di Piero Murineddu
Da sempre impegnato nelle periferie del mondo al fianco di chi fa piu fatica don Giusto Della Valle, attualmente parroco nel quartiere comasco di Rebbio e con alle spalle quattro anni di permanenza nel Camerun come missionario “Fidei Donum”, dal titolo di un’enciclica scritta nel 1957 da Pio XII con la quale s’invitava la Chiesa a farsi missionaria. Ancora oggi, presbiteri, diaconi e anche laici, maturata questa decisione e come rappresentanti della propria diocesi, trascorrono in terra di missione un periodo che normalmente va dai 6 ai 15 anni.
Diventa così normalmente imperativo, per chi ha vissuto direttamente certe esperienze in luoghi lontani dal Nord civilizzatosifaperdire, confermarsi alla doverosa e MOLTO CONCRETA solidarietá con chi continua ad essere escluso dal diritto di condurre un’esistenza dignitosa. Per don Giusto é inimmaginabile vedersi un parroco che si limita a portare avanti l’ordinarietá di un ruolo da sempre comunemente concepito e a volte “imposto”, e non dal proprio vescovo, ma da certa gentaglia che del cristianesimo hanno capito niente, come dimostra questa foto del settembre di due anni fa, quando nel solito vigliacco modo e naturalmente nottetempo, il groppuscolo locale di Forza Nuova gli aveva intimato di occuparsi esclusivamente delle cose “spirituali”….
Figuriamoci se Giusto si faceva intimidire da questa meschina rozzaglia, poverin di essa!
E tutto perché? Ma si sa, dai…Perché, oltre che fare della casa parrocchiale un luogo di accoglienza e convivenza di persone in stato di bisogno – come del resto aveva invitato a fare lo stesso papa Francesco a parrocchie e Case Religiose ma che in pochi avevano attuato – quando c’é da denunciare pubblicamente certe ingiustizie, sempre con garbo ma con ferma tenacia, non manca a questo preciso impegno che ogni cristiano DEVE sentire e fare proprio.
A proposito di accoglienza o meno, viste le continue politiche di chiusura da parte di chi governa da quelle parti ( “clima” che ha influito in qualche modo nel recente omicidio di don Roberto…), molti chiedono di essere ospitati nell’oratorio di san Martino di Rebbio, fatto oggetto nei mesi scorsi di vandalismo e ruberie varie dai diffusi bullotti e che don Giulio ha affrontato coraggiosamente, rinunciando pure a prenderli a cazzotti come meritavano.
Sa essere indubbiamente autorevole don Giusto, come lo può essere solo chi mette in pratica lui per primo quanto agli altri chiede di fare. Diversamente si é inutili e insignificanti parolai.
Continuamente impegnato ad abbattere muri e sostituirli faticosamente con ponti, come quando ha chiesto ai suoi parrocchiani di fare una giornata di digiuno in solidarietá coi musulmani durante il Ramadan e di festeggiarne insieme la conclusione. “Abdicare alla difesa dei nostri simboli, dei nostri valori, della nostra identità”. Questa la scontata e già vista reazione della Lega, quella che un tempo accusava Roma di essere ladrona e che oggi, giorno dopo giorno, sta dimostrando che il suo principale “impegno” in favore della società é di privare, per ingrassosare le sue tasche, di quanto alla societá spetta. E oltre i guadagni infami, ci son le solite patetiche sceneggiate ad uso propagandistico (cioé prendere gli altri per fessi, per primi coloro da cui ricevono i voti…..), come quella del coordinatore della Lega in Sardegna che, in vista dell’arrivo ad Olbia del quasi peschereccio con a bordo 125 migranti di cui una buona parte infanti, si é messo la cravatta e il vestito nuovo e si é precipitato dal Continente per impedirne l’attracco, presente anche l’assessore regionale ai Trasporti. Che pena, che peeeeena! Da notare: il mare in piena burrasca…
Ecco, come mi succede specialmente quando tocco certi argomenti, rischio di divagare e allontanarmi da quanto quest’oggi mi preme di più, cioé conoscere meglio la figura di questo prete di “frontiera”, anche per il luogo dove opera, nel comasco.
Nell’articolo che segue leggiamo direttamente le sue parole in un’intervista del dicembre 2018. Magari ci aiutano anche a solennizzare questo giorno festivo…..
Don Giusto: tra vangelo, migranti, galline…..
di Davide Cantoni
Il senso di Don Giusto per l’amore è nelle mani, quando agiscono. Una dolcezza quasi insostenibile sprigiona dal parroco del sobborgo. Uomo avvolto in abiti che nemmeno i suoi assistiti indosserebbero. Tra sandalo e calze, un berretto che pare una scarpa, capelli che, no, non conoscono il pettine, Giusto esplode come luce: eleganza naturale, composta.
La dignità è talmente ovvia che non va restituita: la si trova in una mappa di segni diagonali perfetti, rughe che scavano sorriso. Rebbio, parrocchia di frontiera, aperta a quelle che un linguaggio polare, violentemente tecnico inquadra nelle “gravi marginalità”.
Bianco, rosso, nero o blu: chi soffre qui trova cibo, un letto e galline e conigli e orto in cortile e sacchi di patate. Ci sono italiani e migranti, soprattutto dal 2016, quando aprì l’ormai ex centro di via Regina. Don Giusto, classe ‘61 viene ordinato nel 1985. Diventa parroco di Rebbio nel 2011.
