Nicola Tanda visto dal suo e mio concittadino Leo Spanu

Due parole d’ introduzione

 di Piero Murineddu
Come tra poco andiamo a leggere, oltre che ricordare la figura del Prof sussincu venuto a mancare lo scorso 4 giugno, alla fine del suo doppio articolo, Leo si rammarica di non aver potuto partecipare alle esequie dell’esimio studioso e letterato nostro concittadino. Non perchè altri impegni glielo hanno impedito, ma semplicemente perchè non ne era a conoscenza. È quanto è successo a me.
Dopo aver appreso la notizia della sua morte, non passava giorno che non cercassi di conoscere la data del suo funerale, per il forte desiderio di parteciparvi.
Qualche giorno fa, anche Tonino Rubattu, suo amico ed eccelso studioso sennorese, ha cercato di contattarmi per sapere da me la data fissata per le onoranze funebri. Sentitolo questa mattina, mi ha detto che è riuscito a saperlo ed ha partecipato.
La notizia non appariva da nessuna parte. Ora, dietro indicazione dell’articolo di Leo, sono andato a sbirciare il sito istituzionale del Comune di Sorso, dove appare la notizia, datata 14 giugno, cioè un giorno prima, della proclamazione del lutto cittadino per l’indomani, mercoledì 15, nelle ore pomeridiane coincidenti col funerale, con l’invito   “a tutti i cittadini e le Organizzazioni sociali, culturali, sindacali e produttive della Città ad esprimere, in forme decise autonomamente, il dolore dei sorsensi e l’abbraccio dell’intera Città per i familiari…..”  (dall’Ordinanza Sindacale n* 13 del 14-06.2016).
Non ho elementi sufficienti per giudicare questa poco adeguata mancanza di comunicazione, per cui mi limito, come fa Leo in conclusione, a scusarmi col vecchio Nicola  per non esser stato presente al suo ultimo viaggio.
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NICOLA TANDA

