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La “SDRAIO DOMENICALE” di PETRO – 6 agosto 2017

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di Piero P. Murineddu

Mah, più che “sdraio”, questa mattina preferisco starmene stravaccato, disteso su questa erbetta che – maledizione – le mattiniere formichine vogliono percorrere ogni minima parte ” calpestabile” del mio non molto esteso corpo. Mi son già appioppato una trentina di colpi per dissuaderle e lasciarmi in pace, ma loro senza alcuna comprensiva pietà insistono e persistono. Pack……un altro colpo al mio collo. Ah, adesso si sono aggiunte le moschettine, quelle maledette dal genere umano. Pensavo che almeno loro la domenica si alzassero un po più tardi, ma niente, sono più mattiniere di me.

Quindi, vediamo. Perché ho messo questa foto, uscita malissimo? Niente, è la prova visiva che questa notte mi è toccato fare le ore piccole. Potevo rimanere a dormirmela ancora stamattina, ma niente, a quell’ora, che mi corichi alle nove di sera o alle tre di mattina, come appunto è successo, il mio cervello, per niente riposato, si sveglia e con prepotenza mi obbliga ad alzarmi. E che faccio, me ne sto lì a girarmela e rigirarmela nel pavimento caldo dove ho dormito per tre ore? Maglietta, pantaloncini, cane e via, alla scoperta di altri mattinieri come me che oggi non ho neanche voglia di salutare come solitamente mi capita.

Dicevo della foto. Una bella serata/mezza nottata trascorsa in buonissima compagnia, con Gavino che lotta con la sua malattia e mi viene spontaneo abbracciarlo con tanto affetto, con Anna che, oltre a lottarsela anche lei col suo male, se la dipinge egregiamente e riesce a conservare un buonumore invidiabile, con Mary che se la giochicchia coi suoi autoserfie e secondo lei sindaco dove abita non v’è, con Franco ringiovanito e di ottimo umore per la nuova relazione amorosa, col generosissimo Vanni coi suoi veritieri ed esagerati racconti di questo e di quell’altro, con Pierpaolo, instancabile factotum ma totum veramente, che oltre illuminare, coordinare, cucinare, suonare ma non cantare, sopportare….. alle 2,35 ha ancora forza per raccontare le ultime barzellette(*). Se non ci fosse il prezioso Pierpy, il mondo ne risentirebbe tantissimo.

Eppoi ancora Gianni, sempre educatamente a chiedere dove può fare un po …..d’acqua ( ma scegliti un punto della campagna e fa tu, santamadonna!), Giuseppe figlio che se la magna e se la svigna, Sandro che mi dice delle tariffe per trasportare clienti indinariti in auto a Cagliari che io ci vivrei per un mese. Eppoi Antonella “servitrice” con splendida figlioletta al seguito e l’altra Antonella “solo” fidanzata, non di Edoardo Bennato ma del gia citato Franco, i giovane Daniele che ascolta e interagisce con José coi suoi argomenti impegnativi anche alle tre meno dieci, Cenza con la sua pazienza, Laura con la sua “abbondante” e simpatica napolitanita’, Gavina che crolla beata sulla MIA amaca, pensando al suo Giovanni apparentemente assente ma senza il quale il rustico barbicue sarebbe ancora un sogno, Tetta che scruta e annuisce, quel mezzo cavallo fatto a fette e arrostito senza un lamento ( del cavallo), quei pesci idem, quelle crostate fatte in fabbrica completamente fuori posto ma assaggiate per non farle rimanere male. E ancora, ancora e ancora…..

Eppoi lei, l’insuperabile me muglieri che senza richiesta alcuna, se la racconta, se l’anima, se la presenta, se la suona e se la canta ( MI minore, RE maggiore e boh).

La partecipazione di altri, specialmente per magnazzare, è stata molto attiva.

Alcol? Neanche un goccino che uno, dimostrando che l’acqua fresca fa buon sangue, disseta e crea buonissimo umore.

Embe’, e la prossima quando la rifacciamo?”  Eeeeehhhh….andate in pace adesso, e del domani non facciamoci pena. Intanto tentiamo di trascorrere una buona domenica.

Primo ps
Un ringraziamento particolare al mio carissimo cognato Mario Stella, che da lassù ha partecipato alla bella serata e senza il quale quella casetta sarebbe stata ancora una catapecchia.

