Oppure un …Natale di seconda mano

Oggi è tempo d’incendi, organizziamo presepi, dalle stelle tu scendi e ci senti e ci vedi addormentati in panchina o indaffarati a far niente ed il freddo che arriva, ci brucia e ci spegne

Non c’è nessun segreto, nessuna novità
non c’è nessun mistero, nessuna natività
Io ti regalo una foglia da masticare col pane
e tu una busta di vino per passare la fame

Sior capitano aiutaci a attraversare
questo mare contro mano
Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo e questa notte non abbiamo
Governo e parlamento non abbiamo e ragione, ragione o sentimento non conosciamo e quando capita ci arrangiamo,
e ci arrangiamo con documenti di seconda mano, on documenti di seconda mano

Oggi è tempo d’attesa, organizziamo qualcosa mentre balla sul marciapiede, la vita in rosa che ci guarda e sorride e non ci tocca mai

Ultimi di tutto il mondo, piccoli fiammiferai
Non c’è nessun perdono in tutta questa pietà, non c’è nessun calore, nessuna elettricità. E oggi parlano i cani per sentirsi più buoni, intorno al nostro fuoco cantano canzoni

Sior capitano aiutaci a attraversare
questo mare contro mano
Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo e questa notte non abbiamo
Governo e parlamento non abbiamo e ragione, ragione o sentimento non conosciamo, e quando capita ci arrangiamo, e ci arrangiamo con documenti di seconda mano con documenti di seconda mano

Mentre noi organizziamo presepi senza Mistero e senza Natività

di Pina Sutura

Tratto dall’album Amore nel pomeriggio del 2011, Natale di seconda mano è un brano, una poesia in musica, come altre di Francesco De Gregori, che pone l’accento, tra maestria, ironia e occhi aperti sulla realtà, sul Natale dei cosiddetti ultimi, su coloro che addormentati in panchina, non conoscono ragione o sentimento, non vengono da destra o da sinistra e sono ultimi di tutto il mondo, i piccoli fiammiferai: quella varia e disperata umanità, abbandonata e derelitta di cui il mondo si ricorda esclusivamente a Natale, ma solo per mettere a tacere la coscienza, forse. Stupisce l’estrema attualità del testo: un De Gregori, quasi profetico che dal 2011 anticipa già ciò che sarebbe successo negli anni a venire quando scrive di attraversare questo mare contro mano, di documenti di seconda mano, di richieste di aiuto inascoltate, di povertà, di disperazione senza perdono e senza pietà, (il riferimento ai barconi della speranza è più che chiaro e lampante) mentre noi, persone per bene, organizziamo presepi, senza mistero e senza natività.

Il tema è aspro e non racconta di situazioni idilliache o di favole a lieto fine, anzi la brutta e cruda realtà continuerà  a perpetuarsi periodicamente con i meccanismi di sempre, dagli albori della storia ai giorni nostri e probabilmente anche per il tempo a venire. Alla faccia di chi, oltre 2000 anni fa, è nato per portare l’amore nel mondo….

natale di seconda mano

Ma il Natale di seconda mano è riferito anche a tutte le solitudini nascoste nelle case delle nostre città, alle finte allegrie che animano tavole imbandite, mentre parlano i “cani” per sentirsi più buoni nel giorno di Natale e azzannare ferocemente in tutti gli altri giorni dell’anno.

Le metafore, le allegorie presenti nel testo, le similitudini oltre alla grandissima musicalità  rendono il testo degno di essere annoverato tra la vera poesia. E se quanto affermo potrebbe far storcere il naso a chi pensa diversamente, ricordo che se Bob Dylan, cantautore a sua volta, ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura qualche anno fa, un motivo ci sarà e sicuramente, certi brani, non sono solo canzonette.

Un testo di lacerante bellezza che più si ascolta e più si rivela, un testo più che mai profetico e attuale la cui crudezza fa riflettere sull’umanità intera, su chi sta al di qua e al di là della linea di confine che separa i poveri dai ricchi ma che, nello stesso tempo, li mischia e li confonde, perché non c’è ricchezza materiale che valga la grandezza del cuore e non c’è bellezza del cuore che si compra con tutto l’oro del mondo. Se questo Natale ci insegnasse che c’è molta più gioia nel regalare una foglia da masticare col pane o nel ricevere una busta di vino per passare la fame, avrebbe realizzato il suo vero scopo: insegnare l’amore all’umanità, senza “natali di seconda mano”

Lasciate che io possa nascere                                               

Lasciate che io consoli ogni dolore                                                                                                

lasciate che io liberi ogni oppresso                      

che ogni persona possa urlare la sua dignità                                       

che ogni bambino possa colorare il soffio del vento                                                                     

e ogni piazza si affolli                                                                                                            

cercami tra questa folla                                                                                                              

non abortitemi                                                                                                                     

lasciate che io possa nascere in questa notte

Oppure….

di Piero Murineddu

Quello che riporto su è il breve testo che l’autore del video mette a completamento della canzone di De Gregori.

Il suo nome è Tonino Urgesi, 58enne affetto dalla nascita da tetraparesi spastica ed esperto di “affettività e sessualità nella persona disabile”, su cui è stato chiamato a relazionare in vari convegni e seminari, come lui stesso dice nel seguente profilo autobiografico https://sites.google.com/prod/view/tonino-urgesi/chi-sono

Argomento, quello del diritto alla sessualità dei disabili o come si dice oggi “diversamente abili”, mai sufficientemente preso in considerazione come si dovrebbe.

Lasciate che io possa nascere in questa notte. Oltre il rifermento alla sua venuta al mondo (l’ecografia prenatale al tempo non credo si conoscesse, ma questo allargherebbe troppo il discorso), la frase conclusiva mi sembra opportuno allargarla alla condizione di chi, cercando altrove condizioni vivibili che la propria terra d’origine gli preclude, “mamma” Europa in tutti i modi non glielo vuole permettere, e senza farsi troppi scrupoli.

Significative le immagini delicate e drammatiche scelte per il montaggio, realizzato per il Natale del 2007 e che seguono passo passo le parole cantate da De Gregori.

Un bambino di spalle, in una situazione sicuramente di povertà se non addirittura di guerra, lo conclude. Difficile stabilire se oggi è diventato un giovane felice, come ogni individuo avrebbe diritto, oppure….

Oppure un …Natale di seconda manoultima modifica: 2021-12-09T13:04:44+01:00da piero-murineddu
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