VAITUTTESANTEGHERAGHISGINA…VAI ! No digu no…fòramari !!!

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di Piero Murineddu
“Bah – si chiederà qualcuno – e gosa è suzzessu a Piero pa iscissinni gun un tituru gussì esageraddu?”
Allora,iniziamo da stamattina presto, dopo aver dormito quelle solite poche ore che proprio efficientissimo durante il giorno non ti permettono di essere. Ma così è e si tira avanti.
Ingurgitate a fatica quelle tre pasticche di cloruro di magnesio per darmi un po’ di gas (nel senso di energia fisica intendo,non ….intestinale), come ogni tanto mi capita, mi reco a Porthudorra per partecipare alla Messa celebrata dal giovanissimo vecchio don Tonino Sanna, il musicista ultra ottantenne che pur essendo un po’ lunghetto nell’omelia, lo si ascolta molto volentieri per la grande saggezza e per come richiama quella fede semplice e libera dai tanti dogmatismi con la quale viene spesso appesantita dalla maggior parte dei preti nelle loro predicazioni domenicali, e forse ancor più, dai frati, custodi dei santuari mariani sparsi qua e là.
Ma comunque…..
Al termine, fatta la mia colazioncina al solito bar del porto, sulla strada del ritorno mi reco alla casa di riposo (forse troppo…riposo) per anziani lì a Platamona, dove prelevo un terzetto di miei amici  per andare insieme alla ricerca di un caffè da consumare all’aria aperta. Arrivati nei pressi della Rotonda, momentaneamente chiusa per il maledetto ( e malfatto!) muro che l’anno scorso era crollato addosso a dei ragazzotti che beatamente si godevano il fresco, scopriamo con disappunto che il bar gelateria è chiuso. Chiedendo ad un senegalese, veniamo a sapere che proprio oggi veniva inaugurato il nuovo lido, che finalmente qualche privato ha deciso di rimettere a nuovo dopo gli ultimi anni di abbandono ed estremo degrado.
Sentendo in bocca già l’acquolina in bocca del caffettino, io, Matteo,92 anni, Salvatore,78 anni, e Albino,92 anni e in carrozzina, spinto dal giovanotto Salvatore più che altro per reggersi, avendo difficoltà di deambulazione, ci avviamo allegramente, mooolto lentamente, alla volta del nuovo chiosco. Entrati nel lido, vediamo che c’è una discesa, senz’altro pedonabilissima  per i normodotati ma un pochetto difficoltosa per portarvi un uomo che ha parecchi chili addosso e ancor più perchè costretto in carrozzina. Finalmente riusciamo ad arrivare al baretto.
Invece del solito caffettino, i miei tre baldi amici decidono di farsi una birrettina. Inizialmente rimango un po spiazzato, anche perchè è mattina e poi non so se possono bere alcolici.Comunque, le tre birre per loro e il caffè per me finalmente li abbiamo nel tavolino davanti a noi, freschefresche e caldocaldo. Mentre tranquillamente sorseggiamo le nostre bevande, il 92enne Matteo, oltre che elencarmi i grandi benefici prodotti dal ventennio fascista, a cui cerco di ribattere ma rinunciandoci subito per non rischiare di rovinarci il momento di relax, mi dice anche che in gioventù era un provetto costruttore di muretti a secco. Al che Salvatore, da sempre servo pastore e in seguito pastore col suo gregge, dice che lui i muretti a secco li buttava giu per far transitare le sue bestie che portava al pascolo, e nonostante ciò, fucilate alla schiena dai proprietari dei terreni non ne ha mai ricevuto. Albino, anche lui nostalgico di Mussolini, si estranea senza problemi dalla conversazione, completamente intento a gustarsi la sua fresca birretta.
Al momento di pagare, Matteo insiste per farlo lui, ma avendoli invitati io……. Recatomi al bancone chiedo il conto: 16 euro e cinquanta. Parecchio sorpreso a pensando che vi era compreso il servizio a tavolino, con apparente nonchalance saldo il conticino e ritorno dai miei amici. Dopo un po, il Matteo navantaduenne vuole fare il bis, al che mi vedo costretto a far saper loro che i prezzi sono altini e che rimedierà una prossima volta, naturalmente in un altro bar. Ma lui niente: la sua birrettina fresca se la vuole per forza portar via. Pian pianino, appoggiandosi al suo bastone si alza e va alla conquista della “bionda”, pensando bene di chiedere prima il prezzo. Cinque euro. Parecchio contrariato, ci rinuncia e torna indietro. Constatiamo quindi che nel conto non vi era incluso il servizio a tavolino. Il prezzo di un bicchiere di birrozza è proprio cinque euroni. E non è che ci sia scelta di marche più economiche. C’è quella e boh. Cin – que.
Ed ecco la motivazione del titolo: vaituttesantegheraghisginavai ! No digu no…fòramari. Ed è anche il giorno dell’inaugurazione, dove ho sentito dire da qualche parte che solitamente si usa fare un rinfreschino gratuitino. Altro che gratuito! Questi qui, gia dal primo giorno hanno fatto capire che la birra bisogna comprarla altrove o portarsela dietro in una borsa frigo. Fatte intra nos le dovute considerazioni e ripromettendoci di non metterci più piede, piano piano, abbiamo rifatto la salitina con non poca fatichina, e lentamente abbiamo fatto rientro, accompagnato ancora dagli elogi del fascismo ripresi dal caro novantaduenne Matteo, ghissu di ri muri a seccu.
VAITUTTESANTEGHERAGHISGINA…VAI ! No digu no…fòramari !!!ultima modifica: 2016-06-12T17:33:39+02:00da piero-murineddu
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