Secondo ps
(*)
Credetemi, faccio uno sforzo sovrumano per scrivere con questo benedetto smartphone, ma devo dare dimostrazione al prezioso factotum Pierpaolo che qualche barzelletta che racconta la capisco e – udite! udite! – me la ricordo anche. Certo, ci manca la sua mimica, ma accontentatevi

Un tipo si presenta al bancone del bar e ordina un caffè. Intanto con la faccia un po depressa e l’atteggiamento lassadd’a fara’, tiene le mani davanti una sopra l’altra, formando un nicchietta. “Prego, signore…” – “scusi, mi può versare un cucchiaino di zucchero e girarmelo?” – ” Come no, da noi il servizio è completo, il cliente e nostro padrone e blablabla…” – ” Mi scusi se oso: potrebbe appoggiarmi la tazzina alla bocca e farmelo bere?” – ” ehm..ehm…ehm…va bene..da noi il servizio è completo e ancora blablabla……” – “Guardi, lo so che sono insistente, ma potrebbe prendere il portamonete dalla mia tasca e pagarsi?” Il barista, con sempre invidiabile flemma: “….da noi il cliente……. Ma mi scusi se mi permetto: ma perché tiene le mani così?” Il cliente si gira per assicurarsi che nessun altro ascolti e avvicina la bocca all’orecchio del paziente barista: ” Ha presente quel tipo che azzecca tutti i numeri del superenalotto ma dimentica di giocare la schedina? Mi dica lei…che fa?” – “Ma, minimo si taglia i coglioni….si taglia”. Il povero cliente finalmente apre le mani, svelandone il prezioso contenuto, almeno ex “prezioso”: “…ecco, appunto, questi sono i miei…..come ha detto? Ah, si…i miei ormai inservibili coglioni….”

Ittiri, San Narciso delle piogge , don Nicola…..

 

NICOLA

La Nuova di oggi

di Piero Murineddu

Quindi, affinchè piovva – benedetta l’acqua sia – a Tattari mannu invocano Proto, Gianuario, Gavino e, dato che ci sono, anche Nicola, che di Sassari è il patrono.

A Ittiri  Nicola prete invoca Narciso e lascia perdere Nicola che fino a oggi ha fatto orecchie da mercante.

Il dio Pluvio (Giove per gli ignoranti come me) continua a strafottersene e persiste nella sua sifaperdire divina  indifferenza.

Quella testarda goccia (ricordate?) che a forza di scendere buca anche la roccia poi, o si è completamente prosciugata o si è rotta veramente le ….ovaiettine.

E allora che si fa? E proviamoci anche con Narciso, va….

D’altronde, da come lo ricordo, il Nicola don di stravaganze se ne intende, se poi è portato in processione nientemeno da quaranta autovetture (non bastava il calore provocato dai 40 gradi!), la possibilità che don Nicola, pardon, San Narciso faccia il miracolo è realistica, a patto che smetta di rimirarsi davanti allo specchio e chieda udienza, supplicante e intercedente(!), a Iddio Santissimo.

Che poi questo Dio che ha bisogno di qualcuno che interceda presso la Sua (non)Onnipotenza per capire le necessità delle sue creature, mi sa tanto di andazzo umano, italiano in particolar modo.

SBATTEZZAMENTO – Anteprima

 

di Piero Petro Murineddu

Ma guarda un po che argomento è andato a scovare quest’oggi il corrispondente romangino de La Nuova: lo sbattezzamento. Certo, che nel pieno di questa già torrida estate, è sempre un’ ancora più calda tematica, ma – avrà pensato il nostro Saivadori – “io parlo di ciò che mi pare, per cui…”. Della serie: si no ti biazzi, ti rha giambi. Ragionissima ha, e chi vuole imbattersi in temi più frivoli, giri pure pagina o cambi giornale e ne troverà a gogò.

Per quanto mi riguarda, ve ne offro un’anteprima, con l’impegno, caldo permettendo, di farvi conoscere la mia opinione nei prossimi giorni, sempre che a qualcuno interessi. Anzi, per essere precisi, la prendo come occasione per fare una riflessione mia, che riguarda la mia vita. E di questo ringrazio sinceramente Salvatore. Se alcuni si vogliono unire, bene, altrimenti ciascuno fermi l’attenzione su ciò che ritiene più degno. E se qualche furbone pensa di prevedere ciò che dirà quel   ” miscredente” di Petro, giri pure al largo. Non sentirò la sua mancanza.

