Ai miei figli Marta e Giuseppe

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di Piero Murineddu

Allora si era molto più giovani e specialmente con qualche acciacco in meno. Intendo quel babbino lì, molto compiaciuto degli allora ancora figlioletti e all’apparenza molto sicuro di sé. Sicuro di sé per dire, si capisce. Mai avuto certezze preconfezionate su cui comodamente crogiolarsi e da spiaccicare presuntuosamente in faccia a nessuno. Camminare giorno dopo giorno, cercando di evitare i sassi e non di rado togliendoli dalla strada per impedire che altri v’inciampassero. A volte, com’è normale, l’equilibrio è venuto a mancare, ma una mano amica per aiutare a rialzarsi la si è sempre trovata, disponibile e premurosa.

I figlioletti son cresciuti. Contentissimo di come stanno procedendo nel loro cammino, sopratutto per l’attenzione che, con il loro occhio vigile e il cuore aperto, mostrano per chi incontrano che cammina faticosamente, appesantito da una società che è tutt’altro che solidale.

All’attuale babbone è quanto preme maggiormente: vedere due amati figli che stanno sempre più capendo che non sono circondati da nemici, ma da loro simili coi quali ci si può sorreggere a vicenda per essere più stabili nel camminare.

Ai miei figli Marta e Giuseppeultima modifica: 2019-02-17T21:20:36+01:00da piero-murineddu
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