Tonio Dell’Olio: ” Ma quale pace, se non c’é giustizia!”

Consiglio di fermarsi per benino ed ascoltare con attenzione quanto Tonio diceva cinque anni fa….

di Piero Murineddu

Per conoscere la biografia di questo dinamico prete sessantenne, chi vuole le fonti le può trovare altrove. Da quel che so, oltre che essere giustamente un riferimento del mondo pacifista e nonviolento, é una persona che non si é mai limitata ad essere contro la guerra dai pulpiti delle chiese, ma che molte delle terre insanguinate dalla folle violenza umana hanno visto la sua presenza per cercare di ricucire le ferite, anche fisiche, delle sempre troppe vittime.

A me interessa mettere in rilievo, come fa lui nel filmato, di quanto siamo superficiali ogni qualvolta ci ficchiamo in bocca la sacra parola Pace, e lo voglio fare proprio nel giorno in cui, pateticamente, si vorrebbe “festeggiare” l’unità nazionale avvicinandola all’idea di forza, e nello specifico di quella armata.

Posso dire che sono felicissimo – si fa per dire, considerando i tempi…- che quest’anno non si possa esibire tutto l’armamentario, quello RUBATO alle necessità reali della gente, posseduto da questo povero Paese perennemente in declino? Ecco, l’ho detto.

La forza muscolare, sempre quella, pronta ad essere usata per risolvere ogni tipo di conflitto. Accennare anche appena al Dialogo (quello vero, che porta a riconoscere i propri errori e a porvi, nel possibile, rimedio) provoca sorrisini di “tenerezza” ( leggi: commiserazione), mentre la Diplomazia ormai la si usa facendo presente all’interlocutore la potenza distruttiva contenuta nei propri arsenali.

Un uomo intelligentemente equilibrato padre Tonio, e lo si vede anche da quanto scrive nel suo profilo FB.

Riporto i suoi ultimi due  interventi, così, giusto per conoscere lo spirito coraggiosamente critico che c’è in lui, e con una visuale che lo porta, e ci divrebbe portare, a non considerarci il Centro del pianeta…

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4 novembre
L’altra faccia del mondo

di Tonio Dell’Olio

Non sono passati tanti giorni dalla chiusura delle urne in Guinea, Costa d’Avorio e Tanzania. Ci sono state forti tensioni e brogli, manifestazioni di protesta, incidenti. La posta in palio era alta. L’hanno capito – come sempre – le imprese transnazionali occidentali e cinesi che vogliono essere garantite nelle concessioni. Devono essere sbrigative e a poco prezzo per poter continuare a depredare indisturbate quelle terre e ottenerne materie prime indispensabili per la nostra tecnologia e la nostra tavola. Che quelle elezioni fossero importanti non l’abbiamo capito noi che diciamo di volerli “aiutare a casa loro”. Un presidente corrotto o corruttibile fa la differenza. Sono queste le condizioni per le quali si genera la miseria che produce migrazione. E noi tutti concentrati sulle elezioni Usa mentre l’altra faccia del mondo, quella nera, viene amministrata di fatto dai grandi potentati economici. Che a pensarci bene sono gli stessi che “ispirano” le decisioni dell’amministrazione a stelle e strisce, qualunque sia il candidato della Casa Bianca. Per questo non ci è lecito distrarci.

3 novembre                              Il colore del sangue

Se solo proviamo a sporgere la testa fuori dall’Europa, ci rendiamo conto che la violenza, purtroppo, è molto più diffusa di quello che immaginiamo e che il terrorismo continua a colpire maggiormente proprio fuori dal’Europa e soprattutto tra le popolazioni a maggioranza musulmana. L’attenzione posta da tutti i centri di comunicazione europei al brutale attacco di Vienna, ha fatto passare in secondo piano, se non derubricare, l’attacco avvenuto ieri nell’università di Kabul dove si calcola che 25 studenti sono rimasti uccisi e più di quaranta feriti. Chissà se qualcuno l’aveva saputo ma anche la settimana scorsa c’era stato un attacco in uno studentato della stessa città che aveva provocato 24 morti. E in Etiopia, nella regione degli Orono, ribelli armati hanno compiuto vere e proprie uccisioni di massa. Entrando nelle case, hanno costretto donne, uomini e bambini a uscire fino a condurli in una scuola dove li hanno massacrati. 54 morti. Ognuno con la sua storia e con i propri progetti di vita. Vittime che ci addolorano quanto quelle di Vienna e di Nizza se solo ne conoscessimo i fatti. Un giorno mentre ero in Congo un contadino si procurò un taglio sulla gamba che provvedemmo a disinfettare e fasciare. Il contadino, dopo avermi ringraziato, mi disse: “Non lo pensavi vero? Ho la pelle di un altro colore, appartengo a un’altra religione e sono di un’etnia che nemmeno conosci, eppure il mio sangue ha lo stesso colore del tuo”.

Tonio Dell’Olio: ” Ma quale pace, se non c’é giustizia!”ultima modifica: 2020-11-04T13:53:47+01:00da piero-murineddu
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