Mario Stella: “Mi ha preso per mano, e attraverso il suo sguardo, mi ha comunicato una forte energia d’amore”.

MARIO 4

 

di Piero Murineddu

Dopo la sua scomparsa, quando di tanto in tanto a Sennori varcavo quel portoncino di via Umberto, provavo ad immaginare i pensieri e i sentimenti che hanno riempito le ultime e tormentate ore di vita del carissimo Mario. Inevitabilmente però, i timidi e sofferti tentativi di razionalizzare la successione degli eventi lasciavano il posto a quel rispettoso silenzio interiore ben espresso dal “Namastè” (“m’inchino a te“) scritto nel pezzo di legno che sovrastava la facciata della piccola casa.

Era tutto un periodo che il malessere prendeva  in lui continuamente il sopravvento, e questo nonostante il continuo desiderio e sforzo di mantenere quel necessario equilibrio che consente di percorrere quelle strade così spesso tortuose e piene di asperità che la vita ci presenta davanti.

Da sempre Mario è stato uno spirito semplice e testardamente libero. Pur non essendo particolarmente amante dei tatuaggi, si era fatto imprimere l’immagine di un minuscolo gabbiano, uccello che per lui simboleggiava quella libertà da sempre ricercata. Se l’era fatto mettere sul petto,in prossimità del  cuore.

Mario era allergico alle fredde e ipocrite convenzioni, quelle che spesso caratterizzano il rapporto tra le persone. Possedeva quel particolare e sempre più raro animo che lo portava ad avere massima attenzione e delicatezza per chi incontrava affaticato lungo i suoi “stretti sentieri”,e l’innata e voluta generosità lo spingeva a condividerne i pesi.

In alcune tappe della sua esistenza, si è imbattuto in persone che son state molto significative per lui, come Tony, un medico che insieme alla scienza, curava i suoi pazienti con una vicinanza e attenzione umana che raramente si riscontra in chi pratica la medicina:

In un particolare momento di difficoltà, Tony mi ha preso per mano, e attraverso il suo sguardo, mi ha comunicato una forte energia d’amore“.

Lo aveva incontrato in uno dei suoi viaggi a Londra, poco più che ventenne. Nella metropoli inglese vi  era arrivato come tanti altri coetanei sennoresi, ieri come oggi alla ricerca  di lavoro e anche per sfuggire una vita di paese avara di valide prospettive.

E’ in quegli anni che intraprese il primo viaggio in Asia, attratto probabilmente dal fascino che il modo di vivere di quelle terre provocava in lui. Di quella forte esperienza aveva tenuto un diario, dove oltre che annotare le forti sensazioni vissute in quelle giornate, rileva la sincera ospitalità che solamente i poveri sono capaci di offrire.

Lo trascorrere tre giorni in pieno  deserto guidato da un nomade settantenne gli fa scoprire la dimensione spirituale e contemplativa della vita, che lo accompagnerà per il resto dei suoi anni.

Questa la pagina scritta in occasione della sua morte e dove sono presenti le pagine del diario tenuto durante un suo viaggio in Asia.

 

FB_IMG_1651640599543

Al rientro in paese ha l’opportunità di coltivarla entrando in contatto con un gruppo di giovani che si ritrovavano intorno ad un giovane originario di Napoli, Nicola, che ancora oggi vive a Sennori, curando la sua famiglia aperta all’accoglienza, secondo lo spirito indicato da un grande sacerdote venuto a mancare qualche anno fa, don Oreste Benzi, fondatore nel riminese di un’associazione di famiglie affidatarie che nel tempo ha trovato attecchimento anche dalle nostre parti. In quel periodo, ricordato con molta nostalgia dallo stesso Nicola, Angelo, Gavino, Costanzo, Uccio e altri, si sperimentava una sorta di vita comunitaria e di condivisione.

Insieme affrontavano e sviluppavano tematiche legate al vissuto individuale e al rapporto con gli altri, svolgendo attività che hanno sicuramente accresciuto la loro amicizia, quali la creazione di icone, cofanetti ed altri manufatti.

Mario si era appassionato alla costruzione d’icone anche durante la sua permanenza a Rimini,presso il centro diurno “Il Biancospino”, durante la quale aveva instaurato delle belle relazioni d’amicizia con Ettore, Teresa, Eraldo Barbara e altri ancora.

