni essere umano esiste un potenziale spirituale innato e che questo può essere risvegliato spontaneamente. Sottolineava il fatto che questo risveglio, descritto come Realizzazione del Sé, non si può comprare. Non è mai stato chiesto del denaro, né lo sarà mai, per l’esperimento  della Realizzazione del Sé o per l’insegnamento della meditazione Sahaja Yoga. 

L’equilibrio interiore e la riduzione dello stress, che accompagnano la pratica della meditazione Sahaja Yoga, hanno già dato effetti  benefici a centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. La possibilità di attivare velocemente e facilmente la nostra energia spirituale innata e di sperimentarne i benefici è ciò che differenzia Sahaja Yoga dalle altre forme di meditazione. Con la pratica, ognuno è in grado di guidare la propria energia e di correggere i propri squilibri mentali, fisici ed emotivi, al fine di raggiungere uno stato di benessere, serenità e soddisfazione.

Oltre a Sahaja Yoga, che attualmente si è diffuso in più di 95 paesi nel mondo, Shri Mataji ha fondato un’organizzazione non governativa per donne e bambini abbandonati, diverse scuole internazionali a indirizzo olistico, cliniche che offrono trattamenti attraverso le tecniche di meditazione Sahaja Yoga e un’accademia d’arte, nata per dare nuovo vigore alla tradizione classica indiana di danza, musica e pittura.”

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 Shri Mataji raccontava di se:

“Mio padre sentiva che Io avrei fatto qualcosa di grande in questa vita. Non so se l’abbia sognato o semplicemente capito, ma diceva sempre “Devi trovare il modo di dare la Realizzazione di massa”. Con il termine “Realizzazione” intendeva un risveglio spirituale nella gente. Mi ha impartito una buona conoscenza sulle  diverse religioni e anche una buona conoscenza degli esseri umani: quali sono i loro problemi, perché si comportano in un certo modo, perché non si dedicano a Dio, perché sono ipocriti. Mi ha detto tante cose e di tutti i tipi…”

Personalmente, ho sempre guardato con diffidenza queste “filosofie” e  queste figure, passatemi il termine,  di “santoni”. Non ne ho mai approfondito i contenuti. Ho cercato tuttavia  di mantenere profondo rispetto, cercando nello stesso momento di coglierne il messaggio di pace e di comprensione universale che sicuramente li caratterizza. Per sua iniziativa e a volte dietro mio stimolo, ogni tanto Mario me ne parlava. Lo ascoltavo volentieri e puntavo a rilevare gli aspetti in comune con la mia “spiritualità”. Quando mi vedeva interessato a questo argomento nel quale lui era particolarmente coinvolto, vedevo la sua soddisfazione e probabilmente l’attenzione reciproca ci faceva sentire più vicini.

All’interno della  piccola casetta di Sennori, c’erano molti segni di questa sua “sensibilità”. Nella facciata aveva appeso un pezzo di legno che aveva avuto in regalo e la cui scritta incisa esprime l’atteggiamento di rispetto e di accoglienza che Mario ha cercato di avere sempre per tutti:

 

NAMASTE’, M’INCHINO A TE, ALLA PARTE PIU’ NOBILE DEL TUO ESSERE 

 

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Una pittura realizzata da Mario in ricordo del suo viaggio in India e Nepal

Lu “Tazebau” di Sossu

Tazebao, letteralmente GIORNALE MURALE A GRANDI CARATTERI

Il termine deriva dall’uso cinese di appendere i giornali in speciali bacheche pubbliche per permetterne la lettura a tutti. I tazebao si differenziano dai giornali per il fatto di essere scritti a mano in caratteri grandi, facilmente leggibili.

Durante il periodo della contestazione del “Sessantotto“, col nome di tazebao venivano indicati i manifesti cartacei, solitamente scritti con grossi pennelli, appesi sui muri degli atrii di università e altri luoghi in cui erano in corso battaglie politiche. Questi manifesti costituivano il mezzo più diretto e veloce per comunicare le ragioni delle proteste e le prese di posizione sugli avvenimenti del periodo. (da Wikipedia)

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di Piero Murineddu

 

Qualche tempo fa, all’altezza dell’incrocio del cimitero di Sorso, sul muro solitamente tappezzato da vari manifesti pubblicitari, un bel giorno –  o brutto secondo parere diverso – spunta un grande manifesto in cui si distinguono i contorni della cupola di San Pantaleo. Nel fondo a tinta unita campeggiava la scritta ANDA BE’.