Ed ecco l’anteprima, “ritagliata” dal giornale

 

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Atipica “SDRAIO DOMENICALE” di PETRO – 30 luglio 2017

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di Piero Petro Murineddu

Sentite a Petro. Prendetevi questa come mia “Sdraio domenicale”. Non ho voglia oggi si ficchimmi davanti a rhu pici,beatamente pacificato davanti al mare, al fresco sopra una roccia ancora fresca, col caffettino tiepido accanto e trafficando col mio smartphone di quartultima generazione.

Giornata movimentata ieri. Malumore iniziale, superato dalle generose e leggermente grasse barzellette del mio amico Giuseppe ( la mia mano sinistra è sulla sua spalla destra). Animazione musicale al matrimonio di San Giovanni (Sennori). Mezz’ora circa di ritardo. Ah, ecco, mi dicono che il don don “aveva” un funerale. Resa ottima ( musicale e canora, intendo), sintonia perfetta a ancora di più.

E non solo. Eravamo anche – figuratevi un po – invitati a pranzo. Eia! Strano ma vero.Barzellette da scompisciarmi, questa volta con il grosso apporto di Piergiuseppe, Piero per tutti. Tetta, cantante e fisioterapista di pregio – non si vede perché sta fotografando – ha deliziata tutti con la sua voce, specialmente il babbo dello sposo da lei “trattato”. A (s)proposito, qualcuno è in grado di dirmi – di grazia – quante sono queste benedette Tette a Sennori? Intendo ” Tette” come Tette, e non “tette” come tette, naturalmente. Contate e fatemi graziosamente sapere.

L’ equipe canora musicale completata dall’indispensabile e insostutuibile presenza della mia dolce moglie, Giovanna di nome e Stella di cognome e di fatto.

Che dire – faccio in fretta che il caffè si sta raffreddando -……..volete una bella animazione per i vostri matrimoni? Fatecelo sapere che non vi mordiamo.Se mettete qualche monetina nel capello (una o due p?) vi diciamo grazie, se c’invitate a pranzo dimostrate la vostra educazione, e se ci dite un sincero ” grazie” vi sorridiamo anche. Buona domenica e ancora auguri agli sposi.

Pensieri sparsi di…….. LUCIA DESSI’ (Sorso – ss)

 

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Mezze misure mai io,piena di difetti ma ahimè vera.Non ho mai fatto le cose a metà. Quando ho imparato ad andare in bici, l’ho fatto togliendo direttamente entrambe le rotelle da quella micro biciclettina rosa che correva all’impazzata. Mi avevano spiegato che avrei potuto toglierne una e basta, imparare a destreggiarmi un po’, per poi togliere l’altra in seguito. Non c’è stato verso. Tutte e due subito. Il che ha comportato tante piccole sbucciature che hanno tormentato e colorato le mie ginocchia. Non so gestire le mezze misure. Proprio non mi capacito. O tutto o niente. O pieno o vuoto. O dentro o fuori. Sono così, proprio così; o piaccio subito, o non piacerò mai. Ne sono consapevole. Scoppio a piangere e a ridere, talvolta anche nell’immediato, senza dar modo di rendersene conto, di capire il perché. Ho sempre rincorso le cose difficili, abituata come sono a complicare anche quel che nasce semplice. Forse è una condanna, o forse è l’ancora che mi tiene a galla; perché così facendo ho imparato a non accontentarmi di niente, a cercare sempre il meglio; anche quando il meglio non c’era; a vivere con la certezza che il “pochi ma buoni” sia il mio motto per eccellenza. Ho rincorso, inseguito, desiderato a dismisura la felicità, ma non ho mai avuto paura di piangere, quando sentivo l’esigenza di farlo. Non sono fatta per i colori pastello, sono una da tinte forti. Da fucsia spropositato e da blu elettrico. E fa male, assicuro che fa male; molto più di quelle semplici ginocchia sbucciate ai tempi della bici. Eppure, preferisco vivere così, in maniera irruenta, irriverente, incredibile. Perché ho imparato che quando accuso colpi, li accuso in ogni particella del mio essere; ma quando, poi, sono nel mezzo della felicità, la sento tanto di più.

