Etica? Più che altro etichetta

 

di Piero Murineddu

Insomma, qualche limite a questo sfrenato soggettivismo ce lo dobbiamo pur mettere, altrimenti, di questo passo, corriamo il rischio di massacrare uno di botte perchè riteniamo giusto farlo. E qui non è questione di seguire una religione o meno, avere dei principi morali o non averli. Cioè, ad un certo punto e qualsiasi siano le nostre credenze e i nostri punti di vista, un’azione o è buona o è cattiva. La si può ancora fare questa distinzione?

Stamattina sono rimasto incuriosito, girovagando per FB, nel leggere di un’amica che è rimasta scossa nel vedere un programma televisivo su ciò che c’è a monte della vendita delle pellicce con prezzi che certamente noi, appartenenti alla massa umana “normale”, non ci potremmo mai permettere. O meglio, per essere più preciso, io e credo tanti altri, non spenderei mai mucchi di soldoni per far vedere che si è superiori, appartenenti all’alta casta umana. Io uso indumenti per ripararmi dal freddo e non mi faccio scrupolo di usare vestiario che altri hanno scartato. Ma non voglio tediare nessuno con le mie stramberie personali.

Sono andato a vedere questa mezz’oretta scarsa di trasmissione che l’amica, dietro mia richiesta, mi ha indicato, scoprendo che quel canone televisivo che son costretto a pagare contro voglia, è ripagato in minima parte da qualche programma di vera informazione, e non certamente dalle innumerevoli ore d’intrattenimento stupidone e scacciapensieri o per conoscere rozzi pensieri alla Sgarbi, che ogni volta mi capita d’intravedere, mi sale la voglia di entrare oltre lo schermo e prenderlo a schiaffoni (etica “soggettiva”).

Se non l’avete già vista, ve la propongo. Guardate come vengono allevati e uccisi certi animali da pelliccia, resa pregiata dalla vanità umana e dall’ingordigia di guadagno del mercato…

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La Finlandia è il principale produttore di pellicce allevate, in prevalenza volpi e visoni. Vendute in aste che si tengono ciclicamente a Helsinki vengono acquistate dai pellicciai che le conciano, trattano e colorano per poi rivenderle alle grandi firme della moda. Oggi molti grandi marchi le usano come bordature di cappucci o polsi di cappotto in pelo nei capi invernali. Al cliente etichette e addetti alle vendite nei negozi spiegano che le pellicce sono certificate come etiche. Secondo i dati dell’ente certificatore finlandese, sono certificati il 99 per cento degli allevamenti di volpi e il 93 per cento di allevamenti di visoni. Gli allevatori però non consentono alle telecamere di filmare quello che accade dentro, bisogna entrare di notte quando gli allevamenti sono chiusi. E quello che si scopre è molto diverso da quanto raccontato nelle boutique di Roma o Milano: cannibalismo dovuto al sovraffollamento delle gabbie e volpi mostruose ingozzate di cibo per far aumentare in maniera innaturale il loro peso e quindi la loro pelliccia. E chi alla fine incassa il maggior guadagno sono le firme della moda.

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http://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Letichetta-98bf2d09-58a1-4f4d-9b5b-34ff151372dd.html

Etica? Più che altro etichettaultima modifica: 2019-03-26T23:08:00+01:00da piero-murineddu
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