Era inevitabile che questa particolare “pubblicità” attirasse l’attenzione, come era negli intenti di chi l’ha concepita. Dopo un po’ di meravigliata perplessità, ho immaginato che l’idea fosse stata dell’Amministrazione Comunale in carica, che, ancor prima dell’inizio della campagna elettorale, aveva pensato di far sapere pubblicamente l’auto giudizio che dava al proprio operato svolto in cinque anni. Manco a dirlo, positivo, ci mancherebbe.

Mi è venuto subito di apprezzare l’originalità dell’iniziativa, seppur avendo molto da ridire sulla “serenità” che il “regnante” voleva infondere nel suo popolo.

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Giorni dopo, nottetempo, qualcuno aveva voluto dissentire dalla categorica affermazione tranquillizzante.

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A quel punto, mi viene da immaginare quel manifestone come un pubblico spazio, dove ognuno poteva esprimere il proprio parere per farlo conoscere ai pedoni e automobilisti di passaggio.

Perlomeno io l’ho usato in quel modo, e dal momento che facendolo manualmente in loco avrei provocato qualche “mormorìo”, ho preso a farlo nella “piazza” pubblica che è diventato Facebook. La versione bilingue, quando mi è possibile, è dovuta al fatto che curo anche la pagina SORSO E SENNORI – BANCA DELLA MEMORIA. Al proposito, riconosco di fare una forzatura riguardo all’obiettivo di questo spazio. Chiedo scusa per questa piccola trasgressione. D’altronde fa’ parte della mia indole “trasgredire”.  Assicuro che faccio di tutto per essere “regolare”, ma a volte……..

25 aprile – Festa della Liberazione dal regime nazifascista, avvenuta grazie anche al contributo dei Partigiani, giornata non solennizzata dai nostri governanti locali. Chissà perchè!

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28 aprile – “Sa die de sa Sardigna”

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Presentazione delle liste elettorali con un “anomalo” ordine alfabetico

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Qualcuno inizia a spargere “distrattamente” santini elettorali per le strade, con grande disappunto degli spazzini e degli “intransigenti” come me, e con eccessiva tolleranza da parte di coloro che dovrebbero salvaguardare il decoro pubblico e far rispettare la normativa in materia

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Trascorsi parecchi giorni di apparente calma ed iniziata ufficialmente la campagna elettorale, l’ANDA BE‘ e l’altra affermazione dissenziente sono completamente spariti.

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Rimango un po’ contrariato   perchè  in un primo momento mi sembra che a questa  possibilità del divertente  Botta &Risposta muraria sia stata messa la parola fine. Non era proprio così, almeno per me.

Intanto, non passano molti giorni che il suo posto viene occupato da uno dei soliti noiosi cartelloni pubblicitari.

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Vengo attratto dalla presenza sul manifesto di una bambina imbronciata

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Mi viene così l’idea di continuare ad utilizzare questo prezioso e strategico spazio, per far sentire la voce dei bambini ma anche quella di una certa parte di adulti sussinchi  – esclusi i militi del famoso “Esercito”, quelli del  “guai chi tocca il Capo!” – con proteste e proposte

E nei comizi, c’è spazio per il mondo giovanile?

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Richiesta dell’Assessorato alla gioventù

ASSESSORE ALLA GIOVENTù

Richiesta di sorteggio di “giustizia” per gli scrutatori

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Sorso esclusa dall’assegnazione della “Pigotta” da parte dell’UNICEF

PIGOTTA

Richiesta di un sindaco più “vicino” e sorridente

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Ricordo dell’ ex assessore  uomo-sandwich Gavino Spanu

Gavin Spanu

i due candidati sindaci si contendono la piazza per il comizio finale

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Il Grande Viaggio di Mario

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Il mio caro cognato e figlioccio,Mario Stella, persona di grande animo e sensibilità, domenica 4 maggio  ha lasciato il suo corpo mortale per entrare nella Nuova e Misteriosa Dimensione in cui godrà di una Gioia senza Fine.

Di un suo viaggio in India, aveva scritto un diario. Ne ha voluto stampare un certo numero di coppie per distribuirlo agli amici e conoscenti, quasi volesse farne partecipi altri della grande esperienza umana fatta in quell’occasione, specialmente al contatto con bisogni e povertà estreme.

Non mancava di mostrare la sensibilità, componente forte del suo carattere e sviluppatasi anche grazie alle numerose esperienze acquisite in occasione di diversi viaggi, sopratutto con le persone che solitamente vengono messe ai margini di questa società egoista e disattenta.

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A tutti coloro che ci sono stati vicini
Grazie a ciascuno di voi. La vostra vicinanza in queste ore, ci hanno aiutato a vivere con speranza la grande tristezza per la separazione dolorosa dal nostro amato Mario.

