Artisti nell’ombra – Franco e la sua silenziosa e continua Ricerca

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di Piero Murineddu

Sono diversi anni che con Franco Doro siamo legati da una discreta e per nulla stressata e stressante amicizia. Tempo fa mi aveva regalato una raccolta di versi prodotti dalla sua sensibilità creativa,“Unbluesevent’immagini“, titolo che fa trasparire, oltre la passione per quel particolare genere musicale afroamericano tuttora coltivato, anche l’intenzione di raffigurare attraverso delle metafore la sua percezione della vita. Venni a sapere anche della sua capacità di dipingere a china. Probabilmente forzai la sua volontà quando in occasione del mio matrimonio con Giovanna, dandogli una cartolina del Cristo Risorto gli chiesi di farne un dipinto. Ci accontentò, e il risultato di quel meticoloso e amorevole impegno, a distanza di 25 anni e avendolo collocato sull’uscio di casa, ogni giorno continuiamo ad averlo davanti agli occhi e lo teniamo molto caro.

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Franco, oltre a non essere mai stato particolarmente espansivo, l’ho visto anche sempre restìo a mettersi in mostra e tanto meno ad esibire le particolari capacità creative che indubbiamente possiede. La mia proposta di pubblicare alcuni suoi versi gli ha creato un’iniziale perplessità, non ritenendoli particolarmente degni di essere conosciuti. Dopo che gli ho chiarito che per me e probabilmente per qualcun altro avevano valore in quanto esprimono sinceramente il suo vissuto, ha acconsentito.

Accanito e attento lettore, è anche appassionato di viaggi, alcuni dei quali l’hanno portato a percorrere qualche tappa del Cammino di Santiago di Compostela. Quest’esperianza, come per molti altri, esprime sicuramente il desiderio di superare la quotidianità non raramente banale e ripetitiva di una vita di provincia, aprendosi con spirito di adattamento a nuovi incontri e volendo  ardentemente ricucire la frammentarietà di un’esistenza così spesso spezzetata dalla durezza di questi tempi che viviamo. Alcuni viaggi ci hanno visti insieme. A Parigi ricordo quel bollente the sorseggiato presso la Moschea, servito  a riscaldare le nostre gelide mani e probabilmente i nostri umori, incupiti da una giornata piovosa  e fredda. Una settimana trascorsa in Val d’Aosta, di mattina presto mentre il resto della compagnia era ancora abbracciata al cuscino della notte,  ci vedeva spesso incamminati in stretti sentieri scoscesi, rincorrendo sensazioni che ci avrebbero accompagnati anche al rientro nella normalità quotidiana.

E’ questo “sentire” diverso che penso mi accumuni a Franco ed entrambi cerchiamo di esprimerlo nel modo a noi più congeniale.

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Da  “Unbluesevent’immagini” ,  di Franco Doro

Ciò che rimane


Ho smarrito gli anni

barcollando nel tuo sguardo

in una notte d’inverno.

Ho camminato sino all’alba

guidato dal tuo respiro

per giungere in questa stanza

dove l’amore

inutilmente si nascondeva.

Ho corso come un pazzo

sfondando pareti

di dolore e di realtà.

Ho corso sui tuoi pensieri

su quelli che non hai fatto

sul tuo amore

di un bambino mai nato.

Sono precipitato

nelle tue mani

sulla tua pelle sudata

in questa rete dove

la mia e la tua libertà

sfiorandosi le labbra

inventano un nuovo intreccio.

Rimane la libertà

il legame più grande.

Senza biglietto

Cosmopoliti spiantati

respirano fumo nella biglietteria

Lontani dal proprio paese

e dalla logica

Messaggeri di strada

senza valigia e senza pretese

Farebbero a meno di dormire

per un bicchiere di ricordi veri

Treni sempre svegli

le unghie incollate ai binari

aggrediscono il silenzio

ad ogni partenza

Agenti afferrano la notte per il bavero

decisi a farla cantare

L’Orsa Maggiore senza biglietto

cercava di raggiungere un amore

Ragazzi spiantati

inventano una colletta

per una notte che non può pagare

Notte di fumo e di ricordi veri

  Viaggio

Stiamo correndo

avvolti in proiezioni

correnti

venti e tempeste

i piedi bruciano

700 trombe

per un grido celeste

sono poche

perchè restiamo pazzi

e non ricordiamo più

dove seppelliamo

le nostre coscienze

Stiamo affrontando

cimenevose-deserti-pascoli e mari

ma non sappiamo che farcene

visto che non crediamo più a niente

Abbiamo sistemato dio nel cruscotto

lo tireremo fuori

quando smetterà di raccontare storie

e farci promesse di eternità

Dentro una macchina

senza la ruota di scorta

(perchè il viaggio si esaurisce

giù sotto le querce-tenebra)

