Sul cantare in chiesa

di Piero Murineddu

Svegliatomi all’improvviso, questa notte non riuscivo a respirare. Pur nell’agitazione di quei lunghi sforzi per riuscire a introdurre aria nei polmoni, mi è venuto da pensare che quelli erano gli ultimi minuti della mia vita. Con molta fatica, e cercando di non farmi prendere dal panico, mi è riuscito di….continuare a vivere.

In attesa di riprendere sonno, al buio ho allungato il braccio e ho preso in mano lo smartphone. Digitando digitando, m’imbatto in uno scambio d’opinioni a partire da questo breve filmato in cui Riccardo Muti, nel bel mezzo di un concerto in cui il pubblico era certamente gente di un certo livello e che usa frequentare la musica “colta”, il Nostro, mimando il gesto con superiorità, deride l’uso dello “schitarrare” in chiesa, dicendo che alla sua morte vorrebbe essere accompagnato dalle alte melodie di Giovanni da Palestrina e non – rifacendo il gesto e provocando l’ilarità dei musicisti e del pubblico – da “…e mio fratello viene con me…..” e zum zum zum.

Dico la verità. Il tutto l’ha fatto in modo snobistico e per me leggermente irritante, “bacchettandoando”, dall’alto del suo pulpito di esperto, anche la mancata autorità dei vescovi.

Dicevo dunque dello scambio di commenti, nella pagina che tra l’altro è di una mia amica feisbuchina.

Ho letto i vari punti di vista sull’argomento, e la cosa mi ha fatto piacere, se non altro perché finalmente non si parlava delle sparate di quel misero ministro degli interni che l’Italia si ritrova.

A momenti mi è parso d’intravedere posizioni simil talebani o addirittura “ISISani”, ma ho seguito con interesse il commento di ciascuno. Ero tentato di sparare in mezzo anche la mia, ma ci ho rinunciato per discrezione.

Adesso però voglio prendermi lo spazio per esprimere la mia di opinione.

Tradizionalmente l’organo è lo strumento principe nella maggior parte delle chiese, e diciamo pure che, per il suono che produce, riesce ad accompagnare meglio il canto dell’assemblea. Quando canta, s’intende.

Ho qualche riserva riguardo al fatto che il suo suono aiuterebbe meglio ad “elevare lo spirito”. Mi chiedo: ad elevarlo a chi e a che cosa?

Io so che le assemblee liturgiche sono principalmente un incontro di persone che sono lì per riconoscersi come fratelli e sorelle che chiedono al Padre comune l’aiuto per amarsi realmente fra loro e per amare concretamente TUTTI gli altri che non sono presenti in quel momento.

Se invece ci si reca in chiesa per sentire una vaga presenza del divino e respirare aria di spiritualità che soddisfi il bisogno individuale, questa è un’altra faccenda.

Quindi, persone che attraverso il canto esprimono l’unità, la comunione che cercano di costruire, quella richiesta dal Maestro (non dal maestro Muti).

Io tante volte mi son ritrovato in assemblee dove bastava l’accompagnamento di una chitarra per raggiungere l’unisono dei cuori. In tante comunità sparse per il mondo, in sud Aamerica come in Africa, uno strumento che non sia ” colto” come l’organo è più che sufficiente, sostituito spesso e volentieri da una sei corde, da un’arpa, da un charango, da dei flauti o da semplici tamburi. E allora? Lo spirito non si “eleva”? I cuori non battono in sincronia? Non s’impara ugualmente a volersi bene, che alla fine è ciò che conta maggiormente?

Posso ipotizzare che il Padre Misericordioso gioisce maggiormente se vede vicini di banco che si sorridono fraternamente, più che vedere individui molto “ascetici” con gli occhi chiusi, mani giunte e prostrati che, al momento dello scambio della pace, fanno fatica a toccare la mano del vicino e sorridergli?

Punti di vista. Questo è il mio. Tra i commenti che dicevo, ho letto un riferimento al caro don Tonino Sanna, musicista di pregio nella cui chiesa che animava non ho mai sentito “basso” schitarrare. Non ne abbiamo mai parlato. Sarà uno dei tanti argomenti che affronteremo un dì.

A proposito. Leggere sull’argomento in piena notte, mi ha aiutato a riprendere la respirazione con più rilassamento. Grazie

Sul cantare in chiesaultima modifica: 2018-08-15T12:03:18+02:00da piero-murineddu
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