Autore archivio: piero-murineddu

QUANDO VIVERE CON LORO ERA …CURATIVO

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di Piero P. Murineddu

Ma che ricordi può avere un’ottantenne di quando gli spostamenti, se non a piedi, dovevano avvenire obbligatoriamente servendosi degli animali? E che rapporto s’instaurava tra loro, ancora in tenera età, e questi preziosissimi “mezzi” di trasporto? E che amorevole cura dovevano dedicar loro, oltre al foraggio e alla pulizia della stalla a cui solitamente provvedevano i genitori, padre sopratutto? L’animale era a tutti gli effetti un necessario e insostituibile membro della famiglia, e a lui veniva riservato un posto e un trattamento privilegiato. Il lavoro in campagna difficilmente poteva svolgersi in loro mancanza e la cui presenza con molta probabilità alleviava i duri pesi della vita, non solo quelli materiali, ma probabilmente, se non specialmente, anche quelli personali ed esistenziali.
Nei nostri tempi, ultra stressati e oltremodo stressanti, capìto finalmente che i soli farmaci non sono la bacchetta magica per il diffuso malessere del vivere, fisico o mentale ch’esso sia, è nata addirittura l’ippoterapia, e sembra che apporti benefici fino a ieri insperati. Eppoi c’è l’onoterapia, con quegli animali di “ceto” meno nobile degli equini quali sono gli asini, umili bestie (senza offesa….è così) prese a paragone di testardaggine e quindi di scarso sapere dell’essere invece umani e (spesso illusoriamente) ragionevoli. I benefici curativi, con la vicinanza di quest’ultimi, sembrerebbero addirittura superiori al più considerato cavallo.
Ah, i nostri ottantenni, i nostri cavalli, i nostri asini………

IL DIRITTO DI PARLARE E’ INTOCCABILE

 

di Piero P. Murineddu

Pochi giorni fa mi è capitato di seguire delle reazioni ad una breve lettera che un nostro concittadino ha mandato a “La Nuova”, riguardante la mancanza d’animazione nei fine settimana a Sorso, oltre quelle poche che ormai son diventate appuntamento fisso dell’estate sorsese. Nella lettera vi erano alcune proposte, specialmente sotto l’aspetto musicale e ludico.

Il senso della “conversazione” su FB era che è facile parlare, ma che bisogna prendere l’iniziativa e passare dalle parole ai fatti. Come principio concordo. Nello stesso momento non condivido questo “rimprovero” a chi ha pensato, attraverso una lettera pubblica, di far conoscere il proprio pensiero, come se il diritto di esprimere una propria opinione, e farlo pubblicamente, non esistesse più e sia segno di estrema “comodità”.

A questo punto, tra questi ” criticabili” potrebbe rientrare chi scrive queste righe, che ha il “cattivo vizio”, per certuni anche irritabile, di esprimere l’opinione riguardante diversi ambiti. La dico papale papale. Io continuerò, coi mezzi limitati a mia disposizione, a riflettere “a voce alta”, e nessuno può togliermi tale diritto. Nel contempo nessuno è obbligato a leggermi ed è anzi liberissimo di girarsi dall’altra parte. Che siano due, dieci o cinquanta interessati a conoscere il mio pensiero non è un qualcosa che mi toglie o mi agevola il sonno. Se qualcuno vuole farmi conoscere la sua opinione bene, se no avanti senza remora alcuna. Dico e non faccio? Questo lo vedo io e fa parte della mia vita privata. Il diritto di parlare e, quando possibile, di farlo pubblicamente, non lo si può negare a nessuno. Anzi, ce ne fossero…….

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La mia sdraio domenicale

di Piero Murineddu

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“Sdraio” ventilata stamattina. Una brezza che è veramente un piacere passeggiarsela. E basta con quest’estate arroventata che oltre chilometri di terra e vegetazione (questa volta non solo sarda, e la cosa non mi rallegra per niente), sta bruciando anche i nostri cervelli e la capacità di pensare e giudicare obiettivamente ciò che ci succede intorno, questione immigrati per prima. Ma lasciamo stare.

Piuttosto è quella nave là in fondo che mi riporta indietro nel tempo. La qual cosa mi viene provvidenziale, se non altro per mettere da parte almeno per un po’ le brutture dei tempi che stiamo vivendo.

