Rivolto a chi interessa la vita ecclesiale

di Piero Murineddu

Di seguito riporto delle considerazioni, accompagnate da parecchi numeri, di una persona a cui evidentemente la vita di fede, solitamente alimentata dalla frequentazione delle parrocchie e quindi dei sacramenti, preme molto. E lo si vede dal tono con cui fa la sua analisi.

Dal testo originario mi son permesso di togliere, oltre troppi punti esclamativi, alcuni termini quali “inutilità”, “tempo perso” e qualcos’altro, in quanto personalmente conosco delle realtà, anche se in verità non tantissime, in cui, grazie alla sensibilità e all’impegno del parroco e dei suoi collaboratori, il tradizionale catechismo e gl’incontri prematrimoniali sono tutt’altro che inutili. In modo particolare di quest’ultimi, molti sposi riferiscono di un costruttivo momento. Ma non solo. Riporto un’ esperienza diretta.

Recatomi non molto tempo fa nel monastero benedettino del nord Sardegna per trascorrervi un pomeriggio, sono incappato in un gruppo allegro e vociante. Avvicinatili, ho scoperto che si trattava di ragazzi che, accompagnati dalle rispettive famiglie, si preparavano per la cresima. Il giovane prete che li guidava aveva proposto loro di trascorrere, di tanto in tanto, delle giornate conviviali, visitando delle località significative che avevano deciso insieme. Grazie a queste giornate, si stava creando tra loro molto affiatamento, conseguente alla conoscenza reciproca.

Un sacramento qual’è quello della cresima, che solitamente lo si vive come ultima tappa alla frequentazione della parrocchia, in questo caso credo che per queste persone non sarà inevitabilmente così, e questo grazie a questo diverso modo di prepararsi: conoscendosi, guardandosi in faccia…….

Un po’ è quanto dice da subito Enos nella sua analisi: oggi quello che manca è vera vita comunitaria. C’è poi il senso del “catechizzare” in sè che è assolutamente necessario rivedere dalle sue fondamenta. Credo che oggi, più che pretendere d’inculcare nella testa di esseri pensanti delle nozioni intoccabili, sia tempo di puntare ad una ricerca fatta insieme. Davanti all’ “indottrinamento”, termine già negativo in sè, ogni persona libera tende ad opporsi. Giustamente.

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CATTOLICESIMO OPPORTUNISTICO?

di Enos Rota

Le esperienze di vita comunitaria incidono nella vita di un ragazzo molto di più che gli 8 anni di catechismo dopo del quale, tutti se ne vanno. Ma vescovi, preti, catechisti non l’hanno ancora capito: continuano nel “si e’ sempre fatto cosi” senza mai nessuna novità cambiamento, innovazione.

Chiese deserte e seminari vuoti. 8 giovani su 10 la domenica fanno tutt’altro che andare a Messa, frequentata ormai solo da over 65.

Confessione: 7 su 10 la ritengono inutile. Matrimoni: calo pauroso, solo il 15 sceglie quello cattolico con quei corsi prematrimoniali di 50 anni fa. Dopo cresima: fuga dai giovani e disaffezione ai sacramenti.

La popolarità dei Papi non conta e non influisce sull’aumento dei cattolici. Forse la coerenza e la credibilità farebbero la differenza per convincere la gente a credere.

Nonostante tutti gli sforzi di Papa Francesco, cresce la desertificazione delle Chiese: calo dei fedeli del 30% dell’età fra i 50 e 60 anni, non quindi solo fenomeno giovanile della fuga nel dopo-cresima, ma la “secolarizzazione” avanza e un cittadino su 5 non mette mai piede in Chiesa come il 30% degli studenti, cioè la categoria più agnostica e atea.

Si dà la colpa a:

– edonismo individualista
– cultura dell’effimero e del consumistico
– eclissi del sacro dalla società
– mentalità diffusa del Dio assente ecc.

Ma chi segue davvero gli insegnamenti, le indicazioni, i principi, che ogni giorno praticamente il Papa indirizza ai cristiani?

Girando incontro ancora tante parrocchie blindate, preti demotivati, cristiani spenti, altro che aprirsi alle periferie geografiche ed esistenziali.

Si preferisce custodire tranquillamente quei quattro gatti di fedeli rimasti, naturalmente con età da Casa di Riposo, quella religiosità rituale di Messe e Rosari, incontri noiosi e ripetitivi, e gestire quel 4% che resta dei giovani, piuttosto che mettersi in discussione, uscire, espandersi, porsi in ogni iniziativa in stato di missione e mobilitazione per coinvolgere la maggioranza della gente che è “altrove”.

Presto il 40% delle parrocchie non avrà più un Parroco residente, e noi pestiamo i piedi per volere la Messa negli orari più comodi e nei posti più vicini.

Siamo diventati Cattolici dell’opportunismo, dell’interesse, del menefreghismo, dell’indifferenza.

Rivolto a chi interessa la vita ecclesialeultima modifica: 2019-02-27T16:49:53+01:00da piero-murineddu
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