di Piero Murineddu
Giancarlo Pinna.Sicuramente un personaggio poliedrico e pieno di risorse questo giovanotto quasi settantenne, algherese di nascita e portotorrese di adozione. Non c’è ambito della vita sociale, politica e culturale della città portuale che non attragga il suo interesse,e il più delle volte il suo apporto è propositivo e costruttivo. Tra le tante attività, attraverso il personaggio del Balai Lama, ha animato un ciclo di meditazioni di stampo spirituale, sull’amore, la giustizia e la pace. Prima che una patologia lo costringesse a servirsi di una carrozzina per invalidi, lo si poteva vedere in giro spesso di bianco vestito e con un copricapo tipico sardo, che inevitabilmente attirava l’attenzione specialmente di chi non conosce la positiva e stimolante stravaganza del particolare personaggio. Amante della musica, non ha fatto mai mancare la sua vis polemica in tanti convegni sulla lingua, l’archeologia e l’uso e valorizzazione dei beni culturali di cui Porto Torres è ricca. Non ha mancato neanche di prestarsi a rievocare fatti e personaggi storici. Ha avuto un ruolo importante nella trasformazione dell’Asinara da carcere a Parco Naturale, e non manca di far sentire la sua voce ogni qualvolta si sente nell’aria l’intenzione di tornare indietro. Per la sua ricca padronanza della parola, è stato e tuttora è portavoce di alcuni organismi culturali.
Per chi fosse interessato, Giancarlo ha un suo sito internet
http://giancarlopinna.altervista.org/html/home.htm
Negli ultimi tempi, nella pagina delle lettere de La Nuova Sardegna, spesso si leggono i suoi interventi, sempre puntuali e con cognizione di causa.
Quella che segue è dei giorni scorsi.
Uomo di pace Giancarlo, col suo chiaro invito ad accogliere come graditi ospiti il gruppo di eritrei profughi che a Porto Torres hanno trovato alloggio, provvisorio o meno che sia. Generalmente, il tipo di accoglienza che lui suggerisce si riserva ai turisti in arrivo con le grosse navi nei mesi estivi, con l’intento mica tanto nascosto di arruffianarseli e magari portarli a decidere di fermarsi a Porto Torres per spendere i loro soldini. Per carità, azione lecita e sopratutto comprensibile, vista la continua crisi economica che patisce questa ex città industriale, che oggi, a distanza dalla dismissione degli impianti petrolchimici, più che benefici, ha lasciato danni al territorio e alla salute dei cittadini. Giancarlo stimola i suoi concittadini e le istituzioni affinchè questa volta manifestino la loro tradizionale ospitalità non per averne indietro un tornaconto, almeno immediato, ma per comunicare a questa gente costretta ad allontanarsi dalle loro terre insanguinate e a continuo rischio, che la loro vita ha valore e che son portatori di valori che noi è ormai da molto che abbiamo messo da parte, presumendo di aver raggiunto un alto livello di civiltà e un benessere economico, spesso a discapito proprio di queste popolazioni che oggi approdano nei nostri porti nei modi drammatici che sappiamo.