Non ci vuole gran talento per chiedere scusa ma occorre ciò che troppo spesso manca all’umanità e si chiama “umiltà”.
Umiltà di ammettere i propri errori, non per ipocrisia o per mettere in pace la propria anima ma quella di chi ha subito un torto. Altro che orgoglio! È chiedendo scusa che si può essere orgogliosi di sè. Purché non lo si faccia per puro egoismo…

La felicità è fatta di piccole conquiste quotidiane che ho imparato a riconoscere nei semplici gesti d’affetto che hanno trasformato il mio stato d’animo, facendomi sentire amata. Perché basta davvero poco per essere felici.

Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono.

Nella loro solitudine, i numeri primi non contano nulla poiché non vengono calcolati.

Ricorda che qualsiasi cosa tu faccia nella vita, non sarà mai abbastanza per gli altri.Quindi fai quello che senti di fare, evita chi cerca di distruggere la tua personalità e credi in te stesso, sempre.

Sei: il dio della grammatica.Hai gli occhi di un’aquila e hai saputo riconoscere immediatamente le frasi grammaticalmente corrette. Hai un controllo assoluto sulla lingua. Non commetti errori grammaticali, nello scritto come nel parlato, e sai esprimerti in maniera forbita. Inoltre non riesci proprio a capire come le persone possano commettere certi errori. Hai tutte le carte in regola per essere un esempio ed un ausilio per il prossimo. Saresti in grado si insegnare la grammatica ai dodicenni.

Non è la quantità di persone che ti circondano a farti stare bene, ma la qualità. Non è neanche il luogo, ma l’atmosfera.

A volte la vita è fantastica, meravigliosa e stupefacente. A volte la vita è triste,cupa e dolorosa. Ma dal momento più nero a quello più colorato, hai sempre quella grande opportunità, che la vita ti dà: vivere.

Non elemosinate attenzione, non elemosinate amicizia, non elemosinate amore. Ogni emozione deve avere la forza d’essere, senza bisogno di chiederla.

Ogni tanto fatevi una chiacchierata anche con il lupo invece di ascoltare solo cappuccetto rosso. Può essere che cambiate idea!!!

Mi sono sempre chiesta che cosa tenesse unite le persone. E poi ho capito che non c’è una vera e propria ragione. Solo una le tiene davvero insieme; il volere. Chi si vuole veramente resta; chi non si vuole veramente si perde. Non contano le cose in comune, le affinità e tutto il resto, ma solo il volere.

Se è vero che la sofferenza insegna, non finiremo mai di imparare.

Una volta i vestiti erano vecchi e consumati, si camminava a piedi scalzi, ma il cuore sapeva essere più allegro e fresco, forse perché per curarci dell’aspetto esteriore, abbiamo sporcato il cuore.

Sono sempre spontanea e naturale nel bene e nel male. Sono sempre diretta, dico sempre ciò che penso, bello o brutto, che piaccia o non piaccia a chi mi ascolta, poiché questo è ciò che impone la Sincerità.
Ricordo solo che quelli che si offendono non contano… e quelli che contano non si offenderanno.

Il tempo è troppo lento per chi aspetta, troppo veloce per coloro che temono, troppo lungo per coloro che piangono, troppo breve per chi gioisce, ma per chi ama il tempo è l’eternità.

Quando ti svegli al mattino, sorridi!
Solo così puoi scendere dal letto col piede giusto

Sei una brava persona e sei in pace con te stesso. È per questo che ti avvicini agli altri con una mente aperta e non hai paura di ammettere le tue debolezze. Per te è importante non giudicare gli altri senza una ragione, perché nessuno è perfetto. Ecco perché non sopporti quando qualcuno pensa di essere meglio di chiunque altro!