Sopratutto grazie ai due viaggi compiuti in Asia, Mario scoprì e fece propri molti aspetti della spiritualità orientale, e probabilmente la sua concreta attenzione verso i poveri fu originata da quelle esperienze fatte in quei luoghi lontani.

L’aver vissuto a lungo in campagna e il lavorare la terra, poi, hanno sicuramente contribuito a formare in lui un animo pacifico, conoscitore e, per quanto gli era possibile, rispettoso dei ritmi naturali delle cose. Si cibava di verdure e frutti che lui stesso coltivava  e amava allevare animali da cortile.

vari 052

Era riuscito anche ad addomesticare una cornacchia che, avendo difficoltà nel volo, era andata a far visita a Mario, con la certezza di essere ben accolta e ospitata.Fino a quando insieme decisero che era arrivato il momento di separarsi, l’uccello, sempre lasciato libero, era divenuto un membro fisso della famiglia. Il rapporto costruito per lunghi anni con la sua inseparabile Syria, bellissimo e intelligente cane lupo di cui si era occupato dai primi giorni di vita, riempiva spesso il suo tempo e assorbiva le sue attenzioni. Syria era la compagnia prediletta e fedele nelle numerose e lunghe  camminate esplorative, attratto sempre dal bisogno d’immergersi  il più possibile nel cuore della natura, prontamente disponibile a conversare con pastori che capitava d’incontrare.

SYRIA 001

A conclusione del primo viaggio in India, Mario decise di visitare anche il vicino Nepal, Paese che da poco era stato colpito da un’immane tragedia causata da un terrificante terremoto.

nepal

Fu colpito dalla bellezza della natura, con vastissimi boschi e tantissimi fiumi. Nell’occasione, a bordo di un piccolo aereo da turismo, riuscì anche a sorvolare la catena dell’Himalaya e fotografare la cima piramidale dell’Everest seduto tra i due piloti, privilegio concesso a turno alla quindicina di passeggeri.

Di  quell’ora di viaggio racconta visioni meravigliose. Avrà sicuramente assaporato la bellezza di sentirsi parte di una Realtà Misteriosa che troppo spesso  la durezza dei nostri giorni ripetitivi non ci permette di gustare a fondo.

mario 2

Nonostante i pericoli a cui potevo andare incontro, mi sentivo al sicuro sopra l’elefante. Ero fortemente emozionato dalla forza di questo animale, che riusciva  a spostare grossi arbusti per farsi spazio nel sentiero”.

Queste parole, Mario le aveva scritte al ritorno di un safari di tre giorni nella giungla con gli elefanti, sempre in Nepal. Mi fa ripensare alle volte in cui era lui a sentirsi dentro una forza in grado di gestire al meglio tutte le situazioni  che gli si presentavano davanti, salvo poi doversi arrendere e riconoscere che con l’aiuto di altri, specie in certi periodi,  “si sentiva più sicuro”. Ma questi “altri” da cui farsi sostenere, giustamente, dovevano essere persone speciali, persone in cui poteva riporre la sua fiducia perché capaci di stimolare in lui tutte le grandi potenzialità che aveva. E non per forza dovevano essere persone di grande intelligenza e di particolare posizione sociale, ma principalmente attente e presenti, di quell’attenzione e presenza verso il prossimo sempre più difficile da attuarsi, presi come siamo dalle nostre cose e dal soddisfare principalmente, quando non esclusivamente,  i nostri bisogni, lasciando agli altri, sempre che ne rimangano, solamente le briciole.  

Mario rifuggiva quella mentalità utilitaristica che troppe volte infarcisce le nostre miserevoli e comode morali e che ci porta a calcolare quanto e cosa possiamo ricavare dai contatti giornalieri coi nostri simili. 

Mario braccia allargate 001

Non avevo ancora badato alla frase a caratteri piccoli incisa sotto “Namastè”, la scritta che sovrastava la casetta dove Mario ha vissuto gli ultimi anni della sua vita:

La realizzazione del Sé è un vostro diritto e come tale non può essere comprata“.

E’ con quest’impegnativa affermazione che voglio concludere questo ricordo, prendendola come importantissimo lascito per me e per tutte le persone che  hanno conosciuto il mio indimenticabile cognato e figlioccio.

mario 001.bmp

Mario Stella: “Mi ha preso per mano, e attraverso il suo sguardo, mi ha comunicato una forte energia d’amore”.ultima modifica: 2021-01-21T06:05:11+01:00da piero-murineddu
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog.
I campi obbligatori sono contrassegnati *