L’ “Orizzonte” scomparso nel cielo di Sossu

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La storia di un bel sogno

di Piero Murineddu

La fonte è ancora la preziosa “tana culturale”  dove Petronio Pani si rifugiava dalle spesso false e ipocrite convenzioni della vita “moderna”  e raccoglieva i frutti degli svariati interessi che coltivava. L’ultima volta che ci misi piede, vi trovai le copie di un’interessantissima pubblicazione  che un ristretto gruppo di giovani di Sorso aveva tentato di portare avanti tra il 1996 e il 1998, “ORIZZONTE, Periodico di Informazione, Cultura e tempo libero”. Gente intenzionata a fare Informazione e Cultura, dunque. Oltre che parecchio impegnativo, l’intento sembrerebbe anche un tantino presuntuoso, ma nello scorrere le pagine ne intravedo le sicure capacità di realizzazione.

Attratto specialmente da alcuni articoli riguardanti fatti e persone che hanno fatto la storia di Sossu, avevo contattato l’autore, Gianmario Urgeghe, per chiedergli qualcosa sulla lodevole e purtroppo brevissima iniziativa.

Ecco le sue parole:

“Orizzonte nacque nell’autunno del 1996 dalle oziose conversazioni di un gruppetto di giovani dei giardini. L’idea originaria era di creare un foglio “leggero” che, senza troppe pretese, offrisse ai lettori brevi battute e trafiletti dai contenuti per lo più comico-demenziali; finimmo invece, verso la fine di quell’anno, a ritrovarci ogni domenica mattina a casa di Giovanni Cicu, per la realizzazione di un progetto finalmente concreto. Venne quindi definito un gruppo di lavoro stabile, attorno al quale ruotavano alcuni collaboratori saltuari. Dell’idea originaria però non era rimasto più nulla: ad essa ne subentrò gradatamente un’altra, e cioè quella di dare ai sorsensi un giornale che si occupasse di loro da vicino”.

Passare da un progetto iniziale  “leggero”, a quello di dare ai sorsinchi un giornale che si occupasse di loro da “vicino”. Cosa non da poco, considerando che nella vita di un centro abitato in cui le persone vogliono diventare “comunità”, i fogli stampati e fatti circolare hanno avuto sempre un ruolo aggregante fondamentale, e in questo Sorso da troppo tempo manca, anche adesso che quasi  tutto é stato soppiantato dalla comunicazione digitale.

Continua Gianmario:

“Preziosa fu la collaborazione di Gavino Piras, a cui ne affidammo la direzione, avvalendoci della sua esperienza di pubblicista e della grande conoscenza che aveva del paese e dei suoi abitanti. Vide così la luce, tra mille difficoltà, non ultime quelle di ordine economico, il primo numero di Orizzonte, che fu distribuito direttamente ai lettori dai redattori stessi, una domenica mattina del giugno 1997. Naturalmente, si lavorava gratuitamente. Non chiedemmo manco un soldo al comune e rifiutammo sempre qualsiasi ingerenza politica”.

“Rifiuto d’ingerenza”. Verrebbe da dedurre che il tentativo di qualche politico di metterci lo zampino ci sia stato. Ma comunque, se questi giovani avevano l’intenzione di rinunciare al “vile e sporco denaro” la cosa è APPREZZABILISSIMA: checché se ne dica,  continua ad essere l’unica condizione per rimanere persone libere e poter operare liberamente. Radicalizzando la cosa, io credo che anche per un semplice patrocinio una tantum, una sede e per qualsiasi altro tipo di “interessamento”, il politico prima o poi non mancherebbe di presentare il conto, ma questo è un altro discorso.

“Le spese furono coperte dal ricavato della pubblicità. Vennero realizzati complessivamente quattro numeri (tre numeri 0 e un solo numero 1), con cadenza casuale e non mensile, come era nei nostri intenti. Dopo la registrazione in Tribunale, pubblicammo l’ultimo numero (aprile 1998). Orizzonte finì subito dopo. Fu molto triste. Gavino Piras, che aveva aderito all’iniziativa con giovanile entusiasmo, lui che all’epoca aveva quasi 60 anni, ci rimase molto male. Scrisse pure una lettera alla Nuova Sardegna, cercando di spronarci, ma inutilmente. Orizzonte aveva chiuso i battenti, sopraffatto dagli impegni privati di ciascuno di noi.”

Un “ideale” avviato che si dissolve perchè “gli impegni privati di ciascuno prendono il sopravvento”, immagino con grande dispiacere da parte di tutti. Cosa triste, molto triste. e immagino anche l’amarezza di Gavino Piras – persona che ho conosciuto poco e che ho scoperto dopo la sua morte  ricco di qualità –  nel veder dissolversi un impegno a cui con entusiasmo aveva dato la sua disponibilità.

“Fare informazione rimanendo indipendenti dal potere politico, presentandoci con la sola forza della notizia e col vigore della propria libertà, estranei  agli intrighi, alle ambizioni, ai trasformismi”.

È quanto scriveva nell’ editoriale presente  dell’ultimo numero datato aprile 1998, quando ne assunse la Direzione.

Nobilissime intenzioni, in perfetta sintonia con quelle iniziali di chi ha fondato questo strumento, pubblicate nel primo numero del giugno 1997.

Quindi Gianmario Urgeghe, Giovanni Marginesu, Simona Zappino, il compianto Massimo Greco, Antonello Meloni, Oscar Palmetti, Gianni Ruzzettu, Tino CarboniGiovanni Maria Spanu, Marco Marini (e chiedo scusa per altri eventuali che mi sfuggono), avevano deciso di consolidare la loro amicizia in un impegno sociale comune di notevole importanza. Un apporto rilevante per la buona accoglienza del giornale è stato dato da Antonio Cabras, che con la sua umoristica matita illustrava e commentava fatti contingenti di quei giorni. Con le ricerche storiche di Gianmario, aveva iniziato a ricostruire anche la storia di Sossu, dolorosamente interrottasi con la fine del giornale.

Ne ho fatto la scansione…

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I tre  “numero zero”  sono serviti  per mettere a punto quella che sarebbe stata la fisionomia del giornale, e si vede che il tutto veniva programmato con particolare acume e attenzione. Vi era  “Il Fatto” con relativa analisi, lo  “Spazio politico”, “Scienza”, il  focus  su un Personaggio con intervista, Sport, Archeologia. Vi era la pagina delle “CARTOLINE“, che se andiamo a rileggerne alcune, a distanza di anni le cose non è che siano granché cambiate.  Vediamo…

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Considerazioni sullo stato sociale, la ricostruzione di ciò che siamo stati attraverso fatti e figure storiche locali, e vi erano lo spazio per le lettere. Tra le altre,  ne riporto due che indicano bene  il desiderio di esprimere pubblicamente il proprio pensiero e la passione con la quale lo si vorrebbe fare.

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Venivano pubblicate anche una selezione di Delibere d’interesse comune, e darvi uno sguardo, può rendere l’idea delle cose di cui si occupava la Giunta di allora, guidata da Salvatorangelo Razzu.

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L’ “Orizzonte”, dunque, luminosa e passeggera meteora nel cielo editoriale di Sorso. E vabbè, anche questa é storia, purtroppo…andata.

L’ “Orizzonte” scomparso nel cielo di Sossuultima modifica: 2022-02-14T06:41:21+01:00da piero-murineddu
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