Gianni&Andrea. Le loro (e nostre!) “Onde Nere” e quello strabenedetto drone…

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di Piero Murineddu
Ciao Piè, o se preferisci Pè. Come va?A proposito, perchè ti fai chiamare Petro?” 
Oh, ciao chitarraro rockeggiante. Come va….diciamo bene, nonostante queste lombalgie che ogni tanto mi rovinano le giornate. Perchè Petro? Ma guarda, se lo vuoi proprio sapere, un po’ mi hai ispirato tu, aggiungendo al tuo nome imposto alla nascita anche quello di un tuo idolo, tal Steve di cui non ricordo il cognome…… No, per me nessun idolo. Figurati, alla mia età! Piero in fondo in fondo non mi è mai andato giù, e poi il giorno dell’onomastico (29 giugno, san Pietro e Paolo), salvo rarissime eccezioni, nessuno mi faceva gli auguri, neanche mia moglie. Forse con Petro, qualcuno ci arriverà a collegarmi con quel pescatore di Cafarnao invitato da Gesù a seguirlo, nonostante fosse un pauroso senza eguali.…” –
Embè, ti piace il nuovo brano?” 
“E sarebbe?” 
Dark Waves, fatto col mio amico Gianni Carboni……”
“Oh mannaggia….sfuggito m’è! Mandami il link…..”
In effetti il nostro bravo chitarrista sussincu Andrea Manca mi aveva preannunciato che a fine luglio sarebbe uscito un nuovo brano, scritto e cantato da Gianni.  Musicato da entrambi. Un compromesso tra il pensiero musicale elettronico di Gianni e quello testardamente rockeggiante di Andrea “Steve”.  Questo mentre lui, Andrea, continua a consumarsi le dita facendole scorrere forsennatamente sul suo strumento, preparando il suo primo CD che riuscirà a concludere presumibilmente entro  il prossimo Natale. Noi aspettiamo e gli auguriamo buon lavoro.
Quindi

Dark Waves”, “Onde Nere”

