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ANTONIO&JORGE

 

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di Piero P. Murineddu

E’ lampante, all’ultra “ortodosso” giornalista e scrittore Antonio Socci i modi di fare, di pensare e quindi di agire di questo Papa proprio non vanno giu. Non vede l’ora di toglierselo dalle scatole. Non sopporta queste sue stravaganti aperture e accoglienze, diciamo “alla Gesù Cristo”.Perchè, in qualunque modo la si rigiri. il vescovo di Roma arrivato dalla fine del mondo, da fastidio, fa irritare. Fa, insomma. Eppure, se andiamo in fondo in fondo, Jorge è un prete all’antica, non particolarmente “modernista”. Ma a lui, ad Antonio, ciellino da una vita, formatosi alla scuola di Luigi Giussani e alimentato la sua appartenenza alla Chiesa (o a CL?) attraverso le Scuole di Comunità, uomo intelligente e fine penna, il vecchio prete da fastidio, e tutte le occasioni sono per lui buone per andargli contro. Provate a leggere la sua pagina FB. Eppoi il blog, eppoi la pagina ufficiale. Dipendente del quotidiano “Libero”. Conoscete questo molto “obiettivo e veritiero” giornale? Ecco, appunto. Tutto detto.
Una cosa non riesco però a capirla. Per Comunione e Liberazione l’Ubbidienza all’Autorità, considerata come rappresentante della volontà divina sulla terra, è una virtù, fortemente una virtù. E allora, il Papa non è più la prima autorità della Santa Romana Chiesa? Evidentemente ci sono dei distinguo, nel senso che se il Papa o un qualsiasi Vescovo dicono qualcosa che si avvicina anche lontanamente al pensiero del (per loro) compianto Giussani, va bene, altrimenti son tutti delle merde. Per loro, qualunque pretino responsabile locale dei tanti gruppi di CL sparsi in ogni dove, è più credibile e autorevole del Vescovo o addirittura del Papa che dice cose (per loro) distanti dal Giussani pensiero.
Tutto qui.

PASSEGGIANDOMELA NEL CENTRO STORICO SASSARESE

 

di Piero P.Murineddu

Ci credete? Non pensavo che a Piazza Tola si facesse ancora “Piazzatora”, com’è (era?) chiamato il mercato ambulante del venerdì a Sorso. Parlo di Sassari, naturalmente. Una bella piazza dove i mercanti, ambulanti e non, prevedono già il guadagnetto della giornata e a quello sono preparati e rassegnati, e non come succede a Sossu, dove i non ambulanti aspettano il venerdì come gli ebrei fuggiti dall’Egitto aspettavano la sfamante manna dal cielo. Sennori è a due passi, ma non credo che aspettino il sabato con tale ansia…smerciante.

La mattina presto Sassari è addirittura bella. Percorrere il Centro Storico, intendo. A piedi e lentamente, molto lentamente. Un caffè e un cornetto servito dal cameriere effeminato magasinaffutti, e via, a gustare il silenzio delle strette viuzze. Seduto nella piazza del Tola assisto all’arrivo sparuto dei commercianti che lentamente piazzano i loro tavolini per riempirli poi di calze, pantaloni e scarpe che ben pochi compreranno. Man mano che giungono, si salutano cordialmente.Lui, Pasquale, è sempre lì, immobile e silenzioso nella sua posa marmorea ( ochissà quale altro fossile), immortalato in un pensiero fisso che chissà quale sarà stato.

” Buongiorno, signora. Bello il suo cane. Scusi, ma mi saprebbe dire cosa c’era in quel vecchio magazzino fatiscente?” – “Boh……”
Si sente il tamburellare dei vari portatori di rhi Candareri che stasera si massacreranno di fatica per “devozione” (!) e per il divertimento del pubblico. Nella stradetta poco più in su ne vedo un gruppetto, tutti rigidamente con la stessa maglietta e qualcuno con la birretta in mano….

Intanto l’ora di apertura dei negozi è arrivata. Quanto corre il tempo quando fai qualcosa di piacevole! Entro nel market dove so che fanno delle ottime schiacciate salate di pane e paste alla mela. Me ne assicuro tre minuscoli “colli”. Lungo la strada verso la macchina incontro il primo immigrato: via la pasta alle mele. Poco prima di raggiungere l’auto e con le chiavi gia in mano, ecco il secondo immigrato: via una delle schiacciate e grande sorriso reciproco.

A questo punto la mia giornata di ferie sarebbe già conclusa, ma ci sono ancora i giornali da leggere, i gatti da togliere da sopra i divani, il cane da buttare fuori di casa a calci, che,fortunato lui, puntualmente riesce ad evitare perché mi previene nell’intenzione……..

