Gavina. Di cognome Demurtas. “Signora Gavì”, insomma……

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di Piero Murineddu

Il forte carattere e le grandi energie fisiche che l’hanno portata nella vita ad un continuo e generoso attivismo, non hanno evitato alla moglie dell’indimenticabile Petronio Pani, Gavina,  di sottrarsi quest’oggi all’Inevitabile Momento.

Tristezza per la separazione in tutti, specialmente nei quattro figlioloni che ha cresciuto egregiamente, nei rispettivi coniugi e negli affezionatissimi nipoti, ma con la certezza che ora  si è ritrovata in un abbraccio che non avrà mai fine col suo amato, e per noi indimenticabile, Petronio, ancor prima forse che col Padre Misericordioso.

 

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Gennaio 2011. Erano diversi giorni che Petronio si trovava in sala di rianimazione e anche se il lumicino di speranza che potesse riprendersi continuava comprensibilmente ad essere acceso in Gavina e nei figli Mauro, Guido, Nietta e Claudia, erano tuttavia preparati, intuendo che questa volta il marito e il padre non ce l’avrebbe fatta.

Il dolore per la sua perdita è stato grande, ma nel contempo erano sollevati dall’idea che dopo tanto tempo, per lui erano finite le sofferenze.

Dopo qualche giorno dalle esequie, ero andato a trovare la mia e nostra carissima Gavina.

Al suono del campanello, come sempre era seguito l’abbaiare dei cagnetti che in quella bella casa di via Donizetti hanno sempre trovato buona ospitalità.

“Piè, tu sei…..vieni, vieni su. E tu stai zitto e vattene a cuccia….zitto….a cuccia, su…”.

Nonostante il tono imperioso, il cane continuava ad abbaiare e, ancora peggio, a ringhiarmi, cosa che non mi lasciava affatto tranquillo.

Una volta raggiunto il salottino e capito che non ero un potenziale nemico, finalmente smette e va finalmente ad accucciarsi davanti alla stufa, quella bellissima stufa che era veramente un piacere starci davanti. Altri angoli del salottino – sala da pranzo erano occupati da un altro cane e da forse due gatti, sonnacchiosi e completamente indifferenti a quello che avveniva intorno a loro.

Sempre amante degli animali Gavina, e sempre premurosissima nei loro confronti.

“A te lo faccio il caffè?”

 “E fozziammìru, dai….”

“E allora? Cosa mi dici, Piè….. Dimmi qualcosa tu perché io sono senza parole…”

Cosa dire ad una donna che ha perso il suo uomo dopo una vita che stavano insieme? Il rischio di far uscire di bocca le solite baggianate consolatorie c’è sempre, ma con Gavina questo problema non c’è stato e non poteva esserci, anche grazie al rapporto confidenziale che man mano si era costruito le volte che andavo a trovare il marito ormai infermo, ma sempre pieno di progetti per un futuro che sapeva benissimo che per lui non ci sarebbe più stato, almeno su questa terra.

Ohia, Gavì….. certo che Petronio mancherà molto anche a me. Descrivere ciò che provavo e ricevevo nei momenti in cui stavamo insieme è quasi impossibile. Ma comunque, e cerchi di capirmi, io penso che forse Petronio ha futtiddu a tutti. Adesso a lui gli si è svelato tutto il Mistero di questa vita, il suo significato, la sua finalità, mentre noi continuiamo a stare qui a porci mille domande, “trabbanendizi lu zeibbeddhu”….come saremo, cosa faremo, se ci rincontreremo, se ci riconosceremo, se saremo giudicati………Gavì, a lo sa cosa le dico? Io mi fido di quello che ci ha fatto conoscere Gesù Cristo, che la vita ha un significato e che, stringi stringi, dobbiamo sforzarci di volerci bene per costruire già su questa terra una pace che sicuramente non avrà mai fine. Se poi ci scanniamo a vicenda, le conseguenze le vediamo da subito ed è peggio per noi e per tutti. Petronio è stato sempre un uomo estremamente pacifico e disponibile verso tutti, e ha lasciato semi di vero amore lungo la sua vita. Come ogni seme che produce una pianta con dei frutti, invecchia e poi muore. Almeno apparentemente “muore”, perché in realtà si trasforma, generando vita nuova. E così credo che sia per noi. Sarebbe innaturale che ci dissolvessimo nel nulla….”

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Gavina, carissima e unica Gavina!

Quante conversazioni davanti a quella piacevolissima stufa con lei che non smetteva di sferrucchiare a uncinetto, creando i suoi bellissimi lavoretti.

