di Piero Murineddu
Come ho accennato in altre pagine di questo mio “diario”, in diversi anni giovanili partecipavo alle settimane estive comunitarie presso i Piccoli Fratelli di Spello, condividendo le giornate con persone provenienti da ogni parte e con le quali, grazie alle motivazioni simili che ci avevano condotto in quella porzione di terra umbra, l’entrare in relazione reciproca non comportava nessuna fatica né tantomeno forzatura.
Ancora vivente Carlo Carretto, che a quella fraternità prevalentemente d’accoglienza diede avvio dopo il suo rientro dal deserto, vi convenivano sopratutto singoli o gruppi di amici. Anche famiglie con bambini, ma comprensibilmente, seguire i diversi momenti di confronto, di riflessione e di preghiera qualche problema lo comportava, sia per i genitori e sia per i figli, specialmente se questi secondi nell’età in cui è massima la loro esuberanza.
Vittorio e Anna Maria, molto legati alla comunità, decisero di acquistare e ristrutturare una delle tante case sparse in quelle che Carlo definiva le Colline della Speranza, alle pendici del monte Subasio. Nasceva così la “Madre del Verbo“, destinata ad ospitare durante il giorno i bambini e gli adolescenti e permetter loro di fare un percorso parallelo a quello degli adulti, vivendo il tema deciso per ciascun anno con attività specialmente ludiche.
Vittorio Botteghi, nella nostra famiglia chiamato semplicemente “Vittorio di Spello”, e sua moglie Anna Maria Fineschi (*), senesi, man mano che il numero dei bambini aumentava iniziarono a farsi affiancare volta per volta da giovanissimi animatori e da alcuni adulti fissi, come Gabriele, Enrico e sua moglie, divenute col tempo figure di riferimento immancabili e particolarmente amate dai ragazzi.
Nella foto Enrico, laziale di Latina, insieme alla nostra Marta
Nel 2006, in giorno d’ oggi, 4 gennaio, il grande cuore di Vittorio smise di battere per sempre, lasciando un incolmabile vuoto nei tantissimi che lo avevano conosciuto ed apprezzato, non solo per la vasta cultura e simpatia, ma ancor più per le grandi doti umane che aveva sempre messo a disposizione degli altri, e in questo caso dei bambini, considerati da lui come propri figli. Diventava egli stesso bambino quando stava in mezzo a loro, capacità non comune che solo le persone semplici nell’animo possiedono e che svelano la loro grandezza umana.
Al tempo, una settimana di agosto era dedicata principalmente alle famiglie. Nei mesi precedenti Anna Maria e Vittorio si trovavano col gruppo di giovani che si erano resi disponibili ed insieme preparavano le varie attività a partire dal tema proposto dai Piccoli Fratelli per l’anno in corso, per cui credo che anche per questi animatori l’esperienza sia servita per la loro formazione e crescita umana, e questo sia nella fase preparatoria e sia, e sicuramente ancor di più, in quella esecutiva al contatto coi bambini che di lì a poco avrebbero conosciuto e ai quali inevitabilmente si sarebbero affezionati.
Solo gratitudine per queste Bellissime Persone che col loro prezioso e generoso apporto hanno completato, seppur in un tempo assai limitato, il non facile compito di togliere il meglio e di sviluppare le grandi potenzialità che tutti i bambini possiedono.
A questo, nei confronti di Vittorio e Anna Maria si aggiunge anche la particolare riconoscenza per aver messo a disposizione alla mia famiglia e ad altri amici in una bellissima e ricca settimana estiva il loro eremo “Apparita”, immerso nelle pianure senesi. Indimenticabile anche quell’ esperienza, presenti anche gli amici di Cesenatico Augusta Bravi e Marco Tappi, frequentatori assidui della spiritualità umanissima dei Piccoli Fratelli di Charles De Foucauld.
Con la mia vecchia videocamera ho fermato numerosi momenti delle settimane trascorse in Umbria, e in molti di questi non poteva mancare questo grande uomo. Non avendo capacità di fare montaggi, mandai ad un amico napoletano alcuni filmati per onorarne la figura.
Il video che segue é il risultato…
Tre anni dopo il decesso di Vittorio, avvenuto improvvisamente durante un periodo di “ritiro spirituale” insieme alla moglie e ad altre persone, tra i miei appunti trovai un testo, presumibilmente attribuibile a Charles De Foucauld, che copiai in occasione di una di queste settimane trascorse a Spello, visto incorniciato su una parete del chiostro del convento di San Girolamo, centro della Fraternità, almeno sino a quando il terremoto, causando gravi danni strutturali all’antico edificio, costrinse i Piccoli Fratelli a trasferirsi all’Eremo “Beni Abbès”, più a monte. Pensando a Vittorio e a come l’avevo conosciuto anche grazie alle conversazioni avute con lui, decisi di metterlo in musica, variando qualche passaggio per renderlo più cantabile. Quella che segue é la registrazione effettuata il 3 gennaio 2009, proprio per onorarne la memoria.
Veramente un uomo di Pace Vittorio, di quelle persone particolari che ci aiutano a diventare migliori e il testo rispecchia fedelmente quanto ha cercato di realizzare nella sua vita.
LA PACE VERRÀ
Se credi che un sorriso è più forte di un’arma
Se credi alla forza di una mano tesa
Se credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide
Se credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo
Se sai scegliere tra la speranza o il timore,
Se pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora…
LA PACE VERRÀ
Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore
Se sai gioire della gioia del tuo vicino,
Se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
Se per te lo straniero che incontri è un fratello,
Se sai donare gratuitamente un po’ del tuo tempo per amore,
Se sai accettare che un altro, ti renda un servizio,
Se dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora…
LA PACE VERRÀ
Se credi che il perdono ha più valore della vendetta
Se sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria
Se sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza
Se sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo
Se tu credi che la pace è possibile, allora…
LA PACE VERRÀ
(*) In conclusione di questa pagina dedicata all’ indimenticabile e carissimo Vittorio, credo sia opportuno presentare una intervista a sua moglie Anna Maria Fineschi, pedagogista, in cui parla dettagliatamente della sua lunga attività di insegnante, a partire dalle scuole delle campagne senesi, esperienza che ha in seguito applicato anche a Spello, sempre affiancato dal marito, durante le settimane di accoglienza dei nostri figli e per cui, in molti, non smetteremo mai di esserle grati.