Ah, oggi è lunedì. Buona settimana a tutti

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La (stanca) “SDRAIO DOMENICALE” di PETRO – 13 agosto 2017

di Piero P. Murineddu

Mah, più che stanchezza si tratta di altro. A volte mi viene lo scrupolo: ma vale la pena spremermi le meningi e dedicare del tempo per scrivere per delle persone – una minima parte, in verità.. – che s’introfolano nei tuoi scritti senza essere invitati, giusto per provocare, o per altre che – veramente! – o sono in mala fede, o sono prevenuti, o sono addirittura “mandati” da qualche oscuro burattinaio. Ma come è possibile fermarsi ad una immagine e, senza leggere minimamente ciò che ho scritto, esprimono un parere o danno un giudizio che non c’entra un cazzo col pensiero che ho voluto esprimere?

Per quanto riguarda le provocazioni e le poco velate minacce, ho gia provveduto ad informarne i carabinieri, salvando la “piacevole” conversazione e cancellandola per non dare visibilità a questi locali fascistelli in erba. Per atri, ho lasciato tutto com’è, sia in questa pagina, sia in quella mia personale. Ognuno può giudicare da se.

Epperò c’è l’impegno della “SDRAIO”. Facciamo così, per supplire, vi propongo uno scritto mandatomi proprio stamattina da un vecchio amico. L’argomento l’ha scelto lui. Per me, con l’urgenza di altro, sarebbe gia dimenticato, ma rispetto i tempi altrui e nel contempo ringrazio e saluto l’amico Gfranco Becu Pireddu. Buona domenica

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CALICI di STELLE A SOSSU

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di Piero Petro Murineddu

Mah, veramente le stelle erano poco visibili, ma in compenso un’ottima festa molto partecipata. E’ stato un vero piacere passeggiare in mezzo alla folla, ascoltare generi musicali vari ed interessanti con egregi musicisti, fermarsi nelle tante postazioni e scegliere la pietanza preferita, incontrare amici, chiacchierare piacevolmente e fare qualche tratto di strada insieme.

Nonostante il rientro tardissimo, almeno per me che non ho molta resistenza, stamattina, sveglia solita e ultra mattiniera. Cosa fai lì a girarti e rigirarti nel letto? Ti vesti, prendi la macchina e vai per goderti il silenzio della spiaggia deserta. Arrivato nella strada principale del paese, vedi solamente netturbini e le loro benedette ma rumorose macchine in frenetico movimento. Il percorso è zeppo di tutta la sporcizia immaginabile. Nella stradettina in salita che conduce al Palazzo Baronale c’è addirittura una volenterosa signora anche lei intenta a ramazzare, forse impietosita dagli sforzi dei gloriosi uomini della Nettezza Urbana Sussinca che fanno di tutto per far trovare ai propri paesani che si risveglieranno da lì a poco strade pulite e percorribili.

Mi chiedo: ma possibile che consideriamo questi sottopagati lavoratori “schiavi” della nostra maleducazione e dell’assoluta assenza di civico comportamento?

Mi chiedo: ma perchè, in questa come in altre manifestazioni festaiole e mangiazzanti, non sono gli stessi che preparano e distribuiscono la mangiozia e la bevozia a provvedere alla pulizia del posto come l’hanno trovato?

Mi chiedo………..

Ottima e riuscitissima festa quella di ieri sera

 

QUELLA NOSTALGIA DEI TEMPI ANDATI

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di Piero Petro Murineddu

In quell’altro giro   ( vedi http://www.accademiasarda.it/…/girovagando-tra-le-ombre-di…/)    Angelino Tedde si era fatto un largo giro per la città, anche lui in piena estate. Questa volta Tino Grindi, non giovanissimo anche lui, la passeggiatina estiva se la fa nel Centro Storico. Bella descrizione fa il vecchio Tino. La sua attenzione è attratta dalla gente che ancora usa spazzarsi la strada davanti alla propria casa, dalle lenzuola e cuscini messi sul balcone a prendere aria,dai pochi bambini incamminati verso chiesa e da vecchine che ne fanno ritorno dopo esser state ripacificate dalle parole del predicatore, ancora impastate dal caffelatte col pane raffermo poco prima assicurati dentro il sacro stomaco.Una passeggiata domenicale di buon mattino all’insegna della nostalgia quella del Grindi, e diversamente non poteva essere da parte di chi in quelle viuzze ha trascorso l’infanzia. La tristezza? Mah, tale sentimento è del tutto soggettivo e molto personale. Certo, dipende dal vissuto dell’interessato, in questo caso un vissuto che appartiene al passato più che al presente. Per il resto – riflessioni, considerazioni e deduzioni – pienamente d’accordo. Oltrepassati i sessanta è facile provare certi sentimenti, ovunque ci si trovi, sia essa Sassari, Sossu, Sennaru e altrove. Per quanto riguarda la cura del posto, questo è un altro discorso.