DARK WAVES I’M LEAVING THIS PLACE CALLED HOME, YOU ALSO CALL IT SO
Sto partendo da un posto chiamato casa, anche voi la chiamate così
BUT MINE IS OF A DIFFERENT COLOR, MY COUNTRY HAS A DIFFERENT FLAVOR
Ma la mia è di un altro colore, la mia terra ha un altro sapore
I’VE NEVER BEEN AFRAID OF YOU, I FEAR THE GUN, NOT YOUR SHARKS
Non ho mai avuto paura di te, ho paura del fucile, non dei tuoi squali
I FORGOT MY PRIDE, IT GAVE UP ON SURVIVING
Ho dimenticato il mio orgoglio, ha rinunciato a sopravvivere
WHEN THE NIGHT MAKES ME SCARED…
Quando la notte fa più paura…
I SEE DARK WAVES EVERYWHERE AROUND ME
Vedo onde nere ovunque intorno a me
I’VE LEARNED TO LOVE THEM IN THIS JOURNEY OF PAIN, DEATH AND AWAKENING
Ho imparato a volergli bene in questo viaggio di dolore e morte ma di risveglio
THESE DARK WAVES CARRY ME FAR AWAY, BUT I DON’T KNOW WHERE
Queste onde nere mi portano lontano, ma non so dove
YOU’RE MY FRIEND
Tu sei un mio amico
I FIND THE STRENGTH TO SMILE, FAR FROM THOSE WIDE OPEN PRISONS
Trovo la forza di sorridere, lontano da quelle prigioni a cielo aperto
THEY BORROWED THE VIOLENCE FROM THE MAN WHO WILL GIVE ME SHELTER
Hanno preso la violenza in prestito da uno dei signori che mi darà un tetto
I FIND REFUGE IN MY OPPRESSOR’S CRONY
Trovo rifugio nel socio del carnefice
I KNOW IT’LL BE HARD TO UNDERSTAND
So che sarà difficile da capire
WE’LL TRY TOGETHER TO IMPROVE OURSELVES
Proverò insieme a lui a progredire
BEFORE THE NIGHT BRINGS MORE PAIN
Prima che la notte porti altro dolore…
I SEE DARK WAVES EVERYWHERE AROUND ME
Vedo onde nere ovunque intorno a me
I’VE LEARNED TO LOVE THEM IN THIS JOURNEY OF PAIN, DEATH AND AWAKENING
Ho imparato a volergli bene in questo viaggio di dolore e morte ma di risveglio
THESE DARK WAVES CARRY ME FAR AWAY, BUT I DON’T KNOW WHERE
Queste onde nere mi portano lontano, ma non so dove
YOU’RE MY FRIEND
Tu sei un mio amico
I SAW DARK WAVES EVERYWHERE AROUND ME, I LEARNED TO LOVE THEM
Vedevo onde nere ovunque intorno a me, ho imparato a volergli bene THESE SCARS WILL NEVER GO AWAY, I’LL LOVE THEM TOO
Quelle cicatrici non andranno mai via, vorrò bene anche a loro
ONCE YOU WERE THE WAY, NOW MY PROTECTION OF MY NEW DIRECTION
Prima eri il cammino, ora la mia protezione della mia nuova direzione YOU’RE STILL MY FRIEND
Sei ancora un mio amico
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Capito qualcosa?  Qualcosetta, dai….
Adesso ci pensa Gianni, con la sua parlantina sveglia e intelligente, a spiegarci la costruzione e la nascita della canzone e del video in cui è inserita
Copia-incolla il seguente link
https://www.facebook.com/darkwaves.songsproject/videos/725495257648151/?hc_ref=ARTDt2iYCHvsifqnOglQemDPgPSKyYPxWXx2xTjWpCnhHt–8NDZxQMVLR3W9CB_V9g&pnref=story
Visto che scioltezza di lingua il nostro Gianni?
Andrea sembrerebbe più parco di parole, probabilmente un tantino timidino. Embè? E se anche lo fosse? Certo che quella chitarra solista che suona timida non lo è affatto!
E adesso, ascoltiamocelo e godiamocelo il video, introdotto dal rumore della risacca di Platamona e registrata nel bel mezzo della verdissima pineta lungo il litorale di Sorso
Copia-incolla il seguente link
https://www.youtube.com/watch?v=_EpeHa2UhWs
E allora? Io ammetto di essere messo un po’ in ponte, anche perchè un pochetto di aiuto per interpretarlo questo videoclip ad Andrea l’ho chiesto, e lui, magnanimamente, una chiave di lettura me l’ha data. Non vorrei peró rischiare che questo prezioso sodalizio musicale tra i due bravi musicisti venisse messo in crisi, dal momento che Gianni ha evitato di dare molte spiegazioni, lasciando  a ciascuno la libera interpretazione. Il fatto è che si tratta di una tematica a cui tengo molto, e non vorrei che la libertà interpretativa portasse fuori strada…
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Non ce la faccio a trattenermi, e so che Gianni mi perdonerà
Si parla dell’immane ( e per molti fastidioso!) problema dei migranti. Attenzione. Quelli che arrivano dal sud povero e malandato, non quelli del Nord ricco che magari decidono di venirsene da noi per godersi il tepore mediterraneo durante il resto dei loro giorni. Il viaggio della speranza del disperato paragonato alle paure e fobìe di ciascuno di noi, alle “onde nere” che chi più chi meno tutti cii ritroviamo ad avere, e che spesso ci intrappolano, Questo fin quando non ci si rende conto che in fondo, la libertà e le capacità per uscirne fuori ci sono. Sta a ciascuno prenderne coscienza e farne buon uso, per se e per gli altri. L’assolo di Andrea simboleggia la libertà trovata o ritrovata. Per il resto, a voi la “libertà” (condizionata) di interpretare.
Ah, questi strabenedetti droni! Visto che belle immagini? No, non intendo i tatuaggi del  batterista Antonio Bianchina (anche se in realtà, è lo stesso Gianni Carboni a suonare “la batteria” sulla tastiera). Mi riferisco a quelle riprese dall’alto sulla nostra vasta e verdissima pineta, che i per nulla gentili e parecchio vigliacchi incendiari ce la preservino.
Si, magari, entrandoci in mezzo ti ritrovi una non poca manifestazione dell’imbecillità umana, tipo pneumatici, pezzi di eternit, scatolette di tonno, colli “supplicanti” di bottiglie di plastica che emergono dal terreno, preservativi, fazzolettini  e altre piacevoli sorpresine. Ma il drone, il generosissimo e modernissimo drone, queste cose non le vede, o fa finta di non vederle.
Ma adesso c’interessa la bella,buona e gradevolissima musica di Gianni&Andrea. Dell’altro ci sarà tempo per parlarne…..

Ultim’ora

Ed eccoli qui, tutti riuniti, accaldati ma sorridenti e quindi soddisfatti. In primo piano lui, Drone il Volante, superbamente inquietante (per me, dico, all’antica come sono…..) e l’intera equipe musicale, accompagnati da  graditi (spero) infiltrati, a posare “davanti ai suoi piedi”, anche se apparentemente sembra lui, l’inquietante Drone, ai piedi degli umani.

 

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PRECISAZIONE? CHE PRECISAZIONE SIA, ALLORA

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Se vuole veramente precisare, egregissimo avvocato, precisi fino in fondo. Lo so, gli avvocati devono per forza difendere chi fornisce loro le poco striminzite sommette parcellanti, ma se precisazione deve essere, come detto, che lo sia fino in fondo.

Leggo che Ella è di Cassino, per cui difficilmente avrà visto, per quanto la sua vista possa essere acuta,lo spazio recintato dentro il quale la golosa (ma poco gioiosa) Caciula sarebbe (stata) libera (libera?) di girovagare.

