Musicisti crescono a Sorso: Gianni Carboni

di Piero Murineddu

Per me è sempre bello scoprire che nella mia cittadina qualcosa si muove, in questo caso in ambito musicale. Di Gianni non ne conoscevo l’esistenza, in tutti i sensi. Capita che tornando dal lavoro in treno in questi giorni che iniziano ad essere veramente caldi, nel tragitto che porta a casa mi debba ogni tanto fermare per riprendere fiato. E dove faccio sosta? Proprio di fronte a quella Frutta e Verdura dove solitamente sono esposti vari manifesti di feste paesane, nuove aperture e altro. L’ “altro” in questo caso è la copertina di un disco, accompagnata da un breve testo. “Vuoi vedere che questo musicista è proprio qui di Sorso?”,mi chiedo. Nel pomeriggio mando richiesta di notizie a vari musicisti locali di mia conoscenza. Seppur con qualche dubbio, uno di questi mi risponde che potrebbe essere figlio della coppia che gestisce proprio quella Frutta e Verdura della mia breve sosta.

Ecco motivata l’esposizione di tale manifesto in una vetrina che con le varie verdure e frutti non c’entra molto. Più tardi faccio la cosa che ormai ai nostri giorni sta’ divenendo la cosa più normale. Vado su internet alla ricerca di notizie, ed è qui che mi si apre la …… conoscenza. Scopro che addirittura Gianni Carboni ha un sito tutto suo, aggiornato e ben fatto    www.giannicarbonimusic.com  dove nella pagina “Dicono di me” trovo le due interviste che riporto.

 Listener

Tra Rock, passione e sacrifici

di Pablo Staccoli   (da mzknews.com”)

 

Gianni Carboni, ecco cosa produce veramente la terra sarda. Nascere in mezzo ai pomodori, angurie e vigneti non gli ha impedito di entrare in contatto con una delle più spettacolari e stupefacenti arti del mondo: la musica. Comincia a suonare a 11 anni, ma il punto di svolta arriva il giorno della cresima, quando la madrina gli regala una splendida Fender Stratocaster; e si sa, per un musicista la sua chitarra è un po’ come una compagna di vita, che lo conduce attraverso il suo viaggio musicale. Passando di band in band, arriva a Maggio dell’anno scorso, il 2016, quando pubblica il suo primo album da solista: In punta d’ardire.
Gianni, nella tua biografia affermi di essere un cittadino del mondo, spiegaci che significato ha per te questa affermazione.

Cittadino del mondo è un concetto strettamente legato all ambito musicale, infatti, come non mi piacciono nella vita normale, le etichettature, non mi piacciono neanche per quanto riguarda la musica.Penso che essa sia un linguaggio universale che non abbia bisogno necessariamente di una distinzione di genere, la musica è bella a prescindere dal genere, dallo stile e dal tipo di musica che un artista decide di fare.

Provieni dalla Sardegna, cosa vuol dire per un artista emergente, è una vantaggio o uno svantaggio.

Essere un artista in Sardegna vuol dire avere il cuore diviso in due, una parte che vorrebbe sconfinare e andare a cercare fortuna in altre città come Milano o Roma, e un altra che invece ti tiene legato al tuo territorio. Perché in Sardegna è più difficile che tu faccia l’incontro della tua vita, ma allo stesso tempo è comunque presente una buona realtà musicale, composta sia da musica folcloristica ma anche da musica pop, intesa come tutta quella musica un po più convenzionale. Per il momento io faccio parte di quegli artisti che rimangono in Sardegna e cercano di promuovere la nostra realtà.

In punta d’ardire è il brano che da il nome al tuo primo album da solista, ed è uscito a maggio 2016. Spigaci un po perché hai scelto proprio questo pezzo.

Personalmente penso che a livello musicale e strumentale ci siano altri pezzi all’interno dell’album che risultano più orecchiabili e quindi più adatti al lancio dell’album, ma ho voluto azzardare con In punta d’ardire perché lancia un massaggio più profondo, cioè quello di affrontare la vita con più coraggio e fregandosene delle aspettative degli altri.

In punta d’ardire è un album che ti sei completamente auto prodotto, quali sono state le difficoltà che hai affrontato nella sua realizzazione.

La prima grossa difficoltà è stata senza dubbio l’aspetto economico, perché comunque la realizzazione di un album implica una grossa spesa, soprattutto se affrontata singolarmente. Poi, il tempo; infatti per via del lavoro mi trovavo molto spesso a registrare di notte. Un’altra difficoltà si presentava quando magari andavi a proporti nei locali per suonare e nella maggior parte dei casi richiedevano di fare delle cover, e suonando sempre cover a volte era difficile per me trovare una mia identità.

 

Gianni non si ferma mai, infatti sta già lavorando ad un nuovo album che uscirà approssimativamente, verso la fine di quest’anno. Per ora ci ha anticipato solo l’intenzione di attenuare la sua chitarra prorompente miscelandola con un po di elettronica. In più tra qualche mese realizzerà un brano in coproduzione con un altro artista: Andrea Manca.

