Grigliata campestre e quel “Tira chi ti dira chi Ruseddu…….”

rosello

di Piero Murineddu

Belle quelle serate estive dove ti trovi con gli amici per consumare una cena  in campagna, col fuoco acceso e tutti che si danno da fare per trascorrere insieme delle ore liete. Può succedere che, oltre essere l’occasione per rinsaldare antiche amicizie, servano anche per farne nascere di nuove. E’ quello che è avvenuto qualche settimana fa, in quella campagnetta che solitamente uso come mio rifugio e come luogo di ricarica fisica, psichica e spirituale. Gente motivata da forti ideali o di questi in ricerca,che, soliti ritrovarsi regolarmente per parlare agli altri ciascuno della propria vita, ogni tanto sentono il bisogno di fare allegra convivialità, aiutata dalla larga griglia  sulla quale cuociono lentamente delle grosse bistecche e dell’ottimo pesce al cartoccio. Personalmente avrei preferito verdure, ma ogni tanto a qualche compromesso bisogna pur scendere quando si sta’ con gli altri. Ed è così che mentre l’esperto elettricista, arrivato con la sua officina ambulante si dava da fare per creare un’adeguata illuminazione, un altro gruppo non si è fatto pregare a prendere le bocce in mano e buttarsi in una combattuta sfida. Un gruppo di donne non si è fatto scrupolo di prendere una panchina e spostarla poco lontano per meglio raccontarsi le loro cose. Altri si sono attivati per ingrandire il tavolo e  permettere così a tutti i presenti di stare seduti comodamente. I più generosi (almeno in questa occasione) si son dati da fare per avviare il fuoco e preparare quanto programmato. Insomma, ognuno  di sua iniziativa ha fatto tranquillamente la sua parte, senza pretendere che altri lasciassero quello a cui in quel momento desideravano dedicarsi. In quest’atmosfera di accoglienza reciproca e di non sguaiato stare insieme, la maggior parte del tempo l’ho trascorso con Paolo, pensionato dopo 35 anni di lavoro all’INPS e grande appassionato di pesca e di mare. Le cose che mi ha raccontato, stimolato dal mio interesse e dalle mie domande, sono state tante, ma di una in particolare voglio farvi partecipi, risalente addirittura ai primi anni di scuola al “Porcellana”, istituto elementare sassarese. Avete presente il “ tira chi ti dira Ruseddu…..”, legato alla leggenda che i sorsesi mattacchioni avrebbero preteso addirittura di portarsi via a Sorso la famosa fontana, trascinandola con delle corde? Ebbene, Paolo dice che il suo maestro Costantino Poddighe, di cui conserva un bellissimo ricordo, in occasione di una ricerca scolastica aveva indicato ai suoi alunni una versione più verosimile della questione. Nelle campagne sorsesi si produceva la canapa, utilizzata per la costruzione di corde. Giornalmente ci si recava a Sassari per vendere il prodotto del proprio lavoro. Trovandosi la spianata dove sorge la fontana di Rosello proprio all’entrata della città, prima di recarsi al mercato dove le corde venivano vendute non a peso  ma bensì a metraggio, gli accorti e furbi sussinchi le legavano proprio alla fontana per tirarle con forza e poterle così allungare il più possibile.

Che dire, a me questa versione sembra più realistica. Vabbè che in molte occasioni i romangini  “di sotto”  hanno dato prova di stravagante “pazzia”, che a ben guardare pùò essere segno di particolare acume e di spirito libertario indomabile, ma questa storiella che volessero trascinarsi dietro il fontanone di Ruseddu può svelare più che altro la stupidità di chi l’ha messa in giro e continua a perpetuarla come veritiera. Grazie Paolo.

Dopo il gradito pasto e nonostante le resistenze iniziali, alla fine le chitarre, riuscitele ad accordare con molta difficoltà, sono venute fuori e, seppur con intonazioni molto approssimative e con un coro fatto di molte, ma molte voci “dispari”, il repertorio anni 60-70 è stato dignitosamente rivisitato. Qualcuno ha richiesto anche quella canzone sassarese che parla di quella fantasiosa storiellina dei sorsesi che volevano portasi via la fontana di Ruseddu, ma proprio non ne conoscevo gli accordi.

nota a piè di pagina

L’indomani, nonostante  le numerosissime sigarette fumazzate da buona parte dei presenti, per terra non ho trovato neanche uno schifoso mozziconcello. Bene. Anche per questo motivo, se si avanza la richiesta, un’altra cena prima dei rigori invernali si può ancora fare.

 

Grigliata campestre e quel “Tira chi ti dira chi Ruseddu…….”ultima modifica: 2015-08-24T23:34:53+02:00da piero-murineddu
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