Sorso “LE NOSTRE SPERANZE PER UN FUTURO MIGLIORE”

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di Piero Petro Murineddu

Il luogo, l’orario e la data li vedete. Oggi come ogni giorno. Dopo le merende/cenette(!) notturne delle nostre “speranze per un futuro migliore”, cioè parte delle ragazze e ragazzi ( a cui Sorso “naturalmente” non piace: e perché è morto, e perché non c’è niente e per questo e quast’altro blaterando), quello che vedete sono i resti del loro passaggio.

Ed ecco i pazienti, stanchi per le levatacce quotidiane, validissimi, sicuramente sottopagati e signori spazzini ( preferisco “spazzini” al l’ipocrita “operatori ecologici” e “signori” nel vero senso della parola, che dovremmo ringraziare e salutare sempre col massimo rispetto!) che ramazzano e fanno aspirare alla macchina infernale ciò che l’indomani mattina dovranno ancora ramazzare, aspirare….. E così il giorno dopo ancora, e ancora, e ancora….

Uno dei rari cestini è lì, desolatamente quasi vuoto e depresso perché si vede praticamente non riconosciuto nel suo ruolo.

E così il giorno dopo ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora……

Le nostre ragazze e ragazzi sussinchi, “speranze per un futuro migliore”………………………………..

La “SDRAIO DOMENICALE” di PETRO – 6 agosto 2017

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di Piero P. Murineddu

Mah, più che “sdraio”, questa mattina preferisco starmene stravaccato, disteso su questa erbetta che – maledizione – le mattiniere formichine vogliono percorrere ogni minima parte ” calpestabile” del mio non molto esteso corpo. Mi son già appioppato una trentina di colpi per dissuaderle e lasciarmi in pace, ma loro senza alcuna comprensiva pietà insistono e persistono. Pack……un altro colpo al mio collo. Ah, adesso si sono aggiunte le moschettine, quelle maledette dal genere umano. Pensavo che almeno loro la domenica si alzassero un po più tardi, ma niente, sono più mattiniere di me.

Quindi, vediamo. Perché ho messo questa foto, uscita malissimo? Niente, è la prova visiva che questa notte mi è toccato fare le ore piccole. Potevo rimanere a dormirmela ancora stamattina, ma niente, a quell’ora, che mi corichi alle nove di sera o alle tre di mattina, come appunto è successo, il mio cervello, per niente riposato, si sveglia e con prepotenza mi obbliga ad alzarmi. E che faccio, me ne sto lì a girarmela e rigirarmela nel pavimento caldo dove ho dormito per tre ore? Maglietta, pantaloncini, cane e via, alla scoperta di altri mattinieri come me che oggi non ho neanche voglia di salutare come solitamente mi capita.

Dicevo della foto. Una bella serata/mezza nottata trascorsa in buonissima compagnia, con Gavino che lotta con la sua malattia e mi viene spontaneo abbracciarlo con tanto affetto, con Anna che, oltre a lottarsela anche lei col suo male, se la dipinge egregiamente e riesce a conservare un buonumore invidiabile, con Mary che se la giochicchia coi suoi autoserfie e secondo lei sindaco dove abita non v’è, con Franco ringiovanito e di ottimo umore per la nuova relazione amorosa, col generosissimo Vanni coi suoi veritieri ed esagerati racconti di questo e di quell’altro, con Pierpaolo, instancabile factotum ma totum veramente, che oltre illuminare, coordinare, cucinare, suonare ma non cantare, sopportare….. alle 2,35 ha ancora forza per raccontare le ultime barzellette(*). Se non ci fosse il prezioso Pierpy, il mondo ne risentirebbe tantissimo.

