Anna Demuro e la sua passione civile

Premessa

di Piero Murineddu

Anna Demuro buona parte dei miei concittadini la conoscono. Un’ “accudidda”, originaria di Calangianus, sposatasi a Sorso dove ha fatto la maestra elementare. Artista a tutto campo, poetessa e anche scrittrice la timida (apparentemente) Anna.

Solo da poco gli amministratori pubblici si sono accorti del suo valore e, con delibera ufficiale, si son “degnati” di accettare (finalmente!) delle pitture di grandi dimensioni che Anna ha voluto donare alla popolazione. Per chi desidera godere della loro visione, sono esposte permanentemente nei locali del Palazzo Baronale.

Non è trascorso molto tempo da quando Anna ha presentato pubblicamente uno dei suoi libri, “Un quadrato di sole”, scritto quando il marito Nino Canu era gravemente infermo, immaginando con lui un dialogo che riportasse a galla il loro vissuto insieme, specialmente giovanile.

Da questo volume riporto una paginetta, da dove traspare tutta la passione civica, l’attenzione ed il giudizio di Anna per le vicende nazionali, di quegli anni (il lavoro è del 2012) e degli attuali.

Riconoscere i riferimenti non è cosa difficile, anche perché ancora oggi, all’inizio del 2018, ci ritroviamo con la prospettiva (e il rischio) di essere governati da quelle stesse persone.

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Nella foto, due giovani Anna e il marito Nino

La pacifica rivoluzione contro l’ abuso di potere

di Anna Demuro

La giornata odierna, 25 marzo, è eccezionale; passerà alla Storia come la “pacifica rivoluzione” contro l’abuso di potere che vuole cancellare dal pubblico servizio i programmi dell’informazione e del dissenso.

I fatti di guerra che raccontano i libri della scuola, ricordi? Sembrano tanto lontani dal nostro quotidiano, e invece no. La prevaricazione, l’insulto e il vilipendio alimentano lo scontro sempre in atto, che si combatte sui media ormai da troppo tempo, impregnando di veleno la vita democratica.

C’è ancora chi non ha imparato nulla da secoli di storia e sotto l’abito borghese cela stivali e pantaloni grigio-verde come i vecchi boia d’altri tempi. Cambia la divisa, l’uomo no. Il despota di turno ama far mostra di sé e frena il tempo per ripescare gli anni già vissuti e sempre in forma offrirsi alla platea. Il nuovo imbonitore degli schermi, vendendo sproloqui a tutto campo, incanta le masse popolari e impingua il proprio ventre togliendo il pane a chi lotta per averlo. Incoraggia l’ottimismo sfoggiando sorrisi a trentasei, e quelli che sperano di diventare come lui, si prodigano senza pudore in stomachevoli applausi a scena aperta.

Con sfacciata tracotanza e l’indice puntato, il moderno dittatore in doppio petto fomenta l’odio e incita allo scontro, confonde le menti con i suoi proclami e fa il tiro al bersaglio con i dissidenti. Nei lussuosi palazzi del potere ama sfoggiare la sua “virilità” insieme alle bandane, gonfiando le fi la del “partito dell’amore”.

Intanto l’Italia diventa l’ultimo cantiere dove gli operai depongono gli attrezzi; nei cortei sfilano i giovani defraudati del futuro e i tetti delle fabbriche in disuso raccontano di presenze disperate. Sbandierano striscioni i nuovi licenziati e gridano aiuto le famiglie senza tetto, franano i costoni mai messi in sicurezza ed esondano i fiumi senza più canali. Le incompiute che durano trent’anni si aggiungono alle nuove che già perdono i pezzi.

Le sole cose che funzionano sono tangenti e regalie di qualsiasi “colore”, che non conoscono crisi di mercato. L’etica è un concetto d’altri tempi che fa sorridere le “cricche”, sempre in attesa di alluvioni, terremoti e grandi eventi.

Ma cosa dico! Sono tutte calunnie, complotti e castelli di carta costruiti solo per invidia. Come si può pensare che uomini di tale levatura…? E tu come la pensi? Tranquillo, conosco la risposta. Il nuovo paladino della libertà è talmente generoso che ha voluto allargare lo “scudo” anche ai suoi ministri e fare il ponte sullo Stretto per accorciare le distanze…

Ma la cosa più straordinaria, che non ha confronti, è la solenne promessa di debellare il cancro entro tre anni, senza bisogno di fondi alla ricerca. Che vogliamo di più? Penso che tu daresti man forte alla mi a rabbia, se potessi farlo; mi servirebbe, credimi, mi servirebbe tanto, così invocherei l’ira dei giusti insieme a te.

Anna Demuro e la sua passione civileultima modifica: 2017-12-30T23:30:54+01:00da piero-murineddu
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