Manlio Brigaglia, l’ “accudiddu”? Ci mancherà eccome!

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di Piero Murineddu

È cosa normale che ad un funerale di una persona illustre, vi ci trovi persone “importanti”, gente che ricopre particolari cariche nella società.

Per Manlio Brigaglia, studioso e storico di pregio il cui cuore ha smesso di battere alla veneranda età di 89 anni, non poteva essere diversamente. Vi era un po’ di tutto: politici locali e regionali, due sindaci con fascia tricolore, graduati militari, accademici e, immagino, numerosi suoi ex studenti a cui ha trasmesso il suo sapere, che era davvero tanto. Son sicuro che con molti di essi ha avuto un rapporto paterno, di figliolanza, quei figli che il matrimonio con Marisa non ha generato.

Sono entrato nella chiesa sassarese di San Paolo mentre al microfono stava parlando uno del quale, devo ammetterlo, non mi è rimasto impresso neanche un concetto. Sicuramente responsabilità mia, arrivato in ritardo e forse distratto e leggermente a disagio nel trovarmi in simile consesso.

Mi sono rincuorato quando subito dopo ha preso la parola il vescovo ora in pensione di Nuoro, Pietro Meloni.

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Personalmente ho avuto sempre grande ammirazione per quest’uomo, e la sua presenza mi ha aiutato a sentirmi a mio agio in mezzo a tanti sconosciuti.

Il suo è stato sempre un parlare estremamente semplice e alla mano, e quanto da lui detto sul vecchio Manlio non ha tradito le mie aspettative.

Cose che immaginavo in un uomo di vera cultura qual’è stato questo “accudiddu”, come scherzosamente amava definirsi con la sua innata ironia, quella cultura che non s’insuperbisce e che aiuta gli altri a capire chi sono, come individui e come popolo, nel nostro caso sardo.

L’oratore ha provocato una contenuta risata nell’assemblea quando ha ricordato che il giovane ventenne appena laureato, insegnante a Pozzomaggiore, coltivava la passione per il calcio, ricoprendo il ruolo di portiere nella squadra locale. L’ironia di Brigaglia avanti negli anni era così tanta, che si vantava quando raccontava che una volta era stato sostituito dal vice perché nella sua rete aveva fatto entrare il pallone per ben otto volte. In effetti, eccessivo in una sola partita.

Un patriarca per l’intera Sardegna Manlio. Patriarca ricco di generosa e sempre rispettosa ironia.

Parla lentamente l’83enne Pietro, e l’ascoltarlo davanti alla bara contenente la salma di Manlio, rende l’atmosfera meno triste, tristezza dovuta alla dipartita di un uomo che ha dato veramente tanto alla cultura e che non c’è più.

Altro sorriso quando ricorda che il prof. Pittalis, altro docente sassarese di rilievo e amico di Manlio, non indugiava nel promuovere i suoi studenti, senza però rinunciare a metterli in guardia dalle tante bocciature che la vita può riservare.

Pietro conferma che Brigaglia è stato una vera e propria enciclopedia a cui tutti si rivolgevano e si affidavano. Più facile elencare gli argomenti di cui non si è occupato che di quelli verso cui ha mostrato interesse ed ha approfondito.

Sono certo che Manlio, ben vivo e presente al di là di quel freddo e immobile corpo all’interno della bara, sia rimasto particolarmente compiaciuto quando il suo amico Pietro gli ha riconosciuto la sua capacità di far sorridere i bambini e l’affascinare i giovani, sempre interessati dal suo trasmettere il sapere che possedeva con semplicità e particolare capacità di coinvolgimento.

E poi la forza dell’amicizia, il suo saper accogliere l’altro. La casa di Manlio e di sua moglie Marisa era sempre aperta agli ospiti, spesso docenti di diversa provenienza. I loro dialoghi e confronti sulla storia e sulla cultura si completavano sempre col pasto consumato insieme, per saldare vecchie e nuove amicizie.

Pietro accenna all’ultimo libro scritto da Brigaglia insieme ad un altro gallurese come lui, Franco Fresi, in cui, parlando degli stazzi, abitazioni caratteristiche della parte nord est dell’isola dove sono nati, si ribadisce che dall’umiltà di un popolo può nascere un’altezza di cultura di grande umanità, e questa umiltà, attraverso la rubrica delle lettere sul giornale locale sassarese, Manlio l’ha mostrata quotidianamente, senza superbia, estremamente chiara, priva di saccenza esibita.

Caro Manlio,grazie. Hai lasciato all’intera isola una immensa eredità. E grazie per quelle occasioni in cui, nel giornale locale, spendevi tempo e parole per dire il tuo parere su qualche argomento che mi andava di proporre sulla rubrica dedicata alle lettere. Non sempre mi trovavo d’ accordo con te, come per esempio in questa occasione in cui proponevo ai lettori de La Nuova Sardegna il mio pensiero riguardo alla considerazione per la  Cultura che a Sossu, mio paese, i governanti che nel tempo si sono succedoti hanno avuto, salvo poi chiarirci qualche aspetto nella nostra corrispondenza privata che continuo a conservare e che mi é molto cara, come sempre caro mi é il tuo ricordo.

In quest’ ultimo collegamento sotto le parole che gli dedicai il giorno stesso della morte e dove riporto due lettere a lui indirizzate riguardo all’ argomento “fede”, una delle quali é mia.  Ah, le cose che ci siamo detti su questo argomento cosi intimo! Sempre in privato, s’intende. Non é che le nostre cose personali bisogna metterle in piazza cosi, dai…

https://pieromurineddu.myblog.it/2018/05/10/il-vecchi-cuore-di-manlio-ha-ceduto/

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Manlio Brigaglia, l’ “accudiddu”? Ci mancherà eccome!ultima modifica: 2018-05-12T17:01:40+02:00da piero-murineddu
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