Molti di voi ne hanno conosciuto la bontà d’animo,la generosità e nello stesso momento la fragilità emotiva che ha condizionato vari momenti della sua vita.

Grande era il suo desiderio di entrare in relazione con gli altri, specialmente con le persone semplici, messe spesso ai margini dai nostri pregiudizi. Questi l’aiutavano a superare la sua forte timidezza.

Riusciva ad esprimere il meglio di sé principalmente nel contatto con la natura, ed i lavori manuali erano quelli che prediligeva. Con gli animali riusciva ad instaurare un rapporto di intesa tutto particolare, e di essi ha avuto sempre massimo rispetto e grande considerazione.

Lo spirito libero l’ha portato a fare diversi viaggi. Spinto dagli scritti del profeta della nonviolenza Gandhi, ne ha voluto percorrere i luoghi dove ha vissuto in India, scoprendone nel contempo povertà estreme e grandi ricchezze umane e culturali. Di questa esperienza ha scritto un diario che ha fatto stampare.

Ma nonostante i viaggi e le tante persone incontrate, la solitudine sembrava che dovesse rimanere sempre la sua compagna principale. Molte volte cercata, ma spesso subìta. Negli ultimi tempi, questo secondo aspetto ha preso sempre più il sopravvento.

Per quanto possibile, noi familiari abbiamo cercato di sostenerlo. Anche i cari Nicola e Gavinuccia non gli hanno fatto mancare sostegno e affetto, insieme alla loro famiglia allargata e aperta all’accoglienza. Di questo siamo loro grati. Qualcosa di misterioso e di inafferrabile ha però prevalso, portando Mario a compiere un gesto estremo e definitivo.

Siamo tuttavia convinti che il nostro amato congiunto nel suo cammino terreno abbia lasciato molti semi di bene. Ci ha insegnato a non giudicare e a non essere schiavi dei pregiudizi, che spesso rendono così difficili i rapporti tra le persone.

Per quanto ci riguarda, il ricordo del suo esempio ci aiuterà ad avere sempre più attenzione verso coloro che fanno più fatica, e se ci permettete, questo lo chiediamo anche a ciascuno di voi, che l’avete conosciuto e che probabilmente gli avete anche voluto bene. Ancora grazie a tutti

(I familiari )

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Fra i tanti attestati di cordoglio e vicinanza che abbiamo ricevuto in questi giorni, riporto alcune considerazioni fatte da un nostro amico che  esprime il “mistero” che certi gesti portano con se, e davanti ai  quali rimane solo un silenzio necessariamente riempito da personali riflessioni.

“Accadimenti come questo danno rabbia e dolore nel contempo, ma sono cose di cui nessuno di noi, dal più debole al più forte, può dichiararsi esente. Sono accadimenti che sfuggono a qualunque ragionamento logico ed ogni nostra analisi sarà personale e distante dal segreto del gesto.  Per quel poco che l’ho conosciuto e incontrato, posso confermare di avere da subito percepito la sua bontà d’animo, il “sentirlo fratello” che accade talvolta, soprattutto con persone timide, umili e particolarmente sensibili, persone che difficilmente si adattano alle logiche dei rapporti correnti tra le persone nella società attuale. Lo ricorderò così, con affetto  (Franco)

Di seguito, gli appunti di viaggio di Mario in India e in Nepal, nel 1995. Diversi anni dopo,  è voluto tornare nel Paese di quello che per lui è stato un significativo punto di riferimento, Gandhi, e i cui insegnamenti ed esempi ha cercato di seguire nei suoi faticosi giorni terreni.

Per leggere, cliccare su ogni pagina.

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Sulle sacrosante aspettative dei nostri giovani

Lettera di una giovane di Sorso emigrata per motivi di studio

 

Salve Sig. Murineddu,grazie per aver accettato la mia amicizia.Ci tenevo perche’ miè sembrato di condividere molte delle sue idee.Ho capito che lei e’ molto attivo nel partecipare alla vita della comunita’ sorsense,sopratutto a livello culturale e politico.Io sono una sorsense emigrata in Inghilterra che pero’ segue ancora le vicissitudini della mia piccola cittadina.Mi piacerebbe partecipare molto più attivamente ma ho anche notato l’assopimento della popolazione sorsense. Uno dei miei progetti futuri è fare del business nel campo turistico dall’Inghilterra ed essere in grado di portare un po’ di benessere economico. E’ un sogno al momento, ma piano piano ci stò arrivando, dato che quest’anno dovrei prendere la laurea in Gestione e Direzione dei sistemi turistici internazionali.Non so perche’ le scrivo tutto questo,forse e’ solo una maniera per ringraziarla per il suo coraggioso attivismo.Vorrei poter contribuire di più al benessere e alla costruzione di una realta’ sociale più giusta. il problema è come. Non lo so ancora ma se lei ha delle idee io sarei felicissima di partecipare.Un saluto e piacere di averla conosciuta.
(Claudia C.)

