STORIE DI ORDINARIO DISAGIO SOCIALE ED ESISTENZIALE
di Piero Murinedu
“La LOCOMOTIVA”, di Francesco Guccini, ispirata da un fatto realmente accaduto il 28 luglio 1893, quando il fuochista anarchico Pietro Rigosi, di 28 anni, si impadronì di una locomotiva e la mandó a schiantarsi contro una vettura in sosta nella stazione di Bologna, e “PIAZZA BELLA PIAZZA”, ispirata da una filastrocca che la mamma di Claudio Lolli cantava al figlioletto e il cui testo parla di varie stragi legate sempre a Piazza Maggiore e alla stazione di Bologna, negli anni della cosiddetta strategia della tensione e degli attentati in cui decine di persone inermi persero la vita per oscure manovre probabilmente organizzate negli alti palazzi del potere.
Due canzoni che in parte esprimono appunto rabbia e frustrazione e che il reo confesso di questo omicidio di Sassari usava per comunicare col mondo circostante, aiutato dalla sua chitarra.
Comunicare che cosa? Forse RABBIA e FRUSTAZIONE per non esser riuscito a realizzare le proprie aspirazioni e, forse, anche DISPERAZIONE per non riuscire ad intravedere una via d’uscita, in mezzo al ripetersi di giornate tutte uguali e probabilmente insignificanti.