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Artista emergente ed in punta d’ardire

(Autopresentazione di Gianni,0da Rockit.it)
Gianni Carboni nasce e cresce a Sassari ma proviene da una famiglia di Sorso. Figlio di Gavino Carboni, piccolo commerciante di ortofrutta, e Margherita Delogu, inizialmente casalinga e successivamente negli anni unitasi all’attività del marito come consigliere di vendita.
La prima infanzia di Gianni ha poco a che spartire con la musica, legata più che altro alle attività dei genitori e della famiglia in genere (sono numerose fra zii e parenti le figure di agricoltore, lavoratore della campagna e figure affini).

Si avvicina alla musica all’età di 11 anni, grazie agli amici dell’epoca, scoprendo così i suoi fino ad allora ignorati talenti.
Inizia a suonare la chitarra anche se non ne possedeva ancora una.
Ancora sprovvisto di uno strumento musicale proprio, esordisce comunque live, in una rassegna di artisti emergenti in Piazza d’Italia a Sassari.

Vista l’insistenza, il padre viene convinto a regalargli la sua prima chitarra classica, una Asahi da cinquanta mila lire. Non un granché, insomma.
Infatti verrà utilizzata da Gianni solo come allenamento e studio, affidandosi ancora al prestito da parte di amici per le esibizioni live.

Riceve a 13 anni, come regalo di cresima, il suo primo importante strumento, che utilizza ancora oggi: una Fender Stratocaster.

Durante il corso della sua carriera esplora successivamente alla chitarra ed in ordine cronologico anche il canto, il basso (è attualmente allievo del maestro Alessandro Zolo) e la batteria.

A 14 anni decide di iniziare a studiare musica, prendendo lezioni private di chitarra da Luca Chessa, allora chitarrista degli Istentales, e di canto alla storica scuola di musica sassarese Birdland, sotto l’egida di Eva Carboni, insegnante certificata Vocal Power.
Durante la parentesi Birdland partecipa anche a due seminari di canto e tecnica Alexander, alla presenza di Elisabeth Howard, fondatrice del metodo di studio.

Si allontana dalla musica suonata durante il suo periodo universitario fuori Sassari.
E’ laureato in Scienze Economiche all’Università di Sassari e si è specializzato in Scienze Attuariali all’Univesità di Torino.
Dopo la laurea ha anche esperienze di lavoro fuori Sardegna (Roma e Pisa) che lo privano della possibilità di suonare live, cosa che riprende a fare non appena rientrerà a Sassari, sempre per motivi di lavoro.

Oltre che di musica, Gianni è un grande appassionato di sport, attività che lo accompagna praticamente da sempre. Principalmente basket, con esperienze anche di arbitro e di allenatore giovanile.
E’ un grandissimo tifoso della Dinamo Sassari, al quale ha dedicato anche una canzone (vedasi voci successive).
E’ sposato con Alida Addis.

LE PRIME ESPERIENZE DI BAND

La sua prima esperienza di band avviene con gli H2O, dalla quale viene ingaggiato come chitarrista ritmico.
Gli H2O si evolvono successivamente negli Suoni Scoperti.

In entrambi i casi viene realizzato nei live un repertorio di cover spaziante dalla musica italiana ai grandi classici internazionali.

A seguito dell’abbandono della band da parte di Giuliano, il quale intendeva percorrere una carriera da solista, Gianni fonda insieme ai componenti rimanenti, ai quali si aggiunge Antonello Baule al basso, la band Skylords, con la quale inizia la sua esperienza di cantante approcciandosi ad un repertorio più rock rispetto alle esperienze precedenti.

Con gli Skylords arrivano le prime importanti esperienze live, nelle rassegne di artisti emergenti di buona parte del Nord Sardegna. Gli Skylords vincono nel 2002 il primo premio del Festival di Ittiri, grazie al quale registrano la prima demo di cover.

Successivamente, per diverse visioni sul futuro e motivazioni, gli Skylords si sciolgono e Gianni inizia una prima parentesi come solista.La fine dell’esperienza con gli Skylords spinge Gianni a diventare autore dei propri brani.

Inizia a scrivere e partecipa con i propri brani a numerosi concorsi canori fino al 2010, fra i quali spiccano Isola Paradiso Festival (durante il quale ha l’opportunità di confrontarsi con alcuni importantissimi personaggi della musica italiana, fra cui Fio Zanotti, Luca Pitteri, Fabrizio Palma, Beppe Vessicchio e Angelo Valsiglio) e la semi-finale nazionale di Sanremo Rock.

I brani su cui puntava allora erano Credo in me e Per cambiare, primi lavori registrati professionalmente e autoprodotti dallo stesso Gianni. In quel periodo registra anche una cover di Nothing else matters dei Metallica.

