“MIO PADRE” di Anna Demuro

Premessa

di Piero Murineddu

Dei nostri genitori, che siano ancora viventi o meno, ci rimangono o ci sono rimasti nella memoria, alcuni tratti caratteristici che ce li rendono unici e irripetibili, come del resto irripetibile è ciascuno di noi. Da giovanissimi scolari non sarà sicuramente mancato il tema sull’argomento, e senz’ombra di dubbio, la descrizione che ne facemmo era di persone  esemplari, perfettissime in ogni particolare. D’altronde la visione che si ha in tenera età di chi ci ha permesso di nascere e di chi si è occupato di noi giorno dopo giorno, non può essere diversamente, salvo cambiare opinione man mano che si cresce, accorgendosi che un genitore è una persona normalissima, con pregi si, ma spesso con molti più difetti. Ciò nonostante il nostro voler loro bene non viene mai a mancare, a meno che non ci abbiano provocato chissà quale ferita. Se malauguratamente così fosse, ne resteremmo condizionati per tutta la vita.

Nei giorni scorsi, recatomi a far visita all’amica artista Anna Demuro, che da poco ha dato in dono alla popolazione di Sorso cinque sue opere pittoriche di grandi dimensioni, mi ha fatto vedere un diario dove ha raccolto composizioni per lo più divertenti, scritte in gallurese. Anna infatti è originaria di Calangianus, capitata in quel dì a Sorso per il mestiere che faceva il padre, sorvegliante di una delle fermate del treno che  conduce a Sassari. Ho chiesto  se si sentisse di leggerli, e in certi casi recitarli perchè scritte in rima, davanti alla videocamera, dando così l’opportunità ai suoi attuali compaesani sorsinchi di sentirne la terminologia e specialmente la cadenza tipicamente gallurese. Purtroppo la risposta è stata negativa, probabilmente condizionata anche dal recente lutto che ha colpito lei e le sue amatissime figlie. Ho deciso comunque di riportarne la traduzione, aspettando magari in seguito di ascoltare la viva voce di Anna.

Questa che vi propongo, come dicevo all’inizio, è una descrizione del padre, non esaustiva sicuramente, ma molto vera e…..umana.

Chi desidera veder pubblicato il ricordo dei propri genitori sulla pagina FB “Sorso e Sennori – Banca della Memoria“, lo mandi a pimupimu1957@gmail.com

 

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MIO PADRE

di Anna Demuro

Operaio caposquadra

all’alba usciva ogni mattina

e tornava col calar del sole.

Per tutta la lunghezza della tratta

non vedevi mai un filo d’erba

né mancavano bulloni alle rotaie.

Di ritorno a casa passo passo

qua e là raccattava ferro vecchio

e quando ne aveva un bel mucchietto

lo vendeva per comprare qualche cosa.

Poteva essere un paio di calzoni

o anche mezzo sacco di farina.

Faceva il calzolaio a tempo perso

risuolandoci le scarpe e

mettendo le bullette ai suoi scarponi.

Pescava a lenza lungo il fiume Liscia

qualche trota un po’ disorientata.

Aveva un orticello sotto casa

dove passava il tempo di riposo

a zappettare e incannucciare fagiolini

o estrarre le patate dalla terra.

Appassionato di lepri e di pernici,

le prime sempre in trappola cascavano

e le seconde le prendeva a fucilate.

Possono testimoniare due dita di una mano

che un colpo di fucile ha ridotto a moncherini

Era buono e paziente ma si scalmanava

se l mattino gli mancava la tazzina di caffè.

Nelle cose grandi della vita

che minacciavano una pessima virata

era capace di fare un passo indietro

pur masticandosi la lingua

ma se nel gioco delle carte si accorgeva

ch’era a rischio la partita

imprecando e sbattendo sul tavolo le carte

non la dava vinta

e allora il gioco diventava una sfida.

Il fiasco di vino non mancava mai

quand’era in compagnia

e se vedeva che veniva meno

non esisteva impedimento

alla voglia di riempirlo

anche se dal cielo piovevano

fulmini e saette.

“MIO PADRE” di Anna Demuroultima modifica: 2017-06-04T19:16:26+02:00da piero-murineddu
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