Quel tratto di Platamona usurpato dai “tattaresi impicca babbu” e quei “salsicciottoni” anti erosione rimasti in frigo

 

platamona

di Piero Murineddu

Era ora di restituire verità alla storia di Platamona. Ci pensa il Roggio architetto sussincu dalle pagine odierne della Nuova a ricordarcelo e ad informarne i molti che ancora non lo sapevano: la nascita del Lido Iride è stata voluta dal Consiglio comunale sassarese, e questo pur non avendone la competenza territoriale. Delibera n.32 del 9 giugno 1954. Lu sindaggu di Sassari (Pieron dei) Pieroni, sicuramente in buone relazioni col commendator Sebastiano Pani, accolse la sua richiesta di costruire il benedettomaledetto edificio centrale, cabine, piscina ed altro ancora, oltre naturalmente l’uso di una bella fetta di arenile. Lido Iride. Grazie Sandro. Vediamo.Punto e a capo

Ci raccontano i nostri zii e genitori che il posto divenne l’attrattiva estiva principale di tutto il circondario. Le notti dei fine settimana e non solo venivano animate da personaggi nazionali e perfino internazionali della musica e dello spettacolo. Durante il giorno ci si poteva abbronzare ai bordi della piscina e cambiare il costumino nella cabina affittata. Certo, non tutti se lo potevano permettere, ma molte famiglie proletarie, ogni tanto facevano uno sforzo risparmiando qualcosetta nei già non abbondanti pasti quotidiani, e via, a carriggamuntoni nelle automobiline e qualcuno persino in “tassì” per avere l’illusione di frequentare anche loro il “bel mondo”.

Ad un certo punto, non si sa come e perchè, la cosa iniziò a prendere una triste piega, fino a quando le belle strutture non iniziarono a decadere e a prendere le tetri sembianze arrivate sino ai nostri giorni. Quindi, non è affatto vero, come si continua a cantare nelle ziminate,  che ”lu sindaggu di Sossu s’ha vinduddu a Platamona pa’ farà li sassaresi (le sassaresi, preferibilmente giovinette) e tuccalli la bizzona” (per gli italiani: il sindaco di Sorso si è venduto Platamona per far scendere le giovini sassarese e toccar loro quella cosa lì). Nessuna vendita e quindi nessun introito nelle casse sempre desolatamente vuote sussinche. Di Platamona, e particolarmente del tratto dove vi fu edificato il Lidone, i sassaresi se n’erano impossessati con prepotente imperio. Negli ultimi decenni, a li sussinchi è rimasto l’onere di dover trovare una soluzione a questa rogna. Si, qualche piccolo introito da quei parcheggi sparchimetrati come NON diceva il bando di concorso, ma nulla più. E vuoi per il vincolo della Sovrintendenza, e vuoi per l’indecisione se buttare giù tutto o ristrutturare (per salvaguardare la nostra “storia”, si diceva), e vuoi anche l’annuncio (elettoralistico) che i soldi per rifarlo più grande e più bello che pria sarebbero arrivati sicuramente, domaniforsemadopodomanisicuramente, e vuoi non so quale altra oscura motivazione, fatto sta’ che a tutt’oggi, ogni volta che ci capita di passarci davanti, constatiamo l’infinità incapacità et inbecillità di certo genere umano.

I sassaresi, i furbastri espropriatori, stanno lì a lamentarsi e a continuare a dire che li sussinchi sono stati, sono e saranno sempre  macchi. Irrimediabilmente macchi, e questo anche se non bevono più l’acqua de La Billellera in quanto, anche volendolo, il più delle volte si ritrovano i cancelli ben chiusi da grossi lucchettoni.

Adesso, dopo la tragedia sfiorata, li sindagghi finalmente si son decisi ad unire le loro forze….forse. D’altronde, lu sindaggu di Sassari capisce che i limitati finanziamenti di un paesotto di meno di quindicimila abitanti non possono dare risposte adeguate ad una costa di parecchi chilometri, e capisce anche che di quella lunga costa non ne usufruiscono solo li sussinchi macchi, ma anche sinnaresi, osilesi, sanlorenzini, porthudorresi, lipuntini, ottavini, sangiorgini, sassaresi, tattaresi, abitanti di Sassari, e a volte anche di Samaxi, di Nughedu San Nicolò, di San Pantaleo (n0, non il Pantaleone patrono di Sossu, ma San Pantaleo paesino vicino ad Olbia). Dai, un po’ di buon senso, perdinci.

Il Roggio architetto Sandro auspica la nascita e il retto funzionamento di un Consorzio intercomunale. Non è il solo. Magari, se riusciranno ad accordarsi, mettendo insieme le forze economiche ed intellettive sopratutto, potranno occuparsi non solo di Platamona, ma di tutto l’intero litorale. Così facendo, forse non si rischierà più di affidare uno studio contro l’erosione ad un professionista con le palle, e non prendere in considerazione i suoi suggerimenti ben retribuiti coi nostri soldini. Così è capitato a Sossu, dove il muraglione della Marina rischia di cader giù come è avvenuto a Platamona. E l’aveva detto che quei grossi massi sarebbero stati non solo inutili ma addirittura dannosi. Nuddha! L’aveva detto che ci volevano i “salsicciottoni” di sabbia, ma i salsicciottoni son rimasti nei frigo delle macellerie, invece di tranquillizzare e rallegrare le fresche serate delle giovani coppie con prole e di mezza età che se la passeggiano lì alla Marina, tra un’arrostita e l’altra. Ah, le salsicce estive, e sopratutto i salsicciottoni….invernali!

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Quel tratto di Platamona usurpato dai “tattaresi impicca babbu” e quei “salsicciottoni” anti erosione rimasti in frigoultima modifica: 2015-07-28T10:15:01+02:00da piero-murineddu
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