 

Cara Claudia, fa sempre piacere constatare che ogni tanto le proprie idee sono condivise da qualcun altro. Avendo una certa età e limitate energie fisiche, l’ “attivismo” e partecipazione alla vita sociale di Sorso che vedi in me sono incentrati prevalentemente nell’esprimere la mia opinione pubblicamente attraverso questi nuovi spazi di comunicazione, e naturalmente, tutte le volte che ho l’opportunità, anche negli incontri giornalieri con le persone che mi capita d’incontrare. Per quanto riguarda il tuo desiderio di contribuire al progresso del tuo paese d’origine, mi fa molto piacere e mi riempie di speranza e di fiducia che le giovani generazioni possono costruire una Sorso migliore di com’è attualmente. Nello stesso momento sento la responsabilità di contribuire affinché queste aspettative di chi studia e lavora “fuori”, trovino reale risposta ed orecchie disponibili ad ascoltare con attenzione ed intelligenza. Come sai benissimo, Sorso, come la quasi totalità della realtà sarda, non offre molte motivazioni perchè i propri figli non decidano di realizzare la propria vita in “continente” e sempre più spesso all’estero. Personalmente non sono in possesso di ricette rivoluzionarie, anche perchè sono convinto che ciascuno deve cercare la propria felicità dove ritiene più opportuno. Con la facilità degli spostamenti, oggi questo è ancora più attuabile. Riguardo all’ “assopimento” dei sussinchi, è difficile non darti ragione, e fin quando non saranno essi stessi a decidere di svegliarsi ed operare concretamente per costruire una comunità più gradevole e giusta, sarà inutile aspettare un “condottiero” illuminato che li scuoti dal loro torpore. Auguri per i tuoi studi e per la realizzazione dei tuoi desideri più profondi. (Piero M.)

Elezioni e scelta scrutatori a Sossu

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di Piero Murineddu

Elezioni alle porte. Si sta decidendo in merito alla scelta degli scrutatori?
Fino a poco tempo fa, il problema non esisteva, in quanto ogni assessore e consigliere, di maggioranza e di opposizione, aveva un margine di discrezionalità per accontentare i propri elettori. Per le recenti Regionali, qualcuno ha avuto un moto di decenza e si è posto il problema. All’ultimissimo momento si è optato per un estrazione affidata a quell’apparente intelligentone di computer. Sappiamo però che i dati nel pc l’immettono gli umani, per cui l’intelligenza siamo noi che dovremmo avercela. Dovremmo! L’ESTRAZIONE, IN SE NON E’ GARANZIA DI GIUSTIZIA, e questo è facile dimostrarlo.

In seguito al metodo della casualità, sono stati estratti inevitabilmente vari nominativi che avevano già un lavoro retribuito, per cui i musi lunghi sono stati moltissimi.Salvo qualche rarissima e coraggiosissima eccezione di qualcuno che ha rinunciato perchè in possesso di reddito da lavoro sicuro – almeno così mi è parso di capire, e se così non fosse ci rimarrei molto male! – i fortunati estratti hanno affrontato il “sacrificio” di trascorrere il fine settimana nel seggio elettorale e papparsi quei pochi citti che avrebbero diversamente aiutato qualche poveraccio a sopravvivere.

C’è ancora tempo perchè lorsignori ancora in carica lascino ai posteri un segno di buonsenso del loro amministrare e decidano di dare l’incarico SOLO a persone prive di occupazione stabile e con reddito basso o addirittura inesistente?

I NOSTRI FIGLIOLI GIOCHERANNO FELICI. I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE IDEM

Dovendoci passare davanti ogni giorno, noto che la tempistica è straordinaria. Se il ritmo continua ad essere questo, in coincidenza perfetta con le imminenti elezioni, sarà inaugurato il parco di via Europa. Col giusto risalto, ci mancherebbe. Che poi l’annuncio dell’avvio dei lavori sia stato fatto il 30 settembre 2012, prevedendo due striminziti mesi per la loro conclusione e con una misera spesuccia di 120 mila euro appena, inevitabilmente e comprensibilmente lievitati, sono solamente particolari senza importanza alcuna. Intanto l’Amministrazione USCENTE, che pensa naturalmente di avere tutte le carte in regola per essere anche RIENTRANTE, ha iniziato giustamente le litanie delle innumerevoli cose realizzate.

 

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