Natale? Un’opportunità per umanizzarci

Si, è oramai cosa rara, ma ha volte capita che aprendo il giornale la mattina non trovi solo notizie che ti fanno rizzare i capelli o che rischiano di farti scoppiare il fegato dall’incazzatura. E’ raro, ho detto, ma capita anche di leggere su fatti che aprono il cuore alla speranza e che ti portano a pensare  che non tutto è intrallazzo politico e che non ci stiamo completamente e inesorabilmente disumanizzando. Vi riporto quanto letto ieri su La Nuova (Piero Murineddu)

Giovani migranti ospitati dalle famiglie di Valledoria

Al via un progetto di coesione sociale rivolto ai minori non accompagnati L’amministrazione favorisce rapporti di amicizia finalizzati all’integrazione

di Giulio Favini

Un ragazzino da ospitare a casa a pranzo o magari per il fine settimana come un nipote, o un amico dei propri figli. Succederà a Valledoria (SS) dove alcune famiglie si sono dichiarate disponibili a intessere un rapporto di conoscenza con uno dei sette minori non accompagnati ospitati nel centro di accoglienza. Uno scorcio di normalità per giovanissimi che di normalità ne hanno conosciuta ben poca. Con delibera della giunta comunale del 2 novembre scorso è stato approvato all’unanimità il piano di coesione sociale predisposto dal settore delle politiche sociali del Comune di Valledoria, in collaborazione con il centro di accoglienza per migranti, gestito dalla cooperativa “Le tre Fontane”, che è rivolto all’accoglienza e all’integrazione dei minori stranieri non accompagnati. Il progetto segue in linea di massima le indicazioni predisposte dalla giunta regionale che con una delibera del 3 maggio scorso aveva approvato il piano regionale per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati. Così l’amministrazione comunale valledoriana, rilevato che nel centro di accoglienza per migranti risultano ospiti ben sette profughi minorenni, non ha esitato a predisporre un piano di accoglienza che troverà attuazione presso le famiglie di Valledoria. Infatti saranno queste ultime, a ospitare i minori nelle proprie case. «Il nostro sforzo – dichiara l’assessore ai Servizi sociali del comune di Valledoria Beatrice Serra – è quello di creare un clima di coesione tra i nostri ospiti e la comunità di Valledoria. Diverse famiglie di Valledoria si sono dichiarate disponibili a ospitare i minori almeno una volta a settimana a casa loro». L’assessore Serra spiega che prima di proiettare il minore presso la famiglia che si offre a dare la sua accoglienza, ci saranno degli incontri formativi e conoscitivi tra gli stessi minori e le famiglie. «In realtà abbiamo programmato degli incontri – spiega Beatrice Serra – che si terranno nella biblioteca comunale per fare conoscere i nostro ospiti alle famiglie, che si offriranno per prendersi cura di loro. Successivamente in base a questi incontri si valuterà quali sono le famiglie più in sintonia con le esigenze degli ospiti. Naturalmente anche i ragazzi dovranno dire la loro su dove andare a passare il fine settimana». Insomma, lo spirito dell’amministrazione comunale con l’approvazione di questo progetto è quello di valorizzare il capitale umano e le competenze, al fine di creare così un clima di collaborazione e fiducia con le persone straniere ospitate. Ma con tale progetto si vuole sensibilizzare ancor più la popolazione di Valledoria sui reali problemi e i rischi che i minori corrono se si interrompono le relazioni umane, evitando al contempo di sentirsi emarginati ed estranei alla cultura del luogo di accoglienza.

«Si vuole confidare nell’affidamento famigliare – si legge nella delibera della Giunta comunale – quale forma alternativa alla case di accoglienza, e favorire un ricongiungimento ideale, attraverso internet con la famiglia di origine per far sentire meno soli questi giovani ospiti».( G.F.)

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Un’ottima iniziativa, mi sembra. E questo dopo che tempo fa, nella stessa località, vi erano state delle proteste in prossimità dell’arrivo dell’Uomo Nero, reazione di chiusura purtroppo ancora diffusa. A fianco dell’articolo, nel giornale ve n’è un altro in cui si legge che  “la popolazione locale si è abituata a questa presenza e vorrebbe che i migranti fossero davvero inseriti nel tessuto sociale“. Cosa è questa se non la prova che quando non ci si fa vincere dai pregiudizi (oppure, peggio ancora, si vuole e si riesce a superare l’atteggiamento di rifiuto per dei convincimenti sbagliati formatisi nel tempo !) si cresce in maturità e umanità?

La cosa mi fa doppiamente piacere perchè è una civile iniziativa partita per volontà dell’ente pubblico, che finalmente capisce che il suo ruolo non è solamente quello di tappare i buchi nelle strade (cosa sacrosanta e doverosa, ci mancherebbe), ma anche quello di far crescere negli amministrati il senso dell’accoglienza e della comunità.

E’ un esempio di buona amministrazione che altri dovrebbero imitare o dal quale prendere lo spunto.

Prendiamo il caso di Sorso, cittadina dove consumo i miei anni terreni. Nell’agro del nostro territorio vi sono due case che ospitano migranti. Nessun minore, perchè la loro presenza richiederebbe da parte della cooperativa o dell’associazione ospitante diverse figure professionali. Tempo fa si prefigurava una collaborazione  con l’ente pubblico, col risultato, purtroppo ricorrente, di non vedere attuarsi alcunchè.

Provo a fare una proposta, un’idea che in verità  già l’anno scorso girava nella testa del mio amico e omonimo Giuseppe senior di Sennori. All’interno della nostra famiglia, col tempo si sta’ sviluppando quella disponibilità a non rimanere indifferenti davanti ai problemi di persone in cui possiamo imbatterci, siano essi locali e non. In diverse occasioni abbiamo condiviso la tavola o fatto qualche gitarella che ha agevolato la nascita d’amicizie nuove e di attenzione reciproca. Sia beninteso che non c’è alcun  scopo di autocompiacimento nel dire queste cose: dove mangiano in quattro, possono mangiare anche in cinque; un giubbotto di cui si può fare a meno nell’armadio si trova sempre; qualche pacco di pannolini si trova sempre qualcuno a donarlo; a venti euro per una piccola spesa facilmente si può rinunciare…….

Ma vengo alla proposta. Si sta avvicinando il periodo natalizio nel quale, volenti o nolenti, il nostro cuore è portato ad ammorbidirsi, seppur momentaneamente:

perchè non prendersi l’impegno d’invitare al pranzo natalizio  uno o due immigrati o altre persone che sappiamo non se la passano tanto bene?

Sarebbe l’occasione per una conoscenza reciproca e l’opportunità per far nascere nuove relazioni.

Se si hanno difficoltà a contattare questi ospiti e possibili nuovi amici, trovate il modo di farmelo sapere e vi agevolerò la strada. Potete farlo di persona, tramite messaggio privato su facebook o mandando un’email a piero.murineddu@libero.it    (Pi.Mu.)

Natale? Un’opportunità per umanizzarciultima modifica: 2016-11-07T14:42:00+01:00da piero-murineddu
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