Horror vacui. E sarìsthia? Terrore del vuoto

10001

 

 

di Piero Murineddu

E’ del pensiero che abbiamo timore. Per esempio, il pensiero della morte, che ai funerali plaudenti viene come rintuzzato (tenuto a freno, represso…) dal fracasso della vita“. Difficile essere in disaccordo con tale affermazione. Aggiungo io che pure quei palloncini fatti volare, quelle grosse moto  wroom wroom  wroom in corteo, o ancora quelle divise (qualunque divisa!) sull’attenti durante tutta la funzione funebre, denotano una fastidiosissima tendenza alla spettacolarizzazione. Se poi consideriamo tutti gli altri momenti e spazi della vita collettiva, ma anche quando si è soli, sembra proprio che il silenzio non ci permette di stare a nostro agio. Invece di rilassarci, l’assenza di voci e di rumori, qualsiasi essi siano, ci provoca noia, o peggio, agitazione. “Colonne sonore” dappertutto, e possibilmente di quelle tum tum tum tum. Quel micidiale elettrodomestico televisivo eternamente acceso, e spesso non perchè le parole e le immagini attirino particolarmente l’attenzione. Nei centri commerciali, cioè i moderni e quotidiani posti di ritrovo, quel   tum tum tum tum a volume non certo bassissimo è immancabile, nei bar e ristoranti idem, così nelle cosiddette spiagge “attrezzate”.  Quando mi è capitato di andare qualche mattina presto in una di queste spiagge insignite della “bandiera blu”, una pace che non vi dico, col semplice sottofondo della leggera risacca e del gradito e distensivo garrito di qualche gabbiano. Nel meglio di aprire il giornale e godermi il caffettino stravaccato nella sdraio da quattro – cinque euro, parte improvvisamente l’odiato tum tum tum tum del baretto lì vicino. Al che le mie budella iniziano ad attorcigliarsi, portandomi a proferire non proprio a bassa voce alcune delle mie irripetibili parolaccione del vasto repertorio ben custodito  in quell’angolo del mio cervello, utile alla bisogna per particolari momenti. Ma come sarà nata questa stupida e perversa convinzione che sia il modo più efficace di attirare consumatori paganti, rompendo loro i preziosissimi zebedei? Va bè. E poi ancora le feste e sagre paesane, le giostre, le sfilate,gli auricolari dei corridori solitari, il parlare parlare parlare della vicina di fila allo sportello dell’Asl………..

fabrizio.mardegan_parlare_troppo

Il silenzio scelto è divenuto oramai cosa rara, quando non è considerato addirittura roba per persone strane e fuori dalla norma. Le conversazioni sono spesso un parlarsi addosso, e ascoltarsi è cosa rara. I tipi “silenziosi” non sono attraenti come quelli con la parola facile ed espansivi. Il silenzio provoca sospetto e atteggiamento guardingo……

Conclusione? Boh, fatte voi.

vanvera-pensa

 

Horror vacui. E sarìsthia? Terrore del vuotoultima modifica: 2017-01-23T05:14:34+01:00da piero-murineddu
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog.
I campi obbligatori sono contrassegnati *