BETTOLA? BUTTIGHINU!

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di Piero P. Murineddu

Bellissima questa foto, accompagnata dalla didascalia della brava Stefania Spanu. Visi sorridenti, sia che lo scatto sia avvenuto nella prima metà degli anni quaranta, quando ancora l’inaudito e terrificante conflitto mondiale imperversava, oppure che sia avvenuto negli anni postbellici della ricostruzione, delle cose e specialmente degli animi.

Bellissima per la presenza di un’ancora giovane Antonietta Frau, a cui mi lega un ricordo pieno d’affetto e di simpatia.

Bellissima per l’attività che vi si svolge, cioè la preparazione di quella fortemente inebriante bevanda ottenuta dallo scarto di bei grappoloni d’uva sussinca.

Bellissima per il riferimento alla bettola, più localmente chiamata buttighinu, legato ingiustamente solo a sbornie colossali e a mariti che picchiavano le mogli quando facevano “vinu maru”.

Lu buttighinu era il posto di svago dopo le immani fatiche di tutta la giornata trascorsa in campagna, il più delle volte massacrandosi la schiena piegati sulla zappa. Ci si rifocillava con pietanze semplici e si stava insieme, rigenerandosi anche mentalmente. Logico, qualche bicchiere di troppo poteva capitare, e forse anche spesso. Ma era lo spazio di socialità che serviva per tirare avanti. Gli odierni bar? Tutta un’altra cosa.

BETTOLA? BUTTIGHINU!ultima modifica: 2017-08-24T13:44:29+02:00da piero-murineddu
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