AMMINISTRATIVE 2014 A SORSO – parte decima: Quale scuola a Sossu?

 

Francesca (Chischedda) Careddu

CHISCHEDDA

 
di Piero Murineddu
Due esperienze “scolastiche” recenti, riportate su “La Nuova”. La prima parla di zia Chischedda, una signora quasi centenaria che testardamente ha voluto fare l’iscrizione  al CTP, il Centro Territoriale Permanente  che a Nuoro cura l’istruzione elementare di adulti e immigrati.La seconda riguarda la ventenne di Uri Vittoria Masala, e Claudio Fara, 17 anni di Sennori, studenti all’ex ITAS di Sassari.
Avendo partecipato ad un progetto europeo dopo un tirocinio di tre settimane in Irlanda ed avendo dimostrato particolari capacità, hanno gia ricevuto una proposta di lavoro per il post diploma. Esentati da lu tràbanu della maggior parte dei giovani “non protetti”, insomma.
Zia Chischedda potrebbe rappresentare la forza e la tenacia che i nostri genitori hanno dimostrato nell’affrontare la vita, loro  e delle famiglie che hanno cresciuto, in mezzo ad innumerevoli privazioni dovute in parte alla mancanza  di scolarità, assoluta e spesso bassissima.    Cogliendo un’opportunità e ancora studenti, i due giovani si ritrovano ad avere la quasi certezza che per loro il lavoro non sarà un problema. Cosa rara nella nostra povera Italia e in Sardegna particolarmente, a meno che non si è parente di qualche politico influente o figlio di professionista di cui è solitamente e comodamente scontato prenderne il posto.
Il “pezzo di carta”,  nella corrente mentalità comune, è un qualcosa che ha scarsissimo valore perchè non è automatica l’entrata nel mondo della “produzione”.  Difficile dimostrare il contrario, ma intanto i due esempi dimostrano  quanto sia importante il desiderio della conoscenza, di apprendere, di acquisire strumenti culturali che permettano una maggior consapevolezza di noi stessi e della vita circostante.L’importanza di avere l’opportunità di “studiare” si coglie quando si raggiunge un’età sufficientemente matura, quando cioè si supera l’atteggiamento infantile di “doverlo” fare per forza, spesso controvoglia e per imposizione. Comprensibilmente, fin quando lo si fa con questo spirito, non se ne gusta il valore e non si gioisce nel procedere di nuove scoperte. Il desiderio della Conoscenza è anche quella forza che porta ad avere uno sguardo positivo e di fiducia davanti alla vita. E’ quell’atteggiamento che aiuta a non sentirsi subalterni a nessuno, a considerare l’approccio con gli altri un’occasione d’ incontro, e ogni incontro è una possibilità di crescita. E’ sicuramente fondamentale la visione che ciascuno ha del mondo e della considerazione che si ha degli altri, che possono essere dei compagni di viaggio o degli antagonisti che possono intralciare il nostro cammino. Secondo quale sia questo giudizio, tutto acquista un valore diverso.
Gli “strumenti della conoscenza” si possono perseguire quindi o per integrarsi ottimisticamente in un mondo che offre tante possibilità per “umanizzarci”  progressivamente, oppure, al contrario, per imporre più o meno violentemente la nostra visione, dove facilmente gli altri possono diventare fastidiosi intralci.
Rimanendo in ambito scolastico, è molto riduttivo vivere gli anni scolastici principalmente e ancor peggio esclusivamente finalizzati alla possibilità di entrare nel mondo della “produzione”, sia essa materiale o intellettuale. Gli anni di studio sono momenti di vita che hanno valore in se, in quanto,imparando a rapportarsi con gli altri, si ha l’opportunità di attuare quelle potenzialità che, chi più chi meno, ciascuno possiede. Da qui la necessità di creare quelle condizioni perchè ciò avvenga, specialmente durante la scuola primaria.
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Indubbiamente sono importanti le direttive nazionali, ma in Italia vi sono esperienze locali che, o per avere adottato intuizioni e metodi di grandi Educatori, o per la passione e la preparazione d’insegnanti presenti, hanno raggiunto un grado di alta eccellenza. Ecco allora che la scuola è veramente una Comunità educante, dove gli alunni e gli insegnanti sono felici di recarvisi la mattina per trascorrervi buona parte delle loro giornate, trovando e creando un clima di rispetto e di vera crescita reciproca.

 

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Mi chiedo quindi quale tipo di scuola hanno in mente coloro che si apprestano a governare Sorso.

Si limiteranno all’ordinaria amministrazione dell’esistente, o saranno portatori d’inaspettate novità? Avvieranno iniziative concrete per contrastare l’abbandono scolastico e per cercare di rimediare alle  troppe “devianze” giovanili? Che faranno per abbattere le ancora persistenti distanze e incomprensioni tra il mondo scolastico e quello familiare e sociale? Incentiveranno la collaborazione tra le agenzie educative presenti nel territorio, compreso il Centro di Aggregazione Sociale? Nel loro Programma si darà largo spazio  a questo aspetto così importante della vita sociale e culturale di Sorso? Si avrà l’intelligenza di affidare la  “delega” amministrativa a persona capace e preparata, interessata realmente a confrontarsi con altre realtà scolastiche, senza presunzione e con l’unico desiderio di migliorare la realtà scolastica di Sorso? E non per ultimo, avrà l’autorevolezza d’invitare gli insegnanti a non caricare di “compiti” a casa gli alunni, specialmente nei primi anni, in quanto il gioco e altre attività sono ugualmente importanti e occasioni di crescita umana e culturale? Chi vivrà vedrà.

 

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AMMINISTRATIVE 2014 A SORSO – parte decima: Quale scuola a Sossu?ultima modifica: 2014-04-05T09:10:41+02:00da piero-murineddu
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