Oltre che di Petronio, riferimento ricorrente, si parlava di noi, della mia e specialmente della sua vita;

degli anni trascorsi in Africa e del rientro avventuroso in Italia;

del lavoro nell’ufficio postale e dei suoi modi che apparivano a volte bruschi ma che erano solo segno della sua precisione e della sua meticolosità;

delle innumerevoli sigarette andate in fumo;

di quella cornacchia che si aveva costruito il nido nel cortile di casa e a cui lei faceva trovare qualcosa da mangiare;

della grande pena per il cane morto di tumore;

delle tante attività portate avanti dal marito e a cui lei non faceva mai mancare il sostegno, seppur a volte “murrugnendi”;

dell’amore e dell’impegno per tirar su i figli e le figlie;

del suo ultradecennale lavoro di volontariato con l’AVIS e dei tantissimi fatti a questa attività legati;

della fatica piena di passione nel portar avanti questo servizio e del dispiacere di non esserci un ricambio generazionale. Quante volte mi ha chiesto “Piè, lo vuoi fare il presidente?” ed io puntualmente “Gavì, vorrei, ma le condizioni di salute non mi permettono di prendermi un impegno fisso”.

Mi riempiva di tenerezza vedere di tanto in tanto questa donna in età avanzata con la divisa, indaffarata a fare pratiche d’invalidità, portare a domicilio stampelle e carrozzine, accompagnare in ambulanza qualcuno per visite specialistiche. Non si faceva scrupolo a chiedere per chi aveva bisogno.

Parlavamo anche del continuo andirivieni di ragazzi che c’è sempre stato nella sua casa, dove lo spazioso sottopiano era diventato un luogo che ospitava diversissime e numerose attività, con pentole e pentole di frittelle, allegri schiamazzi giovanili, scuola di musica e di non so cos’altro, ma sopratutto scuola di vita.

Quanti ragazzi e ragazze hanno aiutato a crescere Gavina e Petronio, oltre i propri figli, sempre coinvolti nel movimento continuo della famiglia allargata, molto allargata.

E Gavina e Petronio a loro volta sono cresciuti, in umanità specialmente, nel contatto con queste centinaia di giovani, sussinchi o di altrove che fossero.

 

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Quando capitava di farle sapere che a qualcuno serviva qualcosa, specialmente da vestire o anche da mangiare, lei non si tirava mai indietro:

Me figliò, chissu chi Gavina ti pò da’, ti lu dazzi cun tuttu lu cori….”.

La sua mente, e il suo cuore sopratutto, erano entrati in quel circuito di sostegno per il prossimo, cosa per lei del tutto normale e persino doveroso, acquisito in anni e anni d’impegno a servizio della vita collettiva, per lei realmente considerata comunità, con tutte le relazioni di vera vicinanza che aveva costruito, il più delle volte affiancando il suo amato Petronio.

 

Stamattina, poco prima delle sei, il messaggio di Claudia, sua figlia:

“Mamma se n’è andata !”

Dopo un ricovero di qualche mese fa, Gavina non si era più ripresa e niente faceva sperare che sarebbe tornata come prima. I carissimi figli l’hanno accudita in tutto, notte e giorno.

A malapena era riuscita a dirmi “ciao” quando sono andato a trovarla, un ciao che era più di una lunga conversazione, come quelle che eravamo abituati a fare seduti comodamente nel suo salottino

Ciao, carissima amica. Prima o poi ci si rivede. E non stare come al solito sempre indaffarata. Riposati un po’ di tanto in tanto.

Avrei tante cose da raccontare di te.Tranquilla, belle cose. E come me, tanti altri che hanno avuto la fortuna d’incrociare la tua strada e di percorrere un breve o lungo tratto insieme. Non sarà facile dimenticarti, e a dir la verità, non ne abbiamo nessuna intenzione. Fai buon Viaggio, signora Gavì, e non c’è bisogno di dirti chi devi salutarmi……

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Gavina. Di cognome Demurtas. “Signora Gavì”, insomma……ultima modifica: 2018-07-28T08:01:44+02:00da piero-murineddu
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Commenti (3)

  1. piero-murineddu (Autore Post)

    Grazie per l’esempio di vita lasciato dai tuoi genitori

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  2. Loredana

    Grazie Piero,
    Madrina apprezzerà quello che hai scritto.
    Di sicuro troverà da fare ora che si è riunita con i suoi cari. Mamma e zio Petronio la stavano aspettando.

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    1. piero-murineddu (Autore Post)

      Un abbraccio

      Rispondi

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