La nonviolenza comporta una profonda conversione

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Dalla redazione del TGR Rai di Trento

Ucraina da una parte, Medio Oriente, Israele e Gaza dall’altra. Un ritorno alla guerra, conosciuta da Giuseppe Morotti negli anni ’80, quando scelse di condividere la sua vita con le comunità cristiane caldee durante la guerra tra Iraq e Iran. Un’esperienza che lo segnò profondamente e si riflette oggi nel suo libro “Gesù non era uno scemo”.

Titolo provocatorio, parole dette da don Tonino Bello, vescovo della Pace, profeta degli ultimi.

Nel volume, le vite straordinarie di chi ha detto NO alla violenza: da Gandhi ad Aldo Capitini, da Josef Mayr Nusser a Alexander Langer, dai cristiani della Rosa Bianca alle testimonianze dei sufi e degli indiani del Nord America.

Dice l’ autore: “La nonviolenza comporta una profonda conversione, fino a porgere l’altra guancia, vedere se stessi nell’avversario.La vera pace si ottiene attraverso un com-promesso, una promessa fatta insieme, preparata da un dialogo che deve essere sostenuto da tutti”.

Giuseppe Morotti: generosi, si, ma ancor prima contemplativi

La nonviolenza comporta una profonda conversioneultima modifica: 2024-01-05T07:28:49+01:00da piero-murineddu
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