Gaber, uno che ha impersonato al meglio la libertà di pensiero
di Piero Murineddu
Mi sfuggiva quasi che oggi è l’anniversario di morte del Signor G. Ha pensato un amico, che ringrazio, a farmene memoria, pubblicando di facebook un brano recitato a me del tutto sconosciuto, ” Mi fa male il mondo”, il cui testo è stato scritto insieme a un altro signore, oggi 92enne, di tutto rispetto qual’ è il pittore Sandro Luporini.
Concetti e parole che lette con attenzione, oltre farci vedere le nostre illimitate contraddizioni personali e collettive, rilevano anche, facendoci addirittura ridere, che a distanza di quasi trent’ anni da quando furono scritte, le cose non hanno fatto altro che peggiorare. Per fare un esempio, riporto di seguito il passaggio riguardante l’Informazione, mortificata troppo spesso da marionette, prezzolate e manovrate da chi detiene il potere ben stretto, specialmente della politica e della finanza.
Intanto sempre onore alla memoria di Giorgio e ancora auguri, affinché diventiamo persone che realmente pensano col proprio cervello.
“….Mi fa male che ci sia ancora qualcuno che crede che i giornalisti si occupino di informare la gente.I giornalisti, che vergogna!
“Cosa mettiamo oggi in prima pagina?” “Ma sì, un po’ di bambini stuprati, è un periodo che funzionano”.
Mi fanno male le loro facce presuntuose e spudorate. Facce “libere e indipendenti”(!) ma estremamente rispettose dei loro padroni, padroncini.
Facce da grandi missionari dell’informazione che il giorno dopo guardano l’indice d’ascolto, sì, alla televisione…
Facce completamente a loro agio che si infilano le dita nelle orecchie e si grattano i coglioni.
Sì, questi geniali opinionisti che gridano, litigano, si insultano, sempre più trasgressivi, questi coraggiosi leccaculo travestiti da ribelli!
È ‘questa’ libertà d’informazione che mi fa vomitare!”
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Il testo completo di ” Mi fa male il mondo”
(al sedicesimo minuto circa fare attenzione alla descrizione del tipico politicante)
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=9212
Qui l’ intervista alla figlia Dalia di due anni fa