Eppoi ancora Gianni, sempre educatamente a chiedere dove può fare un po …..d’acqua ( ma scegliti un punto della campagna e fa tu, santamadonna!), Giuseppe figlio che se la magna e se la svigna, Sandro che mi dice delle tariffe per trasportare clienti indinariti in auto a Cagliari che io ci vivrei per un mese. Eppoi Antonella “servitrice” con splendida figlioletta al seguito e l’altra Antonella “solo” fidanzata, non di Edoardo Bennato ma del gia citato Franco, i giovane Daniele che ascolta e interagisce con José coi suoi argomenti impegnativi anche alle tre meno dieci, Cenza con la sua pazienza, Laura con la sua “abbondante” e simpatica napolitanita’, Gavina che crolla beata sulla MIA amaca, pensando al suo Giovanni apparentemente assente ma senza il quale il rustico barbicue sarebbe ancora un sogno, Tetta che scruta e annuisce, quel mezzo cavallo fatto a fette e arrostito senza un lamento ( del cavallo), quei pesci idem, quelle crostate fatte in fabbrica completamente fuori posto ma assaggiate per non farle rimanere male. E ancora, ancora e ancora…..

Eppoi lei, l’insuperabile me muglieri che senza richiesta alcuna, se la racconta, se l’anima, se la presenta, se la suona e se la canta ( MI minore, RE maggiore e boh).

La partecipazione di altri, specialmente per magnazzare, è stata molto attiva.

Alcol? Neanche un goccino che uno, dimostrando che l’acqua fresca fa buon sangue, disseta e crea buonissimo umore.

Embe’, e la prossima quando la rifacciamo?”  Eeeeehhhh….andate in pace adesso, e del domani non facciamoci pena. Intanto tentiamo di trascorrere una buona domenica.

Primo ps
Un ringraziamento particolare al mio carissimo cognato Mario Stella, che da lassù ha partecipato alla bella serata e senza il quale quella casetta sarebbe stata ancora una catapecchia.

Secondo ps
(*)
Credetemi, faccio uno sforzo sovrumano per scrivere con questo benedetto smartphone, ma devo dare dimostrazione al prezioso factotum Pierpaolo che qualche barzelletta che racconta la capisco e – udite! udite! – me la ricordo anche. Certo, ci manca la sua mimica, ma accontentatevi

Un tipo si presenta al bancone del bar e ordina un caffè. Intanto con la faccia un po depressa e l’atteggiamento lassadd’a fara’, tiene le mani davanti una sopra l’altra, formando un nicchietta. “Prego, signore…” – “scusi, mi può versare un cucchiaino di zucchero e girarmelo?” – ” Come no, da noi il servizio è completo, il cliente e nostro padrone e blablabla…” – ” Mi scusi se oso: potrebbe appoggiarmi la tazzina alla bocca e farmelo bere?” – ” ehm..ehm…ehm…va bene..da noi il servizio è completo e ancora blablabla……” – “Guardi, lo so che sono insistente, ma potrebbe prendere il portamonete dalla mia tasca e pagarsi?” Il barista, con sempre invidiabile flemma: “….da noi il cliente……. Ma mi scusi se mi permetto: ma perché tiene le mani così?” Il cliente si gira per assicurarsi che nessun altro ascolti e avvicina la bocca all’orecchio del paziente barista: ” Ha presente quel tipo che azzecca tutti i numeri del superenalotto ma dimentica di giocare la schedina? Mi dica lei…che fa?” – “Ma, minimo si taglia i coglioni….si taglia”. Il povero cliente finalmente apre le mani, svelandone il prezioso contenuto, almeno ex “prezioso”: “…ecco, appunto, questi sono i miei…..come ha detto? Ah, si…i miei ormai inservibili coglioni….”

Ittiri, San Narciso delle piogge , don Nicola…..

 

NICOLA

La Nuova di oggi

di Piero Murineddu

Quindi, affinchè piovva – benedetta l’acqua sia – a Tattari mannu invocano Proto, Gianuario, Gavino e, dato che ci sono, anche Nicola, che di Sassari è il patrono.

A Ittiri  Nicola prete invoca Narciso e lascia perdere Nicola che fino a oggi ha fatto orecchie da mercante.

Il dio Pluvio (Giove per gli ignoranti come me) continua a strafottersene e persiste nella sua sifaperdire divina  indifferenza.

Quella testarda goccia (ricordate?) che a forza di scendere buca anche la roccia poi, o si è completamente prosciugata o si è rotta veramente le ….ovaiettine.

E allora che si fa? E proviamoci anche con Narciso, va….

D’altronde, da come lo ricordo, il Nicola don di stravaganze se ne intende, se poi è portato in processione nientemeno da quaranta autovetture (non bastava il calore provocato dai 40 gradi!), la possibilità che don Nicola, pardon, San Narciso faccia il miracolo è realistica, a patto che smetta di rimirarsi davanti allo specchio e chieda udienza, supplicante e intercedente(!), a Iddio Santissimo.

Che poi questo Dio che ha bisogno di qualcuno che interceda presso la Sua (non)Onnipotenza per capire le necessità delle sue creature, mi sa tanto di andazzo umano, italiano in particolar modo.