Spazio che invece io, abitando in loco, ho potuto tristemente vedere:
un recinto circolare poco più grande della mole della golosa Caciula. Certo, nessuna catena, nè per la poco gioiosa Ciaciula nè per equini, ovini, caprini circensi.Ma, per favore, lasci stare la “libertà” a chi ce l’ha.

Sarebbe ora che, se il mondo del circo vuole proseguire la sua lunga storia, come tutti sinceramente ci auguriamo si rassegni a fare a meno degli animali e puntare unicamente sulle capacità artistiche e fisiche degli umani.

Sempre con la massima cordialità
Piero Petro Murineddu

Il FQ e “Millennium”, Bergoglio papa, pretacci e altri preti che si sforzano di essere ancora cristiani

Premessa

di Piero  Murineddu

Bella scoperta quella di “Millennium”, il mensile de Il Fatto Quotidiano diretto da Peter Gomez. Giornalismo d’inchiesta, quello apparentemente presuntuoso ma che da’ molto fastidio. A chiunque, specialmente ai potenti con la coda di paglia. Bella scoperta ma anche “inquietante”. Specie in questo terzo numero dalla sua nascita.ED-img10721902

Come chiarisce nel suo editoriale il direttore Gomez, “l’idea che in base ad una convinzione politica o a un credo religioso qualcuno si dica o si ritenga migliore degli altri, ci ha sempre infastidito“. Parole che condivido appieno. Tranquilli, ve lo riporto per intero appena scritte queste poche mie righe d’introduzione. Anticlericali, di quel “clericalismo” deleterio che non aiuta sicuramente a conoscere il vero volto del Cristo storico, e probabilmente “mangiapreti”. No, non di tutti i preti, ma di quella buona parte di essi in un modo o nell’altro “magagnanti“, alla luce del sole o peggio ancora di nascosto..Belli fuori e marci dentro, come molta parte dell’umanità. Sin qui personalmente mi riconosco, pur non considerandomi assolutamente meglio di nessuno ( se qualcuno pensa il contrario, la cosa non mi tocca minimamente) e sapendo benissimo che anche i preti sono soggetti a sbagliare e blablabla…..

Tengo a chiarire una cosa, e ci tengo tantissimo:

non riporto questa pagina per confermare chi, pregiudizialmente o a ragione, è contro la religione e tutto ciò che intorno ad essa ruota, chi è contro la Chiesa per partito preso o perchè è convinto che il suo messaggio serva per accontentare i polli frustrati e le beghine gallinelle.

Chi pensa questo e si aspetta che io lo confermi, non prosegua nella lettura e vada ad impiegare il proprio tempo come meglio ritiene opportuno.

Mi sento un qualsiasi poveraccio che cerca di conoscere e di seguire il messaggio genuino di Gesù Cristo, e assicuro che lo faccio con molta fatica, con tutti i limiti, difetti che mi ritrovo e che non sono pochi, e a volte anche con contraddizioni. Ne sono conscio e non mi deprimo. La buona “fede” però non mi manca.

Ciò detto, vi anticipo che quello che state per leggere è cibo difficile da digerire, e chi si ritrova denti fragili, ci rinunci a subito.

L’autore dell’inchiesta è Luigi Franco, antropologo.Ha lavorato per dieci anni come sociologo nei servizi pubblici (anziani, giovani, cultura, immigrazione) poi con una cooperativa e, da ultimo, con una associazione, nel campo delle scienze umane, della comunicazione, della produzione di servizi.Si qualifica antropologo (con la a minuscola) e pensa che l’antropologia (come la filosofia) sia un mestiere, non una professione. (da una sua presentazione)

Non lo conosco, non ho letto niente di lui, non so come la pensa. So solo che da questa fotografia verrebbe voglia di prenderlo volentieri a schiaffi. Ma questo è assolutamente secondario. A me interessa lo sforzo che ha fatto per portare avanti quest’inchiesta e di questo lo ringrazio

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Come dicevo, vi introduco il tutto con l’editoriale del direttore di “Millennium”, acquistabile credo all’inizio del mese per cinque euro insieme a Il Fatto Quotidiano.In seguito, si vende senza il quotidiano, sempre a cinque euro.

