“Sa figa pius bella a su duttore”

pagu-mandigu-722x1024 - Copia

 

“Sa figa pius bella a su duttore”

di Piero Murineddu

Sempre interessante leggere i ricordi che molti sennoresi hanno affidato a Paola Rosalinda (Paolinda) Marongiu per pubblicarli nel volume da lei curato “RACCONTANDO SENNORI”. Interessante e istruttivo, come in questo caso, dove Giovanni Vittorio Sale descrive il duro lavoro, e di conseguenza, la dura vita dello zappatore. E infatti la vita media non arrivava ai sessant’anni. Istruttiva la parte in cui vengono elencate le piante spontanee che ancora oggi non sarebbe male conoscere e farne uso, anche se non siamo più “morti di fame” come lo si era una volta (anzi, rischiamo di morire realmente per tutte le porcherie che siamo costretti a mangiare), ma ancora di più istruttivo, irritante e temo ancora attuale il fatterello narrato dei fichi d’India, le cui piante si possono trovare anche ai nostri giorni fuori dagli appezzamenti di terreno recintati, quindi a disposizione di chi vuole cibarsene (in realtà pià per golosità che per necessità). Immagino la povera gente di quegli anni che spesso, per ingraziarsi i favori di chi contava, si privava di cose che magari per lui e la sua famiglia erano necessari. Nel caso specifico dei medici era forse doveroso, in quanto non percepivano stipendi regolari come oggi e la loro funzione era indispensabile, considerando anche che non vi erano a disposizione i farmaci che abbiamo oggi e spesso la loro capacità e l’esperienza permettevano veramente di allungare la vita dei malcapitati. Nella maggior parte dei casi, però, era l’atteggiamento normale che il “popolino”, spesso ignorante e privo di strumenti culturali che permetteva autostima e consapevolezza dei propri diritti (quando c’erano!), teneva nei confronti dei notabili locali. Non erano sempre segno di riconoscenza per favori ricevuti, ma potevano esserlo per eventuali bisogni futuri.

Come non ammettere che tale mentalità ancora oggi esiste, specialmente in tempi di crisi e di mancanza di lavoro? Il poter lavorare è l’unica condizione che permette di condurre una vita degna di essere chiamata tale, a meno che non si viva di rendita per lasciti ricevuti oppure ci si dedica a illeciti guadagni, e i modi purtroppo sono innumerevoli. Non ho voglia di sviluppare il tema. Mi porterebbe a tirarla per le lunghe, oltre che togliermi l’insolito buon umore che mi ritrovo oggi.

Certo che quando oggi vedi i fichi d’India in vendita, per lo più provenienti da altre parti e con prezzi che bassissimi non sono, ti viene proprio voglia di metterti in macchina secchio e coltello e andare a rifornirsi gratuitamente nelle tante stradette di campagna che circondano il paese. Facendo attenzione a quelle stamaledette spine che s’introfolano da tutte le parti, naturalmente………

“Sa figa pius bella a su duttore”ultima modifica: 2017-05-18T10:24:00+02:00da piero-murineddu
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog.
I campi obbligatori sono contrassegnati *