 di Leo Spanu
Ho conosciuto il “professore” come lo chiamavo amichevolmente, nei primi anni 80. A parte la comune origine sorsense, ci legava la militanza politica nel partito socialista. Non ha avuto molta fortuna politica Nicola Tanda forse perché il suo rigore intellettuale non poteva piegarsi alle meschinerie della politica. Abbiamo scambiato qualche ricordo su quegli anni così ricchi di speranze per noi socialisti per concludere che tutto era andato nel senso sbagliato non solo per colpe nostre.
La grande e centenaria avventura del socialismo utopistico ( perché questo era il sogno) svanì con tangentopoli. Spero che i nostri figli e nipoti non ci giudichino con troppa severità. E’ vero che l’etica politica era diventata carta straccia ma le persone no. C’era molta gente perbene che voleva una società più giusta e più solidale. Per questo ideale mai realizzato Nicola ed io siamo rimasti sempre socialisti.
Per qualche anno, ci siamo persi di vista poi, un giorno, dopo alcuni tentativi falliti di pubblicare il mio primo romanzo con diverse case editrici, decisi di scrivergli una lettera. Lui non era a conoscenza della mia passione per la scrittura e della mia ambizione di diventare uno scrittore vero. La fama del professor Tanda era un elemento di grande preoccupazione per me. Sapevo della sua severità e della sua onestà nei giudizi. Nicola apprezzò subito la mia lettera di autopresentazione e poi il il mio romanzo e lo pubblicò nella collana “ I quaderni della memoria” della EDES di Sassari. Anche il suo lavoro di revisione del mio testo fu limitato: cambiò solo il titolo del romanzo.
Fu per me uno dei momenti più importanti della mia vita, il sogno di una vita che diventava realtà. Sarò sempre grato a quest’uomo talvolta ruvido e spesso severo ma così ricco d’umanità e di ironia come capita ai sorsensi di talento.
Mi spiace che i nostri compaesani non abbiano saputo apprezzarlo come meritava. Con me si lamentava di questa indifferenza nei suoi riguardi perchè aveva tante idee e iniziative da suggerire. Una mattina, verso la fine dell’estate scorsa lo avevo accompagnato nella sua campagna al confine tra Sorso e Sennori per raccogliere qualche cestino di uva e l’avevo sentito molto amareggiato. Invano gli avevo raccomandato di prenderla con più filosofia ma lui si sentiva come tradito.
Un’amica comune mi ha telefonato per comunicarmi la sua morte mentre mi trovavo fuori della Sardegna. Da qualche mese non ci sentivamo anche se il professore stava esaminando un mio nuovo romanzo da pubblicare. I suoi problemi di vista si erano aggravati e i tempi di lavoro si erano allungati a dismisura.
Chissà perché non avevo messo in conto che il professore potesse morire; certo non era giovanissimo ma era una di quelle persone che, avendo tanto da fare, non ti aspetti che un giorno possano fermarsi.
Così non volevo credere a quella telefonata. Stenico è un bel paese del Trentino, un castello ricco di memorie e di storia che avevo appena visitato. Mi sono appoggiato ad un muretto e ho detto a mia moglie: “E’ morto il professore.” E non ho più avuto voglia di parlare.
La città di Ozieri ha proclamato una giornata di lutto cittadino per la scomparsa di Nicola Tanda, suo cittadino onorario. Sorso, sua città di nascita, no. Niente lutto cittadino per la scomparsa di uno dei suoi figli migliori. Un breve necrologio sul sito del comune e tanto basta.
***
Termina qui il ricordo che Leo fa del Prof sussincu, pubblicato nel suo blog, com’è solito fare, in piena notte.
Oggi sulle pagine de La Nuova appare la notizia che ieri pomeriggio, mercoledì, si son svolti  i funerali nella  parrocchia madre di Sorso,   San Pantaleo, con tanto di proclamazione del lutto cittadino.
Doverosamente, come leggete di seguito, dallo stesso Spanu viene fatta la rettifica, riferita sopratutto all’inesattezza con la quale concludeva il suo articolo, ma non solo. Ecco  quanto scrive. 
***
 ERRATA CORRIGE
di Leo Spanu
Nell’articolo pubblicato stamattina sul mio blog ho fatto un “grave “ errore. Ho scritto che l’amministrazione comunale non aveva sentito la necessità di riconoscere al professor Nicola Tanda, recentemente scomparso, gli onori che meritava. Invece leggo nella Nuova Sardegna che ieri si sono svolti a Sorso i funerali del professore con tanto di proclamazione del lutto cittadino. Non ne sapevo niente e come me molte altre persone. Non cerco scuse perché ho il vizio di assumermi la responsabilità di quello che dico e di quello che faccio. Ho sbagliato.
L’amministrazione comunale di Sorso ormai comunica solo tramite il sito internet che, per quello che mi risulta, non è molto seguito. Non per disprezzo verso questo mezzo di comunicazione ma per il semplice fatto che molti non sono in grado di utilizzarlo. Anziani e meno anziani hanno qualche problema con la rete e con la tastiera. Ma questo è poco importante: l’ignoranza non è ammessa. Fortuna che mia nonna è già morta perché essendo analfabeta oggi sarebbe stata condannata al pubblico ludibrio. Un avviso su giornale locale no, costa troppo. Un manifesto in piazza? Quando mai dobbiamo essere così retrogradi. Oggi si vive solo online e chi non si adegua peggio per lui.
L’amministrazione comunale di Sorso è diventata famosa per la sua parsimonia. Non spendono un centesimo neanche a piangere in cinese. Se c’è una buca ( rara in verità nel nostro paese) da tappare mandano un omino con un sacchetto di plastica pieno di bitume e una paletta.
Anche gli auguri di Natale vengono inviati via e-mail. La carta costa.
Il comune di Sorso si avvia a diventare il comune più virtuale d’Italia . Le poche volte che mi capita di passare per la piazza centrale ( intitolata al sindaco Bonfigli), a vedere tanto deserto mi viene il dubbio che anche la nostra vita stia diventando virtuale in questo paese. Forse un giorno cesseremo di esistere nella realtà.
Sorso è un paese che sta morendo ma il sindaco probabilmente non se ne accorto. Chiuso nella sua torre d’avorio, comunica coi cittadini solo attraverso la rete. Ma è colpa mia, solo colpa mia e mi scuso col mio amico e maestro Nicola Tanda se non ho potuto essere presente per il suo ultimo viaggio.
Nicola Tanda visto dal suo e mio concittadino Leo Spanuultima modifica: 2016-06-16T19:13:44+02:00da piero-murineddu
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