viaggiamo

e ridere e non capirci niente

è una perfetta bussola per noi

Incrociamo treni

aerei e brontosauri

carri di emigrati

pelle e ossa

corpi evasi dagli abiti

eremiti ancora in cerca

di visioni serene

Grattacieli assediati da sanguisughe

sono alle nostre spalle

il COMPUTER

nuovo re

nella sua corona di polvere

si sente già fratello

la nostra mente

è sedotta

da questo fratello – baro

che spiana gli orizzonti

 

 

 

Poeti come

 

Baciando un utero

il giorno di natale

ho aperto gli occhi

deciso a non cedere

alla seduzione dei codici

Perciò

ho un vomito scomposto

di parole da offrire

in mani d’argilla

ad un grappolo di amici

 

Tuoni sulla battigia

Su una spiaggia d’ombra

buste di cellophan

bottiglie infrante

amuleti di ruggine semisommersi

La schiuma li plasma

Una saetta nel cielo

apre un varco

ad una carovana di impressioni

diretti al nord

 

Film

 

Ragazzi senza nome

fanno la coda davanti al cinema

Capelli corti

e giacche di autorità precoce

Sorridono per un attimo

con apparente consapevolezza

poi i colori s’inginocchiano

ad una pellicola in bianco e nero

Astronavi scuotono lo schermo

con fantastica potenza

carri d’acciaio alzano le braccia al cielo

aerei schizofrenici ruotano

sconvolgendo l’assetto delle nuvole

Nella torre di controllo

il computer

ha occhi lucidi di commozione

la platea

ha duemila occhi di ghiaccio

L’immagine di un bambino

emerge nello schermo

una lattina tra le mani

un gemito d’amore

quasi una perla tra le labbra

poi la lattina cade dalle sue mani

e un fungo innaturale esplode

Tornano i colori

grigio e rosso

sul fondo verdazzurro

Una pioggia di frammenti

investe la sala

Mille coscienze

si spingono affannosamente nel buio

alla ricerca dell’uscita

CIVILTA’ DI MICROFONI

Agenti segreti

Investigatori

Truppe speciali

Controllori

Ognuno ha su di sé

cento occhi

Ci guardiamo l’un l’altro

con intuito superiore

Solo quelli

che hanno il coraggio

di stare calmi

non spiano,

non hanno mai pensati

di fare i furbi

e non si sentono affatto inutili

senza microfoni nascosti.

Abbiamo codici dappertutto

siamo un arsenale di notizie

(miniere d’inchiostro

per la prima pagina)

Sporgenze e buchi

del nostro corpo

sono un potenziale

nascondiglio di idee

i cani fiutano ovunque

La macchina sa

prima di noi

dove andremo questo fine settimana

sa quante volte restiamo svegli

a cullare l’insonnia

quante volte diciamo basta

ma non basta mai

Quando tutto sarà

perfettamente in ordine

e nessuno avrà più modo

di porsi domande

perchè anche il pensiero

sarà programmato i nprecedenza

La “libertà”

si aggirerà per le strade

fredde e deserte

finalmente realizzata in un mondo di uomini estinti

Guerriero

Eri un guerriero d’oro e nichel

in una guerra diamante

Ora non semini più panico tra i poveri

ma siedi nell’oscurità

di un rifugio sotterraneo

Ragni corrono lungo le pareti

e tessono ricordi

Una rete senza nodi

intrappola l’attesa

Ma non è ancora il momento

di abbattere la porta

Fuori c’è troppa luce

Piramidi di fuoco e fumo

azzurro di morte

L’ultimo missile

ha colpito il sole

Ora non giungono più segnali

La radio parla

ma nella tua mente

il suono è una linea

perfettamente orizzontale

Le tue mani tremano

Come farai ad accarezzare il futuro?

Maggio

Una ciliegia

senza progetto

pronuncia

il primo rosso

autentico

nell’immenso

incolore

Artisti nell’ombra – Franco e la sua silenziosa e continua Ricercaultima modifica: 2014-07-05T12:34:03+02:00da piero-murineddu
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