Sorso – La “Bandiera Blu 2015” dello scorso 6 luglio: còri meu garu garu*……..

bandiera     Colore dell’acqua del 6 luglio 2015, dalla “Riviera” al IV Pettine

 

 

di Piero Murineddu

Anche oggi leggo che una porzione della nostra lunga spiaggia è interdetta alla balneazione per la presenza di quei maledetti enterococchi intestinali ed escherichia coli. Residui di merda, insomma, prevalentemente umana.  Ah, che bei tempi quando i nostri nonni si tuffavano nelle rinfrescanti e pulite acque. Lo so, oggi inquinamento industriale, fogne che scaricano in mare…Ma che, oltre queste nefaste conseguenze della vita moderna, in quei tempo là si cagava di meno? Mah…..

Proprio non si può dire che Piero sia un grande amante del mare. Piero io, intendo.  O meglio, lo stare lì ore e ore sotto il sole a prendermi la tintarella non fa proprio  per me.  Però, ogni tanto, Madonna Santissima,  la benedetta consorte bisogna pur accontentarla. Ed allora via. Lunedì sera, il 6 mi sembra, indossati i bermuda alla Fantozzi e oleatemi i bicipidi e i tricipidi deciso mi sono. L’intenzione era di fermarci alla Marina, ma la ricerca di un parcheggio libero ci ha condotti fino alla cosiddetta “Riviera di Sorso”, svoltando a destra nell’incrocio con la Buddi Buddi.

Nonostante  le diciannove (7) erano già trascorse, la gente indugiava a rimanere in spiaggia, per cui, oltrepassato il camminamento in legno che chissà quant’è che non sente l’inebriante odore dell’impregnante, percorriamo col solito armamentario un bel tratto di spiaggia, zigzagando tra gli spiaggianti prima di piazzare l’ombrellone. Pur non essendo partito con l’intenzione di farlo il tufettino, la particolare calura della giornata ti costringeva quasi, anche se le nostre spiagge sono frequentabili più che altro   per praticare …l’elioterapia (!)

Appena faccio per avvicinarmi alla battigia, però, la voglia mi passa improvvisamente. Il colore dell’acqua, non solo non richiama lontanamente  quel blu di cui va blaterando la famosa ed incredibile “bandiera” assegnata da qualcuno che era evidentemente in cerca di far scherzi, ma è di uno strano e ripugnante colore, un giallognolo  tra il piscio puzzolentemente stantìo e lo schifo più schifoso. E’ possibile che quella vegetazione che prende il nome dal  dio del mare, dai locali chiamata semplicemente “paglia marina”, abbia la sua responsabilità. In quale misura non mi è dato saperlo.

Rassegnatoetincazzatello, non mi rimane che stravaccarmi nella sdraio comprata con pochi euro e iniziare la lettura di quei racconti estivi pubblicati l’altr’anno dal giovanotto, tra l’altro batterista jazz,  Flavio Soriga. Ricordi adolescenziali di furtive letture di giornalacci ultrazozzi, con enormi  e sempre turgidi (ma a ga!) peni instancabili  “prendiprendiprendi” e rispettive vagine insaziabili “ancora..ancora…ancora…” ( ancora!? Ma gosa boi!? E baaaastaaaaa!!).

Chiedo scusa, ma la licenziosità non è mia, ma è solo una minima parte prodotta dal Soriga scrittore di Uta. L’argomento inaspettato mi prende alla sprovvista, per cui appoggiati occhiali e volumetto “incandescente” sul petto, reclino la testa e socchiudo gli occhi.

La piacevole intenzione di pennichellare viene interrotta improvvisamente ma delicatamente  da mia moglie: “Piè, vai più in là che l’acqua è pulita”.

A fatica mi alzo dalla non tanto comoda sdraio (comprata con pochi euro) e, fiducioso nell’indicazione datami dalla cara consorte,  metto in moto i muscoletti delle gambette e mi avvìo fiducioso verso l’agognat’acqua cristallina.

 

Incontri da spiaggia “elioterapica”

“Scusi – chiedo ad un basso e tarchiato signorotto baffuto – a che punto inizia l’acqua pulita?”  “Acqua pulita? Io ho già fatto un bel tratto, ma è sempre così luridazozza. Una vergogna è!”

