Il solito inverno lasciato a se stesso

 

di Piero Murineddu

Freddino quest’inizio di primavera, nel senso che, illuso di averti evitato il solito influenzone invernale, rischi ancora di essere pizzicato. Va be’ che ormai stagioni vere e proprie mi sembra che non esistono più, tanto meno quelle di passaggio. Non di rado occorre che, da un giorno all’altro, devi risistemare nell’armadio tutto il gurdaroba e scegliere quello il vestiario, quello ancora valido, per i giorni che si avviano davanti a te.

Ma oramai a questo bizzarro meteo che anche noi abbiamo contribuito a stravolgere, siamo abbastanza abituati, per cui, come per tutto l’altro, anche a questo ci stiamo abituando.

E allora, non te la fai la passeggiatina che il medico ti ha ordin…., pardon, consigliato per cercare di poter stare un po’ meglio di salute? E certo che te la fai! Ti copri per benino, sciarpa e capello ben infilato e ti avvii, ese a piedozza voglia non ne hai, prendi la paziente macchinetta, sempre lì pazientemente in attesa sotto casa, giri la chiave, ingrani la marcia e via.Mete predilette ci sono, inevitabile, ma ogni tanto decidi a fare una capatina lì, in quel posto che eri da molto senza metterci piede.

Questa volta capita quella quella struttura di fronte al camping “Li Nibari”, proprietà comunale ma sempre con difficoltà si riesce a capire  chi attualmente ne cura la gestione. Il pargheggio non a rischio multa (figuriamoci, in questa stagione…) per cui sei invogliato a fermare il trabiccolotto, riavvolgerto bene lo sciarpone che neanche in gennaio, prendere l’amico a quattrozampe e parecchia e calda peluria al guinzaglio, e via,  alla scoperta dello scopribile.

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Ebbè, e tutta quest’acqua stagnante cos’è? Prevedere un piccolo scolo verso il mare era proprio così difficile?

Ma non voglio inziare mettendo in rilievo il solito et immancabile pelo nell’uovo, altrimenti mi rovino la distensiva passeggiatina.

Una cosa è certa. Dopo aver visto la precedente struttura in legno che lì sorgeva completamente carbonizzata, a causa dall’incendio porovocato dai soliti vigliacchie imbecilli ignoti, chiedo nel 2015 e dopo vari tentativi andati a vuoto, il vedere questa bella struttura, sicuramente più sicura e ben sorvegliata, non può che farmi un immenso piacere.

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Ho detto “sorvegliata”, almeno dal vedere il solito dissuasivo cartello, semprechè non sia il solito cartello dissuasivo dell’ “Attenti al cane” e del cane non vi è neanche l’ombra, ne tantomeno se ne sente il minaccioso ringhiare. Tra l’altro la legge vorrebbe che fosse indicato il nominativo o la sociatà cje che effettua la registrazione, ma, com succede spesso, sopra i puntini alcun nome non si legge. I fini sarebbero più che chiari, cioè che delinquenti da strapazzo abbiano libero movimento, ma come ho detto…..

Una nuova struttura, circondata da pareti in vetro,credo antisfondamento, dove all’interno, quando è tempo, si cucinano bipme pietanze , in modo particolare quell’insieme di carni miste cucinate sopra una bella brace, modo d’origine brasiliana- argentina, e il nome del locale lo incìdica chiaramente.

La storia degli attentati incendiari in questo bisatrato litorale è lunghetto, tra i quali nel 2001 il baretto di Melis, nel 2010 nella seconda discesa, nel 2014 la struttura di Platamona, dove tra l’altro il sabato sera gli amanti del liscio, molti sussinchi,  guidavano  la propria donna  ( o si facevano guidare) in splendidi e rilassanti balli di coppia o di gruppo.

Sapete cosa penso io? Pur rimanendo misaramente vigliacconi e puri delinquendi chi fa provoca tali fatti, che oltre distruggere beni altrui , avvelenano anche l’umore e il clima sociale, queste strutture bisognerebbe trovare il modo di “viverle” anche nella stagione invernale, e non lasciarle a sè stesse, anche se metti i cartelli  “bau bau”.

Prendiamo questo che ieri ho visitato esempio. Sae t’inoltri e osservi i particolari, si vede che proprio controllato e curato non lo è per niente. Date un’occhiata a queste immagini..

 

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Lastre divelte, credo dalla forza della natura quand’è arrabbiata

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Mucchi di sabbia che la fanno da padrone

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Chiavi e chiavette, presumo di cabine, compresi quelli che sulla destra parrebbero quadri elettrici,tutte aperte e piene di sabbia, a disposizione di tutti…

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Una componente della passerella che conduce al mare, a decine di metri di distanza dalla sua sede naturale

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La struttura è accessibile, almeno nella parte esterna, per cui non ho infranto nessuna legge a curiosare per vedere le condizioni di un luogo di proprietà pubblica, anche se affidata a gestione privata.

Ripeto, il posto è molto bello e la presenza di quel prato, seppur di materiale sintetico, fa sempre piacere

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Il fatto è anche che a me il mare piace frequentarlo più in inverno che in estate. E allora, perchè lasciarmi solo con queste belle immagini, prettamente estive?

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Certamente non pretendo di sdraiarmi sulla spiaggia davanti al tramonto invernale, e neanche mangiare quelle buone cosette che chissà quanto costano, ma almeno….

un po’ di attenzione e cura. Queste si le desidero e forse le pretendo anche, essendo proprietà comunale, Senza contare che sarebbe un buon deterrente per i soliti idioti e maligni piromani distruttivi.

Il solito inverno lasciato a se stessoultima modifica: 2018-03-05T10:28:01+01:00da piero-murineddu
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