D. Mi perdoni, alcuni non la sopportano, lo sa?
R. Non lo so, dipende dal motivo.
Quello che fa, presumo.
Ci sono due estremi: chi idealizza troppo in positivo Rebbio e chi, senza conoscere, la denigra. La cosa migliore è che ciascuno si faccia un’ idea venendo qui e parlando.
Qui cosa fa?
Accogliamo le persone, poi usciamo e andiamo da chi ha bisogno. Ma l’accoglienza occupa molto tempo.
Quanti migranti ci sono?
50, 60 in media
Tutti in regola?
Raramente qualcuno non lo è
Siete un ammortizzatore sociale..
Siamo un quartiere con molte case popolari. Ci sono famiglie che fanno fatica e poi Como è città di frontiera.
Qualche mese fa parlò, riferendosi a Rebbio, di madri e padri spacciatori che trasmettono il “mestiere” ai figli. Ritratto durissimo.
Ci sono limiti che si trasmettono dal nonno al nipote. Sembra di non poter spezzare questa catena di emarginazione che si trasforma in uso e spaccio di sostanze.
Quanto vi spingete oltre la Legge nell’accoglienza?
Cos’è la Legge?
La Norma.
Cos’è la Norma?
La regola di uno Stato laico….
La norma prima è l’accoglienza. Se si parla di Legge del mare la regola è soccorrere chi è in difficoltà, chiunque sia. Poi c’è chi vuole norme d’altro tipo. Se si parla di Leggi dello Stato qui le rispettiamo. Spesso si tampona quanto altri dovrebbero e non vogliono fare. O non riescono.
– Chi?
Le autorità. E’ evidente che una maggior distribuzione dell’accoglienza gioverebbe alla città. Lo chiediamo da anni a tutte le amministrazioni, però picche. Intanto son state chiuse quasi tutte le strutture.
Serve un dormitorio aperto tutto l’anno?
– Certo, Como deve prendere atto di essere una città di frontiera. Il disagio aumenta, ci sono padri separati, i disoccupati.
Non solo migranti….
– Qui ospitiamo persone italiane per mesi.
E’ più faticoso lavorare da quando la Lega è al potere in città?
– Il governo cittadino non intende mettere a disposizione spazi per stranieri e persone in difficoltà. Ma si fatica a trovare disponibilità anche nelle realtà della Chiesa.
Vero, spieghi
– Ci sono posti nelle parrocchie e nelle congregazioni religiose, ci vuole più apertura.
Il vescovo Oscar cosa dice?
– E’ intervenuto in modo chiaro, ha parlato di città “senza mura”, in linea con il Papa.
Quindi il problema sono i suoi colleghi parroci.
– Mi sembra che anche nella Chiesa sia entrata quella paura che contraddistingue l’Italia oggi. Si ha paura di fare accoglienza per non spaccare la comunità. Paura che c’era e c’è anche qui a Rebbio, lo so. Oggi si ragiona più per ideologia che per conoscenza diretta. La Chiesa risente dei ragionamenti della strada, però la differenza dovrebbe farla la Chiesa. Il vangelo è estremamente chiaro.
Allora torno a prima. In nome del vangelo si può superare la norma?
– Certamente. San Pietro diceva bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini quando gli impedivano di predicare la resurrezione di Gesù. Se la Legge umana è contro il comandamento di Dio, si obbedisce al comandamento. Basta essere sicuri che lo sia e non una propria idea
Siamo di fronte a San Giusto?
– I Santi si fanno da morti (ride).
S****** bacia il rosario, poi emana un Decreto Sicurezza i cui effetti sono già visibili.
– Non so che valore dia al gesto. C’è chi fa uso taumaturgico o strumentale degli oggetti religiosi. Bisogna chiedersi: il Decreto è secondo il Vangelo? Sulla questione migratoria non lo è. Si vuol creare una sacca di migranti che vive nel disagio e che può delinquere.
Perché?
– Per dire: vedete come sono? Per autorizzare forme repressive ancora più forti. Il Decreto fa un uso strumentale del migrante e dell’emarginazione.
Arriveranno più persone a Como dopo il Decreto?
– Presto ci sarà un picco notevole
L’altra sera un migrante ha dato in escandescenza fuori dal Comune. Hanno chiamato don Giusto…
– Mi ha chiamato la polizia.Insomma, don Giusto è utile. Nonostante tutto.Rebbio è sempre stata a disposizione
Ce la fate coi volontari?
– Sì ma servirebbero presenze più fisse.
Lei è l’incarnazione dell’agnello di Dio?
– (Ride di gusto) Quello lo hanno ammazzato, quindi meglio di no. Lascio il posto a qualcun altro.
Si sente col sindaco?
– Ci parliamo, è successo di recente.
Sensazioni?
– Non lo so. Ci vuole concretezza in questa città per affrontare certe situazioni. Con Landriscina abbiamo parlato di migrazione, migranti.
Non crede che Landriscina, uomo e medico, farebbe di più non fosse politicamente legato?
– Da prete ragiono così: se le persone disagiate stanno meglio, stanno meglio tutti. Non so se questo sia il presupposto dell’amministrazione.
Rebbio: ecumenismo nella sua forma più piena
Ci si prova, è interessante.