CHITARRE, BOTTIGLIE, PORTE ROMANE…..

 

di Piero P. Murineddu

Tipico fine cena tra amici. Piatti ammucchiati con rimasugli di cibo, bottiglie mezzo piene e molte di più completamente vuote, e sopratutto loro, le chitarre, pazientemente in attesa dentro le custodie e finalmente tirate fuori, approssimativamente accordate – e provateci voi ad azzeccare la giusta tensione di una “corda” chitarrosa con vari litrozzi di vino dentro lo stomaco e poi mi direte.. – e via, ad inoltrarsi in una dimensione temporale che non ha nessunissima importanza.

A che cosa? Come a che cosa? Ma naturalmente a sguaiarsela con Porta Romana. E con cosa se no? Due e tre accordi ben ritmati e la cosa è più che soddisfacente, per chi ascolta e per chi si sfianca col braccio su e giù a sintonizzarsi il più possibile con l’altro di chitarra fornito.

Certo, uno che conduce il canto ci vuole, gli altri seguono. E vuoi che non ci sia quello che si butta con la seconda voce e quell’altro che voce non ne ha proprio ma il vino ingurgitato lo aiuta a non porsi i soliti problemi di bella o brutta figura, stupidaggini che in notturna non hanno nessun valore, a differenza delle normali ore diurne dove bisogna per forza rispondere a certi ruoli, scelti o imposti, e che gli altri si aspettano che tu non tradisca, pena l’implacabile giudizio di “incoerente e traditore”? Ma vaff……..

Eppoi ci son loro, le immancabili forchette o cucchiai sbattucchiati a tempo sulla bottiglia, quella vuota ( l’altra con ancora il prezioso liquido inebriante serve a riempire i bicchieri sempre in attesa).

Se poi tutto questo avviene in presenza di Francescone il Maestrone, insolitamente taciturno e tutto preso dal non uscire fuori tempo, e beh, la cosa acquista tutto un altro e alto significato. Da Vito in quel di Bologna? Credo…

 

CHITARRE, BOTTIGLIE, PORTE ROMANE…..ultima modifica: 2017-09-23T19:10:09+02:00da piero-murineddu
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