di Rita Clemente
L’ altra sera, per caso, ho sentito un pezzettino di “Piazza pulita” e stava parlando Maroni, il quale difendeva S****** che in Parlamento difendeva se stesso in quanto sosteneva di avere difeso i confini della patria, cioè del suo Paese dagli “invasori”. Riferendosi, ovviamente, al “caso Diciotti”.
Io non sono una giurista, né una politologa, ma, avendo studiato un pochino di storia, so che il proprio Paese, caso mai, lo si difende quando qualcuno l’attacca con le armi. Che gli invasori sono quelli che entrano con gli eserciti o che ti bombardano alla grande (es. come fece il regime di Mussolini con l’Etiopia).
Ma che poche un esiguo numero di esseri umani inermi, malati, disitratati e in pericolo di vita, possano costituire una minaccia per i confini e per la patria e debbano essere considerati “invasori”, mi pare grande cazzata, detta pure in grande malafede.
Che poi, a voler essere proprio proprio precisi, bisogna andare un po’ più avanti con il ragionamento:
perché quei poveri disgraziati, ripeto inermi e malati, si trovavano nelle condizioni di dover essere soccorsi o nelle condizioni di dover chiedere asilo da qualche altra parte che non fosse “casa loro”?
Chi si trova bene “a casa sua”, di solito non scappa, non rischia la vita in mezzo al mare!
Neh, signor Maroni?
Dunque, a mio avviso, lasciar morire in mezzo al mare gente inerme e sofferente si chiama “omissione di soccorso”. Punto e basta. E va contro una legge che viene prima ancora della legge dello Stato. La legge dell’umanità.
Persino Sofocle (V sec. a C.) l’aveva capito e ha creato quel meraviglioso personaggio di Antigone:
“NON SONO NATA PER CONDIVIDERE L’ODIO, MA
L’ AMORE”
Non é l’ immagine migliore, ma ugualmente, vista l’ora, buon appetito
(Piero)
Proprio non c’é ormai limite alla sconfinata e continua moltiplicazione delle facce da c….
Non continuo perché il pasto festivo e particolarmente ricco e non voglio ruschiare di perdere l’appetito.