Ma vi ricordate quando per raggiungere il “continente” ci potevamo permettere solo le otto e più ore di navigazione, con mare calmo o talmente agitato da fartene uscir fuori persino li viddigghi? Ah, quel primo viaggio, affrontato per il sacro dovere di “servire” la Patria! La nave s’inclinava talmente e senza tregua da destra a sinistra che era una meraviglia. I ponti, la sala del bar, i corridoi delle cabine….tutto un mare di vomito. Eppoi gli altri viaggi, inizialmente col passaggio “ponte” a trascorrere la traversata sdraiato nell’angolo meno trafficato, con quella luce accesa che ti torturava fino alla mattina seguente. Questo almeno fin quando non si è messo su famiglia e acquistata la macchinetta. Allora era arrivato il tempo del “lusso”, cioè un letto in una cabina che quando andava bene non dovevi condividere con uno sconosciuto che ronfava per tutto il tempo. Ah, la Tirrenia, compagnia unica che ti monopolizzava la possibilità di raggiungere ogni tanto lu “Guntinenti”! Ma ve le ricordate, alla mattina e poco prima dello sbarco, quelle lunghe e ancora assonnate file al bar per cornetto (rigidamente confezionato in fabbrica) e cappuccino ( rigidamente in bicchiere di plastica)? E dabboi la ressa e l’impaziente pazienza, pressati come acciughe da ” compagni” di viaggio, per arrivare, finalmente liberi, sani e salvi, alla scaletta d’uscita. Aufhhhhh….era ora!! E quando dovevi trascinarti dietro la valigia o lo zainone sulle spalle, il dramma era doppio: “Scusi….oh, mi perdoni….permesso…..oh, mi scusi ancora…..”. Che tempi!
Adesso c’è l’aeroplano che neanche ti devi scomodare per fare il biglietto. T’attacchi al pici e in un attimo sei a posto. A proposito, e le agenzie di viaggio che caspita di fine hanno fatto?
Comunque sia, a me la nave manca. Almeno se doveva affondare, una nuotatina poteva ancora salvarti la vitaccia. Sull’aereo invece…… Ah, che tempi quando si viaggiava con la Tirrenia, servito e riverito da personale educato, disponibile e rigidamente …napoletano.
Buona domenica

ANTONIO&JORGE

 

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di Piero P. Murineddu

E’ lampante, all’ultra “ortodosso” giornalista e scrittore Antonio Socci i modi di fare, di pensare e quindi di agire di questo Papa proprio non vanno giu. Non vede l’ora di toglierselo dalle scatole. Non sopporta queste sue stravaganti aperture e accoglienze, diciamo “alla Gesù Cristo”.Perchè, in qualunque modo la si rigiri. il vescovo di Roma arrivato dalla fine del mondo, da fastidio, fa irritare. Fa, insomma. Eppure, se andiamo in fondo in fondo, Jorge è un prete all’antica, non particolarmente “modernista”. Ma a lui, ad Antonio, ciellino da una vita, formatosi alla scuola di Luigi Giussani e alimentato la sua appartenenza alla Chiesa (o a CL?) attraverso le Scuole di Comunità, uomo intelligente e fine penna, il vecchio prete da fastidio, e tutte le occasioni sono per lui buone per andargli contro. Provate a leggere la sua pagina FB. Eppoi il blog, eppoi la pagina ufficiale. Dipendente del quotidiano “Libero”. Conoscete questo molto “obiettivo e veritiero” giornale? Ecco, appunto. Tutto detto.
Una cosa non riesco però a capirla. Per Comunione e Liberazione l’Ubbidienza all’Autorità, considerata come rappresentante della volontà divina sulla terra, è una virtù, fortemente una virtù. E allora, il Papa non è più la prima autorità della Santa Romana Chiesa? Evidentemente ci sono dei distinguo, nel senso che se il Papa o un qualsiasi Vescovo dicono qualcosa che si avvicina anche lontanamente al pensiero del (per loro) compianto Giussani, va bene, altrimenti son tutti delle merde. Per loro, qualunque pretino responsabile locale dei tanti gruppi di CL sparsi in ogni dove, è più credibile e autorevole del Vescovo o addirittura del Papa che dice cose (per loro) distanti dal Giussani pensiero.
Tutto qui.

