La mia sdraio domenicale

di Piero Murineddu

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“Sdraio” ventilata stamattina. Una brezza che è veramente un piacere passeggiarsela. E basta con quest’estate arroventata che oltre chilometri di terra e vegetazione (questa volta non solo sarda, e la cosa non mi rallegra per niente), sta bruciando anche i nostri cervelli e la capacità di pensare e giudicare obiettivamente ciò che ci succede intorno, questione immigrati per prima. Ma lasciamo stare.

Piuttosto è quella nave là in fondo che mi riporta indietro nel tempo. La qual cosa mi viene provvidenziale, se non altro per mettere da parte almeno per un po’ le brutture dei tempi che stiamo vivendo.

Ma vi ricordate quando per raggiungere il “continente” ci potevamo permettere solo le otto e più ore di navigazione, con mare calmo o talmente agitato da fartene uscir fuori persino li viddigghi? Ah, quel primo viaggio, affrontato per il sacro dovere di “servire” la Patria! La nave s’inclinava talmente e senza tregua da destra a sinistra che era una meraviglia. I ponti, la sala del bar, i corridoi delle cabine….tutto un mare di vomito. Eppoi gli altri viaggi, inizialmente col passaggio “ponte” a trascorrere la traversata sdraiato nell’angolo meno trafficato, con quella luce accesa che ti torturava fino alla mattina seguente. Questo almeno fin quando non si è messo su famiglia e acquistata la macchinetta. Allora era arrivato il tempo del “lusso”, cioè un letto in una cabina che quando andava bene non dovevi condividere con uno sconosciuto che ronfava per tutto il tempo. Ah, la Tirrenia, compagnia unica che ti monopolizzava la possibilità di raggiungere ogni tanto lu “Guntinenti”! Ma ve le ricordate, alla mattina e poco prima dello sbarco, quelle lunghe e ancora assonnate file al bar per cornetto (rigidamente confezionato in fabbrica) e cappuccino ( rigidamente in bicchiere di plastica)? E dabboi la ressa e l’impaziente pazienza, pressati come acciughe da ” compagni” di viaggio, per arrivare, finalmente liberi, sani e salvi, alla scaletta d’uscita. Aufhhhhh….era ora!! E quando dovevi trascinarti dietro la valigia o lo zainone sulle spalle, il dramma era doppio: “Scusi….oh, mi perdoni….permesso…..oh, mi scusi ancora…..”. Che tempi!
Adesso c’è l’aeroplano che neanche ti devi scomodare per fare il biglietto. T’attacchi al pici e in un attimo sei a posto. A proposito, e le agenzie di viaggio che caspita di fine hanno fatto?
Comunque sia, a me la nave manca. Almeno se doveva affondare, una nuotatina poteva ancora salvarti la vitaccia. Sull’aereo invece…… Ah, che tempi quando si viaggiava con la Tirrenia, servito e riverito da personale educato, disponibile e rigidamente …napoletano.
Buona domenica

La mia sdraio domenicaleultima modifica: 2017-08-20T09:25:29+02:00da piero-murineddu
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