Il dolce canto di Maria Nicoletta

luigi e nicoletta

 

di Giovanna Stella

Un particolare canto mi accompagna fin dagli anni adolescenziali, quando a Sennori, all’interno di un gruppo ecclesiale, si cercava di trovare valori forti coi quali giocare la nostra vita. Un canto musicalmente semplice. La voce dell’autrice, Adriana Mascagni, la ricordo non particolarmente graziata, eppure il cantare insieme quelle parole piene di significato dava anche alla melodia una  particolare bellezza:

Povera voce di un uomo che non c’è
la nostra voce se non ha più un perché:
deve gridare, deve implorare
che il respiro della vita non abbia fine.

Poi deve cantare perché la vita c’è,
tutta la vita chiede l’eternità;
non può morire, non può finire
la nostra voce che la vita chiede all’ Amor.

Non è povera voce di un uomo che non c’è,
la nostra voce canta con un perché.

 

Cara Nicoletta, io credo che la tua vita questo “perchè”  l’abbia sempre avuto, e sicuramente, ora che hai varcato il Grande Confine, gioisci già della sua conferma. Da sempre ti preparavi ad intraprendere il Mistero, definito “Casa del Padre” nel manifesto che ha annunciato il tuo Passaggio.

Ti ho sempre conosciuta tenacemente abitata dalla presenza rassicurante del Cristo. Lo cercavi e lo trovavi nelle frenetiche attività a cui ti dedicavi. Gli indifesi, coloro che si pongono o che vengono forzatamente relegati negli ultimi e spesso nascosti posti, erano quelli che attiravano la tua compagnia consolatrice. La tua vita è stata un continuo offrirti agli altri, mettendo le tue sofferenze in secondo piano.

La tua attività d’insegnante l’hai vissuta sempre con passione. Delicata e fantasiosa coi tanti bambini che hai incontrato e che hai amato. Non ti bastavano le tue innumerevoli parole ed esempi concreti per cantare la vita e le lodi al Signore.  Ti piaceva cantare e scherzare, ma a volte dai tuoi occhi trapelava l’inevitabile fatica di vivere. In particolari momenti mi confidavi quella solitudine che solo chi trova vera accoglienza e ascolto riesce  a condividere. Non esitavi nell’asciugare il tuo bel viso solcato da calde e liberatorie lacrime. Con infinita fiducia ti riaffidavi alle Mani Paterne e Materne di Dio.

Ti ho vista fragile come tutte le mamme che sopravvivono alla morte prematura di un figlio. Il doloroso distacco  l’hai serbato gelosamente nel tuo intimo, con la fiduciosa certezza di ritrovarlo. E’ finalmente arrivato il giorno per gioire della Sua Tenera Pace, con Carlo e con tutti i tuoi cari. Con amore libero e completo, continuerai a sostenere  Stefania, Fabrizio,Luigi e tutte le persone che hai momentaneamente lasciato.

Grazie per l’esempio che ci hai lasciato,  carissima Nicoletta.

Il dolce canto di Maria Nicolettaultima modifica: 2015-05-31T23:59:30+02:00da piero-murineddu
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