di Piero Murineddu
Era bastato mangiare insieme una pizza nella casa sennorese dell’ amico comune, omonimo di mio figlio, per capire che dietro le sue poche parole e la sua tutt’ altro che estrosità, mi trovavo davanti ad una persona di grande valore umano, oltre che intellettuale.
Per tanti anni aveva insegnato lettere alle superiori e la passione di cercare tracce dei trascorsi storici del paesino collinare sardo in cui era nato e vissuto, Osilo, non l’ aveva mai abbandonato.
Sono poche le notizie che ho di Franco, e la telefonata stamattina a Giuseppe, l’amico che ci aveva ospitato per la pizza, in parte ha rimediato, confermandomi sopratutto che quella avuta da me quella sempre più lontana e piacevole serata, era un’ impressione molto ben fondata.
Per approfondire la conoscenza del carissimo Franco che nelle scorse ore ha varcato la Definitiva Soglia, quanto prima spero di poter prendere la nave fino a Livorno. Potrò così ascoltarne i racconti dalla viva voce della moglie Stella e magari sará anche l’occasione per conoscere da vicino la comunità che li accolse quando deciseró di lasciare Osilo per raggiungere i propri famigliari in “continente”. In questa pagina ne avevo parlato, stimolato anche da una preghiera composta da Franco che svela il suo grande Desiderio di vedere realizzato un mondo migliore, testo leggibile anche nella vecchia basilica restaurata dove i comunitari si ritrovano intorno alla figura del giovane prete trentino Cristian per recuperare le Forze ed imparare a volersi sempre piú bene. Vengo a sapere che nei pressi del tempio verranno conservate le spoglie mortali del defunto.
Parco di parole, ma di grande cuore e di svariati interessi culturali Franco.
Con la moglie Stella erano state presenze assidue e particolarmente attive nelle attivitá portate avanti nel periodo giovanile insieme proprio a Giuseppe, allora prete e vice parroco a Osilo, quando ancora era del tutto ignaro della tremenda esperienza che l’ avrebbe segnato a vita e che l’attendeva come missionario in Cile, arrivato col suo amico Tore proprio nei giorni in cui Pinochet faceva uccidere nel modo tipico dei Vigliacchi il legittimo presidente Allende e instaurava nel Paese sudamericano una dittatura che avrebbe causato una moltitudine di morti violente e sparizioni di giovani che avevano avuto il coraggio di opporsi, in modo pacifico e non violento, all’Arroganza del bastone. Bastava solo essere sospettati per subire gravi conseguenze, ed é quanto in seguito hanno rischiato i due giovani preti sardi, imprigionati con false accuse e riusciti dopo interminabili giorni a tornare miracolosamente in Italia.
Qualora qualcuno fosse interessato, ne ho parlato e in seguito continueró a parlarne qui.
Questa mattina ho voluto ascoltare più volte una canzone che vuole essere una preghiera, col pensiero fisso al dolore di Stella e della famiglia e che credo ben si adatti a questa circostanza, triste si ma sorretta dalla Speranza. In un primo momento sono rimasto indeciso se condividere questa o un’ altra nel cui testo, composto dall’ amico Giuseppe che a suo tempo mi aveva chiesto di musicare, oltre alla moglie e a un amico di paese artista, deceduti entrambi da poco, si parla anche del fratello di Franco, Piero, missionario per tanti anni in Congo e venuto a mancare anche lui in quello stesso periodo.
Avendo molte riserve per la resa tecnica del brano – spero di riuscire quanto prima a riprenderlo in mano dopo ben dodici anni – preferisco condividere quest’altro di Sergio Cammariere, accompagnandolo con
un affettuoso abbraccio alla carissima Stella, ai figli e agli affezionati nipoti di nonno Franco.
Padre della notte
che voli insieme al vento
togli dal mio cuore
la rabbia ed il tormento
e fammi ritornare
agli occhi di chi ho amato
quando è poca la speranza
che resta nel mio cuore
Padre della notte
che le stelle fai brillare
Tu che porti vento e sabbia
dalle onde del mare
Tu che accendi i nostri sogni
e li mandi più lontano
come barche nella notte
che da terra salutiamo
E fammi ritornare
tra le braccia di chi ho amato
quando è vana la speranza
che resta nel mio cuore
quando è poca la speranza
che resta nel mio cuore
dammi una pace limpida
come un limpido amore
Padre della notte
ovunque è il Tuo mistero
dentro ogni secondo
come in ogni giorno intero
Tu che hai dato a noi la fede
come agli uccellini il volo
Padre della terra
Padre di ogni uomo
Padre della notte
della musica e dei fiori
Padre dell′arcobaleno
dei fulmini e dei tuoni
Tu che ascolti i nostri cuori
quando soli poi restiamo
nel silenzio della notte
solo in Te noi confidiamo
e fammi ritornare
tra le braccia di chi ho amato
fammi ritrovare un giorno
l’amore che ho aspettato
quando è poca la speranza
che resta nel mio cuore
dammi una pace limpida
come un limpido amore
Padre della notte
che voli insieme al vento
togli dal mio cuore
la rabbia ed il tormento
e quando un giorno sta finendo
quando scende giù la sera
fa′ che questa mia canzone
diventi una preghiera.