PASSEGGIANDOMELA NEL CENTRO STORICO SASSARESE

 

di Piero P.Murineddu

Ci credete? Non pensavo che a Piazza Tola si facesse ancora “Piazzatora”, com’è (era?) chiamato il mercato ambulante del venerdì a Sorso. Parlo di Sassari, naturalmente. Una bella piazza dove i mercanti, ambulanti e non, prevedono già il guadagnetto della giornata e a quello sono preparati e rassegnati, e non come succede a Sossu, dove i non ambulanti aspettano il venerdì come gli ebrei fuggiti dall’Egitto aspettavano la sfamante manna dal cielo. Sennori è a due passi, ma non credo che aspettino il sabato con tale ansia…smerciante.

La mattina presto Sassari è addirittura bella. Percorrere il Centro Storico, intendo. A piedi e lentamente, molto lentamente. Un caffè e un cornetto servito dal cameriere effeminato magasinaffutti, e via, a gustare il silenzio delle strette viuzze. Seduto nella piazza del Tola assisto all’arrivo sparuto dei commercianti che lentamente piazzano i loro tavolini per riempirli poi di calze, pantaloni e scarpe che ben pochi compreranno. Man mano che giungono, si salutano cordialmente.Lui, Pasquale, è sempre lì, immobile e silenzioso nella sua posa marmorea ( ochissà quale altro fossile), immortalato in un pensiero fisso che chissà quale sarà stato.

” Buongiorno, signora. Bello il suo cane. Scusi, ma mi saprebbe dire cosa c’era in quel vecchio magazzino fatiscente?” – “Boh……”
Si sente il tamburellare dei vari portatori di rhi Candareri che stasera si massacreranno di fatica per “devozione” (!) e per il divertimento del pubblico. Nella stradetta poco più in su ne vedo un gruppetto, tutti rigidamente con la stessa maglietta e qualcuno con la birretta in mano….

Intanto l’ora di apertura dei negozi è arrivata. Quanto corre il tempo quando fai qualcosa di piacevole! Entro nel market dove so che fanno delle ottime schiacciate salate di pane e paste alla mela. Me ne assicuro tre minuscoli “colli”. Lungo la strada verso la macchina incontro il primo immigrato: via la pasta alle mele. Poco prima di raggiungere l’auto e con le chiavi gia in mano, ecco il secondo immigrato: via una delle schiacciate e grande sorriso reciproco.

A questo punto la mia giornata di ferie sarebbe già conclusa, ma ci sono ancora i giornali da leggere, i gatti da togliere da sopra i divani, il cane da buttare fuori di casa a calci, che,fortunato lui, puntualmente riesce ad evitare perché mi previene nell’intenzione……..

Ah, oggi è lunedì. Buona settimana a tutti

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La (stanca) “SDRAIO DOMENICALE” di PETRO – 13 agosto 2017

di Piero P. Murineddu

Mah, più che stanchezza si tratta di altro. A volte mi viene lo scrupolo: ma vale la pena spremermi le meningi e dedicare del tempo per scrivere per delle persone – una minima parte, in verità.. – che s’introfolano nei tuoi scritti senza essere invitati, giusto per provocare, o per altre che – veramente! – o sono in mala fede, o sono prevenuti, o sono addirittura “mandati” da qualche oscuro burattinaio. Ma come è possibile fermarsi ad una immagine e, senza leggere minimamente ciò che ho scritto, esprimono un parere o danno un giudizio che non c’entra un cazzo col pensiero che ho voluto esprimere?

Per quanto riguarda le provocazioni e le poco velate minacce, ho gia provveduto ad informarne i carabinieri, salvando la “piacevole” conversazione e cancellandola per non dare visibilità a questi locali fascistelli in erba. Per atri, ho lasciato tutto com’è, sia in questa pagina, sia in quella mia personale. Ognuno può giudicare da se.

Epperò c’è l’impegno della “SDRAIO”. Facciamo così, per supplire, vi propongo uno scritto mandatomi proprio stamattina da un vecchio amico. L’argomento l’ha scelto lui. Per me, con l’urgenza di altro, sarebbe gia dimenticato, ma rispetto i tempi altrui e nel contempo ringrazio e saluto l’amico Gfranco Becu Pireddu. Buona domenica

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CALICI di STELLE A SOSSU

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di Piero Petro Murineddu

Mah, veramente le stelle erano poco visibili, ma in compenso un’ottima festa molto partecipata. E’ stato un vero piacere passeggiare in mezzo alla folla, ascoltare generi musicali vari ed interessanti con egregi musicisti, fermarsi nelle tante postazioni e scegliere la pietanza preferita, incontrare amici, chiacchierare piacevolmente e fare qualche tratto di strada insieme.

