Buon Passaggio, amico mio….

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di Michele Meschi

Non ti ho conosciuto, ci hanno separati settecentoquarantotto anni. Succede. 

Ti hanno dipinto come il monaco obbediente, con tanto di abito e di stimmate; il ricordino con il lupo e il presepio, la rondinella in testa.

Non fosti monaco, vestivi di stracci, non sempre fosti obbediente, non somigliavi per niente al nostro santino familiare.

Eri un matto. Eri un giullare. Eri un esaltato. Eri un estremista. Eri un rompicoglioni. Eri poco più che un ragazzino quando, ormai completamente cieco, chiedesti di cantare – dico cantare – uno straordinario pezzo di letteratura in volgare, a lode di tutto ciò che esiste.

Secoli fa, quando santa madre Chiesa malediceva la putrefazione del corpo, osasti chiamare sorella quella putrefazione, fratello quello scempio.

Comprendesti che Dio, la natura, la bellezza e l’orrore sono la stessa cosa, che nessuna forza è più dirompente della pace e dell’amore.

Probabilmente non ti sarebbe piaciuta la trasformazione dei tuoi pochi compagni, allegri e disperati, nell’ennesima falange di sacerdoti, un po’ eroi e un po’ persecutori.

Ah, non ti sarebbe piaciuta neanche la basilica, con te dentro e l’abbacinante ciclo di Giotto a celebrarti.

Buon passaggio, amico mio. Ti accompagnino la luna, il fuoco acceso; il frinire di sorella cicala, nenia lungo il corso dei sogni.

Buon Passaggio, amico mio….ultima modifica: 2018-10-04T13:14:07+02:00da piero-murineddu
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