A voi, quindi. Leggete e traetene le conclusioni che riterrete opportune, sperando che servano non per aumentare eventuali e immaturi pregiudizi, ma per  rafforzare la capacità di giudizio, tipica delle persone libere e mature, umanamente ed evangelicamente.. .

ps Qualora qualche fervente praticante che mi conosce  sia rimasto offeso perchè, dopo aver trascorso una vita “in Chiesa”, Piero  si presta a divulgare queste “calunnie” giornalistiche, mi tolga pure la parola o continui a fare l’indifferente quando capita d’incontrarmi per strada, oppure cambi direttamente marciapiede. Per quanto mi sarà possibile, continuerò a volergli bene e a ricordarlo nelle mie povere preghiere. E assicuro che, come in questo caso mi son fatto tramite delle tenebre che avvolgono la Chiesa, in altre mi faccio/farò tramite della luce che la fa risplendere, che non è poca.

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Editoriale di Peter Gomez

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Inchiesta di Luigi Franco

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  DA CHI CI E’ STATO

 

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Lettera aperta al Sig Bruno di Chiusdino (Siena)

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di Piero Petro Murineddu

Ah, i/le nostri/e baldi/e adolescentini/e tattuati e sculettanti nei caldi pomeriggi estivi delle nostre belle e pulite spiagge sussinche, liberamente e rumorosamente a spuntinare e spadroneggiare in mezzo alla gente che vorrebbe semplicemente rilassarsi e riposare, e magari anche gioiosamente giocherellare coi loro innocenti (ancora ) pargoletti! Il Sig. Bruno, sinceramente preoccupato, si chiede come si può tutelare l’ambiente se le nuove generazioni in età scolare non hanno un minimo di educazione civica.

Giustissimo, caro Sig Bruno, ed io condivido. Il fatto è che la sua sembrerebbe una preoccupazione prevalentemente “estetica” e, ancora con virgolette, “di passaggio”.Non mi fraintenda, Sig Bruno. Capisco il suo pensiero e condivido che quella bullaggine giovanile che lei giornalmente è costretto a subire è segno di non elevata educazione civica che, nello specifico, porta alla mancanza di rispetto per l’ambiente, cosa che è gravissima. La mia preoccupazione, dato che in questo luogo ci vivo, con tutte le implicazioni che comporta nel bene e nel meno bene, va più, come dire, “in profondità”, nel senso che va oltre la semplice preoccupazione del produrre rifiuti e lasciarli lì, fin dove arriva l’adolescente braccino, incuranti che a pochi passi vi sono i contenitori che aspettano pazientemente e generosamente di essere riempiti.

Io questi giovincelli, almeno una parte di loro, li vedo tutto l’anno.Sento i loro non edificanti discorsi, vedo il loro disinteresse per ciò che va oltre il ristretto gruppettino col quale trascorrono le loro giornate, la loro disattenzione e indifferenza verso i diritti altrui. Li sento in treno chiamare con vocina supplichevolmente suadente la mammina che li venga a prendere all’arrivo alla stazione, per evitare di percorrere a piedi qualche centinaio di metri. Pronta la mamma! E infatti all’arrivo in stazione, la piccola piazzetta è un groviglio di macchine con le mammine lì premurose a recuperare i loro cari figlioloni, pronti ad ingurgitare, sempre con lo smartphone di ultima generazione vicino al piatto, il succulento pasto da mammà preparato.

Piccoli esempi, caro Sig Bruno, che denotano la

DERESPONSABILIZZAZIONE CHE SPESSO GLI ADULTI TRASMETTONO,

consapevoli o meno, ai propri figli. Probabilmente condividerà, caro Sig Bruno, ed è possibile che nel suo bel borgo sienese accada altrettanto. Posso dunque dire che non più solo la mia, ma la NOSTRA è una preoccupazione per come le nuove generazioni si stanno aprendo la strada verso un futuro troppo pieno d’incognite, di preoccupantissime incognite. NOI ADULTI ABBIAMO LE NOSTRE RESPONSABILITA’ IN TUTTO QUESTO, chiaramente.

Ad ogni modo apprezzo tantissimo la sua iniziativa di rendere pubblico il suo disagio e quello di molti altri, siano loro turisti o indigeni. Comunque la ringrazio, perchè mi ha dato l’opportunità di apprendere del bellissimo luogo dove vive, e sarà probabilmente una delle mete dei miei prossimi non numerosi viaggetti in “Continente”.

Con molta cordialità e buona prosecuzione di vacanza a lei e famiglia