Nonostante il rientro tardissimo, almeno per me che non ho molta resistenza, stamattina, sveglia solita e ultra mattiniera. Cosa fai lì a girarti e rigirarti nel letto? Ti vesti, prendi la macchina e vai per goderti il silenzio della spiaggia deserta. Arrivato nella strada principale del paese, vedi solamente netturbini e le loro benedette ma rumorose macchine in frenetico movimento. Il percorso è zeppo di tutta la sporcizia immaginabile. Nella stradettina in salita che conduce al Palazzo Baronale c’è addirittura una volenterosa signora anche lei intenta a ramazzare, forse impietosita dagli sforzi dei gloriosi uomini della Nettezza Urbana Sussinca che fanno di tutto per far trovare ai propri paesani che si risveglieranno da lì a poco strade pulite e percorribili.

Mi chiedo: ma possibile che consideriamo questi sottopagati lavoratori “schiavi” della nostra maleducazione e dell’assoluta assenza di civico comportamento?

Mi chiedo: ma perchè, in questa come in altre manifestazioni festaiole e mangiazzanti, non sono gli stessi che preparano e distribuiscono la mangiozia e la bevozia a provvedere alla pulizia del posto come l’hanno trovato?

Mi chiedo………..

Ottima e riuscitissima festa quella di ieri sera

 

QUELLA NOSTALGIA DEI TEMPI ANDATI

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di Piero Petro Murineddu

In quell’altro giro   ( vedi http://www.accademiasarda.it/…/girovagando-tra-le-ombre-di…/)    Angelino Tedde si era fatto un largo giro per la città, anche lui in piena estate. Questa volta Tino Grindi, non giovanissimo anche lui, la passeggiatina estiva se la fa nel Centro Storico. Bella descrizione fa il vecchio Tino. La sua attenzione è attratta dalla gente che ancora usa spazzarsi la strada davanti alla propria casa, dalle lenzuola e cuscini messi sul balcone a prendere aria,dai pochi bambini incamminati verso chiesa e da vecchine che ne fanno ritorno dopo esser state ripacificate dalle parole del predicatore, ancora impastate dal caffelatte col pane raffermo poco prima assicurati dentro il sacro stomaco.Una passeggiata domenicale di buon mattino all’insegna della nostalgia quella del Grindi, e diversamente non poteva essere da parte di chi in quelle viuzze ha trascorso l’infanzia. La tristezza? Mah, tale sentimento è del tutto soggettivo e molto personale. Certo, dipende dal vissuto dell’interessato, in questo caso un vissuto che appartiene al passato più che al presente. Per il resto – riflessioni, considerazioni e deduzioni – pienamente d’accordo. Oltrepassati i sessanta è facile provare certi sentimenti, ovunque ci si trovi, sia essa Sassari, Sossu, Sennaru e altrove. Per quanto riguarda la cura del posto, questo è un altro discorso.

Sorso “LE NOSTRE SPERANZE PER UN FUTURO MIGLIORE”

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di Piero Petro Murineddu

Il luogo, l’orario e la data li vedete. Oggi come ogni giorno. Dopo le merende/cenette(!) notturne delle nostre “speranze per un futuro migliore”, cioè parte delle ragazze e ragazzi ( a cui Sorso “naturalmente” non piace: e perché è morto, e perché non c’è niente e per questo e quast’altro blaterando), quello che vedete sono i resti del loro passaggio.

Ed ecco i pazienti, stanchi per le levatacce quotidiane, validissimi, sicuramente sottopagati e signori spazzini ( preferisco “spazzini” al l’ipocrita “operatori ecologici” e “signori” nel vero senso della parola, che dovremmo ringraziare e salutare sempre col massimo rispetto!) che ramazzano e fanno aspirare alla macchina infernale ciò che l’indomani mattina dovranno ancora ramazzare, aspirare….. E così il giorno dopo ancora, e ancora, e ancora….

Uno dei rari cestini è lì, desolatamente quasi vuoto e depresso perché si vede praticamente non riconosciuto nel suo ruolo.

E così il giorno dopo ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora……

Le nostre ragazze e ragazzi sussinchi, “speranze per un futuro migliore”………………………………..