Certe mattine hanno veramente l’oro in bocca

di Piero Murineddu
No, proprio non sono tipo da tirare tardi alla sera. Di conseguenza, altroché se sono mattiniero, e pure piacevole assai! Del resto che ci stai a fare lí a girarti e rigirarti tra le lenzuola ormai calde una volta che il sonno ha deciso di prendere il volo…..
Appunto. Il volo.
Mezzo zombiato, indosso due stracci e via per il mondo. Se poi il mondo non è il solito, quello più o meno ripetitivo del resto dell’anno, allora il senso dell’avventura e la curiosità di scoprire quanto ancora non si conosce supplisce molto volentieri a quell’ insufficiente riposo notturno che l’avanzare degli anni rende sempre più frequente.
Giorno di mercato oggi, sabato. Ancor prima che si completi l’albeggiare, mi ritrovo in quelle bellissime strade del paese circondato dai monti ancora avvolte dal silenzio. Sensazioni non possibili da descrivere. Ci si sente assolutamente i soli a respirare consapevolmente e non in modo automatico come avviene nelle ore in cui l’intero essere vaga per gli anfratti scuri del subconscio.
L’eremitaggio vagante dura purtroppo&menomale sin quando non sento spazzare i tre metri quadri davanti all’ingresso di quel bar dell’angolo dove m’infilo senza esitazione per sentire il rumore discreto della macchina del caffè che sta entrando in carburazione.
Non passa molto che il graduale brulichío di vita sostituisce quello spazio temporale di cui mi sentivo unica presenza.
Giorno di mercato, dicevo.
Una cascata generosa di colori, di voci, di sorrisi, di buongiorno ancora mezzo assonnati ma che mi ricordano la bellezza di rapporti umani gentili e colmi di rispettosa attenzione.
“Cortesemente, mi può pesare due melanzane e due peperoni…. non troppo grossi, se li ha….”
“Vanno bene questi?”
“Ma…. ma…sbaglio o ce n’è uno giallo e uno verde?!”
“Eh, si…”
“Ma per carità! Me li può sostituire con due rossi, magari quei due belli grossi che vedo lì, a sinistra della cassetta?”
“Eh eh… va bene… come vuole….”
Bello sentirsi immersi in mezzo alla gente, ma il tanto che non superi la soglia di sopportazione.
Poco più avanti, mentre me la passeggio, vedo un vecchio col bastone seduto al freschetto e seguendo a fatica con gli occhioni vispi l’andirivieni sempre più frenetico.
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” Buongiorno. Posso sedermi qui?”
“Come no… prego, prego..”
“Sembra che l’aria stia rinfrescandosi, finalmente…”
” Eh, qui in altura è così… ma ho sentito stamattina alla radio che anche altrove non è diverso…. Ah, non è più come prima…. Sembra che non esista una regola per niente…”
“Piacere. Piero mi chiamo…”
“Piacere anche mio. Mi chiamano Ezio da quando sono nato….”
” È di queste parti?”
“Sono la bellezza di 56 anni che vengo con mia moglie Enrica, divenuta ultimamente un’SS e la mia grazieaddio “badante”. Sa com’è… non è che non ci vogliamo bene, ma…. ufffhhh… quando è troppo…”
Non tardiamo a darci del tu, proposto da questo architteto minerario passato in seguito ad altra specializzazione perché di trascorrere ore e ore sottoterra non ne poteva più.
Enzo mi dice confidenzialmente che è ancora sorpreso che uno sconosciuto qual’ero fino ad un quarto d’ora prima si sia fermato a conversare così tanto amabilmente che non indugia a raccontarmi buona parte delle sua tuttaltro breve vita.
Mentre gli argomenti rimbalzano da quando per conto della Vianini, allora proprietà del Vaticano ha girato mezzo mondo, al colonialismo nei Paese africani che qualche benessere l’ha portato, anche se poi i regimi dittatoriali non hanno favorito un reale progresso….
Cerco di dire che ad oggi, seppure con altre forme, il colonialismo non è mica finito, ma di far polemiche non c’è voglia.
Di lì a poco arriva Elvis, nigeriano con un rosario talmente penzolante dal collo che ci viene quasi voglia di recitarcene una decina….
Arriva da Vicenza Elvis. Ogni sabato spende quei 6 euro e spicci per venire quassù e ragranellare i soldi per l’andata e ritorno, sperando in qualcos’altro che lo aiuti a tirare a campare la sua permanenza italiana da irregolare.
Con Ezio ed Elvis, sedutosi a completare il terzetto, la conversazione si fa talmente fitta, che prima di separarci, il vecchio mette in mano al giovanotto venti euro perché sprovvisto di monete…
L’abbraccio è inevitabilmente seguito da un arrivederci nell’aldilà, quando avremo più tempo per affrontare senz’ombra di una minima polemichetta qualsiasi argomento.
Sapete cosa penso? Penso che l’aria di montagna fa proprio bene fa…..
Luogoindefinito (Mondo), 27 luglio 2019
Certe mattine hanno veramente l’oro in boccaultima modifica: 2019-07-27T20:44:49+02:00da piero-murineddu
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