Molti colori e qualche righetta su iersera

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di Piero Murineddu

Scusi, posso disturbarla?” – “E perchè no? Mi dica…” – “Ma tutte queste belle piante che sto vedendo percorrendo queste viuzze sono lì per iniziativa privata o è un’indicazione che ha dato il Comune?” – “Ma guardi,ci piacciono e le mettiamo. E quel bello scorcio coi resti medievali dei Malaspina visto lo ha….” – “No, no….in questo momento non m’interessa l’aspetto storico e paesaggistico. Sono proprio tutte queste piante fuori delle case che mi stanno piacendo. Grazie, signora. Complimenti e auguri per tutto” – “Grazie….”

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Proseguendo nelle discesette, ponendo bene attenzione a dove poggiare i piedi nel fondo impietrato, i bei colori e l’impegno che immagino venga messo per curarne le piante, mi aiutano a tirare innanzi nella passeggiatina non prevista di un caldissimo pomeriggio domenicale.

Scusì, signò, ma lo sa che sono veramente belline queste stradette piene di piante che sto vedendo….” – “Eh, cosa vuole….anche se solo con gerani, io ci tengo a rendere bello l’esterno della mia casa. Mi rilassano e mi tengono impegnata. Gia la vita è intristita da questi governanti…..” – “Eiè signò, stia bene e complimenti…” – “Grazie….e buonasera mi…”

Veramente una piacevole passeggiatina.E quell’edera che ricopre quel vecchio muro, e quel tappetino verde (sicuramente lurido, ma pieno di buone intenzioni),vasi appesi e distesamente ben allineati lungo il muro…

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…e addirittura le piante di fichi d’India su quel cortiletto rialzato……

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…e poi quella frase che ricorda ad una certa Maria che quella casa è sua

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Tutto questo fin quando non arrivo al solito insopportabile e superarroventato asfalto, quel segno di progresso il cui avvento  voleva dimostrare, allora, che i tempi di magra erano finiti, che finalmente non eravamo più costretti a viaggiare con i cavalli e le carrozze, ma ben chiusi in scatolette metalliche ariamentecondizionate che senza sforzo alcuno ti trasportano da un punto ad un altro molto più in là senza neanche che te accorgi.

Il “progresso”, ah il progresso! Maled….benedettissimo progresso!!

Tutto il “paradiso” colorato, fin quando percorro il centro storico, naturalmente.Nelle periferie, come in tutte, le cose cambiano. Ma così è.

Ma a proposito,scusate,mi rendo conto di non avervi fatto alcune premesse.

In poche parole.

Pomeriggio domenicale a Osilo, paesello incucuzzolato lassù, ma non quanto il vicino e panoramico Colle di Bonaria, che prima di arrivarci, nei pressi della chiesa di Sant’Antonio, ti ritrovi quello spaventoso insieme di antenne trasmettitrici che fanno pensare che proprio bene non fanno. Alla salute, intendo. A far che? Doveri “parentali”, diciamo. La mia graziosissima e provetta nuotatrice nipotina Giada ha ricevuto la forza dello Spirito Santo con la “cresima” e zio Piero e famiglia non potevano mancare.

Ma quella predica, però. Quella predica del vescovo in procinto ormai (finalmente) di andarsene in pensione! Predica lunga, come avrete capito, ma lunga ma lunga ma lunga. E ancora più lunga perchè non si capiva un “pendulo” non si capiva. L’impianto acustico, santa pazienza! Ma possibile che non si arrivi a capire che in un luogo che bisogna “amplificare” la propria voce, l’impianto acustico è fondamentale? L’impianto acustico, don Bisi, per tutti don Luigi. Se non ci sono soldi nella cassa parrocchiale, chiedili alla gente che te li danno pochi centesimi ciascuno per rinnovare il benedetto e indispensabile impianto acustico. Io ce la stavo mettendo tutta per seguire le parole sicuramente illuminate del presule in (finalmente) prepensionamento, ma veramente,la pazienza ha avuto un limite.

Mi sono alzato. Mi sono messo in fondo, appoggiato anche alle pareti in marmo il cui fresco era una meraviglia. Orientando meglio le orecchie, ho tentato e mi son sforzato di cogliere qualche parola, qualche concetto che mi aiutasse, che mi’illuminasse, che mi chiarisse, che m’incoraggiasse, che mi correggesse, che mi formasse…Niente, niente di niente dell’accorato et autorevole predicozzo di presule Paolo. Ecco quindi il motivo della mia passeggiata. Facendo finta di nulla (ma non fischiettandomela),apro pian pianinissimo  la porticina laterale e me me vo libero, alla ricerca della Osilo silenziosa, fresca e centrostoricata.

Due punti finali

Finito il giretto e in attesa che i compagni di viaggio passassero a riprendermi, mi son fermato nella strada principale del paesello di montagna, vicino ad una fontanella- pensate un po – funzionante, e le cui acque mi hanno rigenerato.

Ed ecco i due punti…..neri:

  1. Per diverse decine di minuti, quell’autobus è rimasto lì fermo col motore acceso, e non sicuramente per poter ripartire col motore “caldo”, dal momento che nell’aria i trenta gradi erano abbondantemente superati. Oltre che rompere l’incantesimo del silenzio pomeridiano, ha inquinato l’aria e sicuramente sprecato carburante pagato da tutti. E questo senza nessunissima necessità.

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2. In quell’incrocio c’è uno spazietto verde che non sarebbe malaccio, salvo la mancanza di qualsiasi punto dove riposare le membra e       rilassarsi sdraiato in una panchina. L’unico punto dove ho potuto appoggiare il mio stanco  deretano è stato quest’angolo leggermente       arrugginito che vedete in primo piano. Praticamente, comodità zero. Ma, benedetti amministratori: costa poi così tanto metterci una o due panchine, anche comprate di secondo mano, oppur anche un pietrone dove sedersi qualche minuto, o se qualcuno preferisce,               trascorrervi  tutto il santissimo giorno osilese?

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In compenso la leccorniosa, succulenta ma lunghissima (quasi estenuante) cenetta nel ristorante che sorge come una cattedrale nel deserto nei pressi della famosa chiesa di Saccargia, ha attenuato il ricordo di questi ultimi due punti. Il tutto condito dalla piacevole conversazione con tzia Tonina, moglie dell’indimenticato e gran signore tziu Pietrinu Migheli, da qualche anno riposandosela nel misterioso aldilà dopo una lunga vita di duro lavoro.

Scusate la “t” di tzia, ma qualcuno mi ha detto che si mette per indicare “signora” in sardo  e per distinguerla dalla zia come zia. Non condivido ma mi adatto.

Auguri per la tua vita, cara Giada

 

Molti colori e qualche righetta su ierseraultima modifica: 2017-06-26T06:01:24+02:00da piero-murineddu
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