di Piero Murineddu
Mare splendido stamattina. Ancora piacevoli giornate di un’estate che non vuole saperne di lasciare il passo alla malinconica stagione autunnale. Certo, le piogge continuano a farsi desiderare, gl’invasi sono in paziente attesa di essere riempiti e l’acqua dai rubinetti notturni vien fuori timidamente, ma – ammettiamolo – il tepore diquesti giorni aiuta il buon umore e incoraggia le passeggiate. Per me specialmente quelle mattiniere, quando la frenesia delle cose da fare non ha ancora preso il sopravvento, e il farlo lungo la spiaggia col sottofondo discreto della leggera risacca aggiunge valore e piacevolezza.
Se poi vedi quello che nelle intenzioni potrebbe essere una capanna di pastori o più verosimilmente una catastella di legna che si prepara a diventare un piccolo falò notturno, allora il piacere del momento è triplicato. Ti siedi davanti e il ricordo va agli anni giovanili, quando più volte cogli amici ci si ritrovava intorno al fuoco scoppiettante, a formare i pochi accordi sulla tastiera della sei corde e squarciagolare insieme le intramontabili canzoni di Battisti, infischiandocene bellamente che ai tempi venisse considerato mezzo fascistoide perché non partecipava alle lotte di classe componendo canzoni “impegnate”. Il ” plaid” proteggeva le coppiette dall’umidità delle ore notturne e creava la sufficiente intimità per le sacre effusioni adolescenziali. Qualcuno esagerava “sorseggiando” troppo frequentemente il paglierino e spumeggiante liquido con marchio “Ichnusa”, ma il tempo di “strafarsi” con porcherie di ogni genere non era ancora arrivato, e la spensierata e sana allegria era ancora possibile. Oggi non so. Me lo auguro.