Voce di chi é costretto al silenzio


“Uno di quelli che anche quando avrebbe avuto l’occasione, avrebbe potuto puntare il dito invece faceva altro”.

“Un prete, vero, uno di quelli che si innamora degli ultimi e che non ha paura di frequentare i cunicoli bassi della disperazione”.

“Lui e i suoi volontari erano stati multati dall’amministrazione comunale perché violavano l’ordinanza contro l’accattonaggio”.

” A Como la politica ha chiuso tutti i centri di accoglienza e ha chiuso gli spazi di aggregazione, ha perfino chiuso i bagni pubblici per motivi di ordine pubblico e ha tolto alla Caritas la gestione della raccolta degli abiti usati in favore di un’azienda privata”

” A Como l’assessora alle politiche sociali era stata ripresa in un video mentre strappava una coperta a dei senza tetto”

“Una polemica che aveva avuto risalto su tutta la stampa nazionale, ma che anche in quel caso aveva visto il prete rimanere in disparte”. 

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Voce di chi é costretto al silenzio

di Piero Murineddu

 

Questi qui sopra sono passaggi di un articolo firmato da Giulio Cavalli all’indomani dell’omicidio di don Roberto a Como.

Un uomo buono don Roberto, “troppo” secondo il comune giudizio di chi sa stare al mondo all’occorrenza pronto a tirar fuori le unghie; un prete mite, tutt’altra pasta degli esperti  conferenzieri da farti rimanere a bocca aperta per gli alti concetti che riescono ad esprimere ( ma anche loro ci vogliono, santiddio…); un ancor giovanotto che traduceva la sua fede spendendo la  vita per tentare di curare le ferite che questa societá (con una violenza spesso mascherata di perbenismo)  provoca nelle persone che essa stessa mette ai margini….

Non poteva non colpire questa morte, e tutti ne abbiamo fatto la particolare lettura secondo la sensibilità che ci caratterizza, oppure, attraverso gli organi di stampa o della politica, secondo gli ordini impartiti da chi ne detiene il comando.

Comprensibilmente il sentire comune ha già decretato che don Roberto é un santo, e in certi casi l’ufficialitá di chi decide queste Cose diviene secondaria

Il “santo subito” é il destino di chi fa il bene e lo fa sopratutto senza attardarsi a “puntare il dito” contro chicchessia. E infatti, con un misto forse di rimpianto che abbiamo tutti per l’innocenza infantile perduta e mai più recuperata che si aveva da fanciulli ma anche d’ IPOCRISIA, a “santificarlo” son stati persino coloro che hanno contribuito a creare quel clima nel quale questa tragedia si é consumata. E si, perché se don Roberto, a motivo anche della sua indole, l’energie le usava prevalentemente per quello che abbiamo saputo, il dovere di prevenire troppe situazioni d’ingiustizia e di sopruso lo dobbiamo portare avanti noi. Così facendo, è molto probabile crearsi dei nemici, ma questo bisogna metterlo in conto.

L’autore dell’articolo da cui ho tolto alcune frasi presentate all’inizio, lo scrittore e attore Giulio Cavalli, attraverso i suoi scritti ma anche con l’ attivitá di recitazione, continua a credere in una societá egualitaria e a motivo di questa “utopia” é stato costretto a vivere con la scorta perché considerato “scassaminchia” da coloro che si sentono da lui infastiditi.

Ben vengano i tanti sconosciuti samaritani, la cui silenziosa presenza impreziosisce il mondo. Nello stesso momento é necessario farsi portavoce del silenzio a cui troppi sono costretti.

Dice il direttore della Caritas di Como:

” É stata una tragedia nata dall’odio, causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno”

 

Voce di chi é costretto al silenzioultima modifica: 2020-09-24T07:56:08+02:00da piero-murineddu
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