AUTORE DEI PROPRI BRANI

PDemotivato da risultanti incoraggianti sì, ma al di sotto delle sue aspettative, oltre che da un’insufficiente consapevolezza dei propri mezzi, Gianni si concentra sugli studi universitari e sulle prime esperienze di lavoro fuori dalla Sardegna.

Al termine delle stesse, però, tornato nella sua isola madre, riaccende la fiamma con la musica fondando nel 2013, insieme a Salvatore Marongiu, i Nadim Duo, con i quali suona la chitarra e canta (il ruolo di prima voce è condiviso proprio con Salvatore che invece suona il cajon e le tastiere a seconda dei brani), con cui riesce a ritrovare la verve un po’ arrugginitasi oltre mare, ma soprattutto a suonare nella maggior parte delle più belle location di Sassari & dintorni.

Nelle esibizioni live spesso i Nadim venivano accompagnati dal chitarrista solista Andrea Manca, configurando ormai un trio di fatto, con la dicitura “Nadim Duo feat. Andrea Manca”.

Dopo un primo periodo di reciproca conoscenza in cui  suonavamo principalmente cover in chiave acustica, iniziano i primi lanci di inediti.
Vengono ripresi i primi due inediti di Gianni, che vengono riarrangiati e registrati in modo autonomo dai Nadim, ai quali vengono aggiunti nuovi inediti, scritti anch’essi da Gianni ad eccezione del singolo Niente di più facile.
Viene registrato un primo album demo, anch’esso autoprodotto, intitolato proprio Niente di più facile.

Il lavoro verrà successivamente ritirato dal commercio.

L’album viene accompagnato dal lancio del video de I sorrisi dell’anima che, insieme alle altre tracce, raggiungono oltre 25.000 visualizzazioni.

Successivamente viene lanciato un quinto inedito, Sempre più su, scritto anch’esso da Gianni Carboni e Katy Addis, brano dedicato alla storica annata del triplete della Dinamo Sassari, di cui Gianni è grande tifoso.
Grazie a questo inedito i Nadim Duo raggiungono popolarità all’interno della tifoseria della Dinamo, che in quel momento era visibile in tutto il territorio regionale e non solo, per via dei risulati straordinari della squadra.

Si è vociferato per alcune settimane che addirittura il brano potesse essere scelto come inno della squadra, cosa però poi smentita dagli stessi Nadim durante un’intervista rilasciata all’emittente regionale Videolina, oltre che dalla società.

Andando a scemare l’entusiasmo della tifoseria Dinamo, Gianni e Salvatore decidono di terminare l’avventura dei Nadim a causa di insanabili divergenze di visione sui progetti futuri e sulle loro modalità di realizzazione, per dedicarsi ad altri progetti personali.

LO STOP FUORI SARDEGNA E IL RITORNO CON I NADIM DUO

Dopo il termine dei Nadim Duo, Gianni fonda insieme ad Andrea Manca (già parte del progetto Nadim) e Marcello Pinna (ex componente di H2O, Suoni Scoperti e Skylords durante l’adolescenza di Gianni) i Bentway, con i quali, sulla scia degli apprezzamenti ricevuti dai Nadim, prosegue una proficua attività live in tutto il territorio regionale.

Nel contempo decide di lanciare il primo album da solista, interamente autoprodotto ma questa volta mixato e masterizzato professionalmente dal Blu Studio di Alberto Erre (già fonico dei più importanti artisti sardi fra cui Tazenda, Bertas, Piero Marras e tanti altri), intitolato “In punta d’ardire”, composto da 12 tracce inedite (compresi i precedenti inediti scritti da Gianni ma lanciati anche come Nadim Duo) di cui cinque in doppia versione, in lingua italiana e in lingua inglese (queste ultime inserite come bonus track).L’album è uscito su tutti gli store digitali e sul presente sito il 30 maggio 2016.

LA DOPPIA ATTIVITA’: CON I BENTWAY E COME SOLISTA

Le influenze di Gianni sono da ricercarsi nel rock-blues più classico ma anche nelle sue versioni “commerciali”.
Di grande ispirazione per lui Toto, U2, Eric Clapton, The Police, Pink Floyd e tanti altri ancora.

Predilige una timbrica calda e scura per la voce, mentre si caratterizza per un senso pienamente ritmico per le chitarre.
Amante dei suoni tipicamente Fender, i suoi brani rieccheggiano in modo evidente uno stile musicale associabile al rock americano, dove predominano più chitarre distorte caratterizzate da frequenze basse e armonicizzazione delle linee.

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In attesa di vederlo e sentirlo in carne, ossa e voce, su youtube si trovano vari video della musica che produce.

Un esempio
https://www.youtube.com/watch?v=njXyapHOgfk
Musicisti crescono a Sorso: Gianni Carboniultima modifica: 2017-05-29T05:35:40+02:00da piero-murineddu
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