di Piero Murineddu
“Giornata dell’Accoglienza” quest’oggi, in ricordo di quella tristissima notte di sei anni fa in cui il mar Mediterraneo risuonò della disperazione di persone che inutilmente, unendo le proprie grida con quelle di altre centinaia di esseri umani e introducendo nei propri polmoni più aria possibile, tastavano nel buio cercando un qualsiasi appiglio a cui aggrapparsi, rivelatosi da lì a poco inutile. Qui di seguire possiamo leggere le cifre di una tragedia che sembra non finire mai
https://www.unhcr.it/…/3-ottobre-giornata-della-memoria-del…
A me questa giornata fa pensare alla Prossimità, parola di elevatissimo valore umano. Se ne cogliessimo tutta la sua portata, inizieremmo (forse) a capire che gli altri, potenzialmente, sono più fratelli che nemici, e questo dipende unicamente dalla nostra decisione.
Per quanto mi riguarda, è da molto che non ho più l’ansia di convincere i miei interlocutori che la mia visione della vita è più giusta e sensata della loro. Se in gioventù posso aver avuto questa presunzione, man mano che gli anni sono trascorsi, ho capito che ciò che conta è mettere davanti a tutto la ricchezza umana che l’altro possiede, che ne sia o meno consapevole.
Diversi anni fa avevo messo in rete la registrazione del prezioso testo da me messo in musica di questo poeta africano. Avevo ancora i capelli neri, qualche grado di vista in più, la voce più “gridante” che forse riusciva ad arrivare a qualche nota più alta di quanto avviene ora. Usavo una fotocamera (cadutami in seguito in acqua durante i miei amati tufettini dagli scogli) e naturalmente, come ora, il testo dovevo leggerlo perché non mi ricordavo un piffero di niente.
Ritengo utile riproporlo in questa particolare giornata, principalmente per ricordare a me stesso che accoglierci a vicenda per come siamo ci aiuta a crescere nella nostra umanità, la cosa che conta maggiormente.