Servizio in armi e maturazione dei giovani

angelo carta

PER SERVIRE LA PATRIA NON CI SONO SOLO LE ARMI

di Piero Murineddu

Il contenuto della lettera che il mio concittadino Angelo ha mandato alla Nuova Sardegna è appropriatissima ad una pagina FB che gestisco, “Sorso e Sennori – Banca della Memoria”, tra l’altro concepita anche per dare possibilità a chi vive nel nostro territorio (Romangia, nord ovest della Sardegna) di raccontarsi. Ed è ciò che si legge in queste righe, molto nostalgiche di un periodo e di un’esperienza che l’autore ha fatto da giovane.

Entriamo nel merito, cioè che il Servizio di Leva servisse o meno a “far diventare uomini”, come si diceva una volta e come in altre parole nella lettera  si conferma. Non nego che per molti giovani di allora, facendo un’esperienza comunitaria qual’era il periodo della “Leva” , anche se del tutto particolare, sia stata un’occasione di crescita, di confronto e forse di scontro, di entrare in contatto con altre mentalità e sensibilità. Forse si è imparato a rispettare e a farsi rispettare. Penso tuttavia che non fosse l’unico modo per aiutare i nostri giovani a raggiungere una piena maturità, e neanche la migliore. Sempre di ambiente di caserma si trattava, dove i rapporti non sono per niente paritari, dove sei costretto ad obbedire a delle persone che forse non stimi e ad eseguire degli ordini che probabilmente non condividi. Una convivenza “gerarchica” non agevola un agire e un rapportarsi democratico. Per dirla spiccia spiccia, questo ambiente ideale per far maturare una persona libera ( che vuol dire tutt’altro che  poter fare tutto quello che salta in testa infischiandosene del prossimo, sia ben chiaroio non ce lo vedo.

Nel 1972 in Italia è stata approvata una legge che rispondeva a chi, per motivazioni di principio e ideali, voleva contribuire in modo diverso al servizio verso la Patria, “obiettando” all’idea che la si possa difendere solamente con le armi. Nasceva così il Servizio Civile. Inizialmente era considerata una scelta di comodo, e quindi “punita”, facendo durare l’obbligo otto mesi più di quello militare. Col tempo, con le lotte e con validi ragionamenti, si è capito che non vi era niente di “comodo” nel voler dedicare un periodo della propria vita ad alleviare la sofferenza degli altri o impegnandolo in diversificati ambiti della vita sociale o a salvaguardia dell’ambiente.

Quando ho fatto il militare io, non conoscevo ancora questa possibilità, ma in seguito, stando a contatto a Sorso con più giovani di me, alcuni di loro hanno maturato questa scelta, certi che li avrebbe aiutati a crescere, in umanità, in attenzione verso gli altri, in solidarietà e in responsabilità verso la vita, entrando in contatto coi tanti problemi che affliggono la nostra società e in qualche modo li avrebbe segnati per sempre. Di fatto così è avvenuto e questi ex ragazzi, oggi persone adulte e per lo più impegnati a migliorare questo mondo per quanto è nelle loro possibilità, potrebbero testimoniare in questo senso.

Dal 1º gennaio 2005 deccadde l’obbligo del Servizio di Leva e nel contempo quello del Servizio Civile. Tuttavia, una legge del 2001, con l’istituzione del Servizio Civile Nazionale

http://www.serviziocivile.gov.it/   oppure anche  

https://it.wikipedia.org/wiki/Servizio_civile_nazionale

si era sancito che tale possibilità non era più in alternativa a quella militare, ma una scelta individuale a se stante. Chi per visione della vita pensa che l’uso delle armi è contrario alla propria visione delle vita e non lo ritiene l’unico e il principale modo per risolvere i conflitti, non è più visto un utopista e uno che vive con la testa fra le nuvole.

https://it.wikipedia.org/wiki/Nonviolenza

Questa esperienza la si può ancora fare, uomini e donne che non abbiano superato il 28° anno d’età, prestando la loro opera in attività di assistenza,di utilità sociale o di promozione culturale.

Per quest’anno, la domanda bisogna inoltrarla entro le ore 14 del 20 novembre 2017

Qui si trova il bando d’ammissione

http://www.serviziocivile.gov.it/menusx/bandi/selezione-volontari/bandociechi2017/

index

 

Per tornare alla lettera del mio concittadino,

i nostri figli hanno ancora possibilità di maturare,in tutti i sensi,e i modi e le opportunità non mancano

 

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Aggiornamento a oggi, 15 novembre

Tra le cose che mi capita di scrivere, ogni tanto, specialmente su argomenti che mi premono, mando qualcosa a La Nuova. Non sempre, ma a volte  ritengono di pubblicare, come in questo caso. Mi consola che il vecchio Brigaglia, docente universitario, scrittore e storico di pregio, concordi sul mio pensiero. Lo dico senza offesa per nessuno, ma spesso, la reazione istintiva, il reagire con violenza davanti alla violenza, il ritenere necessario l’accapparramento di armi sempre più sofisticate per incutere paura  e per sentirsi più sicuri, passi attraverso una visione della vita dove spesso l’istinto prevale sulla ragione, dove prevale la legge del più forte (e non è detto che il più forte abbia sempre ragione, anzi….). Un modo di concepire le relazioni, siano esse individuali, tra gruppi o tra Stati, basata su una bassa cultura e sulla  diffidenza che si ha verso il confronto di idee e sulla pazienza della sana “diplomazia”. Che uno studioso di grande esperienza e con molti anni alle spalle qual’è il prof Brigaglia affermi che è “completamente d’accordo”, come dice nella sua risposta, mi dimostra che il ragionamento che ho cercato di fare non è completamente fuori dalla realtà, e ancor meno, fatto da un “buonista” a tutti i costi.

Cattura

 

Servizio in armi e maturazione dei giovaniultima modifica: 2017-11-15T13:13:09+01:00da piero-murineddu
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Commento (1)

  1. Roberto

    Ottimo, perfettamente d’accordo.

    Rispondi

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