Ricordi dolorosi

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di Piero Murineddu

Come ho raccontato in questa pagina nel novembre del 2013, recandomi  un giorno nella campagnetta avuta in eredità dai miei, avevo trovato una scena desolante. Nottetempo, alla maggior parte di piante da frutto, tutte fino ad allora venute su a fatica, era stato “bloccato lo sviluppo”, usando la forza brutta e una lama da taglio ben affilata, come dimostra la foto.

Oltre la comprensibile rabbia ma anche la pena provata per l’autore di tale gesto, in quei giorni avevo cercato di capirne il motivo:

1. Dispetto?

2. Invidia?

3. Ritorsione per qualche mio pensiero ( a lui o loro sgradito) espresso  pubblicamente?

4. Semplice e puro atto per dimostrare all’autore ( o agli autori) la propria imbecillità?

Ogni ipotesi rimane ancora aperta. Magari mi si voleva semplicemente far capire, seppur in modo inusuale, che tradizionalmente le campagne di “Tre Monti” sono adatte per la coltivazione delle viti, e non per impiantarvi “zubevia”, “nèpuraciprò“, “meragranadda” e “meraghiddogna“. Come diceva la mia povera mamma, insomma, che spesso mi aveva rimproverato di aver fatto fuori il bel vigneto che c’era una volta. Il fatto che le dicevo che la vigna non basta averla ma vuole specialmente curata e che io non ero in grado di farlo, non attenuava il suo disappunto. Quindi, che i  “sicari”  nottambuli di piante siano stati istigati dall’anima buona di mia madre, sempre indaffarata anche su in Paradiso? Mi sia concesso di dubitarne.

Guardate bene quest’altra foto

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Quelli che vedete sono gli occhi che immagino abbia l’autore dell’infame gesto, o di chi eventualmente ne abbia ispirato l’atto concreto. E’ evidente che l’espressione non richiama serenità e visioni paradisiache, nel senso che non assomiglia nè a padre Pio ( a proposito, chissà perchè lo rappresentano sempre col volto accigliato), nè a lu muddu di Sossu, quel personaggio mitico di queste parti (Sardegna nord occidentale, “Romangia” la zona) che, dopo essergli apparsa la Madonna, riacquista la parola e corre in paese ad annunciare il prodigioso evento. No, proprio questi occhi non rimandano a queste figure  “illuminate”.

Comunque, putacaso tale espressione gli sia rimasta dopo aver massacrato quelle povere ed indifese piante, si rilassi e si tranquillizzi: io da parte mia l’ho perdonato. O almeno, se lo scopro, non lo afferro per la gola per strozzarlo. Lo giuro.

Certo, spero sempre che mi si presenti prima o poi con la cenere in testa da penitente (ma non di notte, altrimenti rischio l’infarto) e magari mi sveli il motivo che l’aveva spinto ad un gesto così vile, avvilente (per lui) e vigliaccone. Qualunque sia stato il motivo, il caffè o la birra ero disposto ad offrirli allora e lo sono ancora oggi.

In attesa di tale evento miracoloso (questo si, altro che le innumerevoli e presunte apparizioni mariane!), lo saluto senza rancore. Avvidezzi sani.

Ricordi dolorosiultima modifica: 2015-03-18T05:57:36+01:00da piero-murineddu
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