Dopo un’altra bellamicatanto scalza scarpinata, intravedo un gran culone femminile, oltre il quale sporge la sagoma di un maschietto (anche lui baffuto) che comprensibilmente non se ne sta’ con le mani in mano. Ma cosa ancora più attraente, poco più in là il mio sguardo viene colpito da quello che sembrerebbe un residuo bellico. Nel bel mezzo della spiaggia? Impossibile, mi dico. Avvicinatomi per mettere a fuoco la vista che scarseggia sempre più, vedo che è una vecchia bombola di gas, completamente ricoperta da uno spessissimo strato di ruggine.  Ohibò! Tiriamo innanzi, del resto la “Bandiera Blu” non è mica qui.

Purtroppo, man mano che procedo e le gambe diventano sempre più pesanti da trascinarmi dietro, il colorito dell’acqua non cambia. E non solo,ogni tanto affiorano pezzi colorati di plastica, buste e addirittura una mutanda maschile coi segni indelebili di una polluzione notturna. Ma comunque, mi consolo, la “Bandiera Blu” non è mica qui.

La forza di andare avanti me la dà la vista poco in là di un albero, ben piantato tra la spiaggia e la vegetazione, completamente fiorito di “ciòccura marina”. Centinaia e centinaia di conchiglie penzolanti dai rami. Evito di avvicinarmi, in quanto la sua ombra è occupata da una desnuda donzella straniera, e non vorrei che fraintendesse le intenzioni di un quasi sessantenne, per cui mi limito a guardare da lontano e …….non toccare.

Procedendo, m’incappo in un ambulante senegalese, più nero del Berlusca d’Arcore quando era arrabbiato coi magistrati comunisti, coi giornalisti che non erano nel suo libro paga, coi suoi fedelissimi  che lo hanno progressivamente abbandonato (meno male che qualche scagnozzetto gli è ancora rimasto a lustrargli le scarpe) e sopratutto arrabbiato con quel grosso  e bavoso  baubau del vicino che gli spaventa sempre il suo dolce e delicato Dudù. Scusate la citazione, ma torniamo al senegalese.”Scusa, da dove arrivi?” –  gli chiedo –  “Da Santa Teresa”. Alla faccia. “No, intendo adesso, in questa spiaggia. Hai notato se il mare più in là è così sporco?” . “Si, si…tutto sporco così…”. E va bè: la “Bandiera Blu” sarà più in là.

Dopo ulteriore scalza scarpinata (oia le gambe…), arrivo a quello che sembrerebbe la funtumadda (famosa)  spiaggetta per i cani, dove finalmente vedo un viso sorridente tra i tanti incontrati finora: quello di un simpatico bastardino che indugia nel venirmi dietro. “Pussa via…..“, gli dico, minacciandogli un calcione. Evidentemente percepisce il tono forse un pò  sgarbato, per cui assume un’espressione impaurita e scappa via a gambe levate.

Ed ecco che non molto distante intravedo sventolante l’ancor più funtumadda (famosa) Bandiera Blu. Scusate il maiuscolo, ma la cosa è veramente importante è. Ma poco prima di arrivare in loco, incrocio due baldi turistelli  arrivati da chissà dove che parlano tra loro in modo concitato, molto gesticolante e con espressioni poco turistiche. Proprio in quel momento mi squilla il telefonino. Dall’altro capo c’è il mio caro figliolo col suo solito “o ba…’ ” . Colgo l’occasione al balzo per chiedere a lui, che se non poliglotta sicuramente qualcosetta più di quell’ignorantone di suo padre riesce a capire, che caspita potrebbero voler dire quelle poche parole che gli riporto e specialmente le dure espressioni della faccia. “O ba‘ ” – mi risponde prontamente – “stanno maledicendo il momento in cui hanno deciso di trascorrere le vacanze dalle perre di Sossu (a Sorso e dintorni), convinti dalla pubblicità ( probabilmente un tantino ingannatrice) legata alla molto funtumadda(famosa) Bandiera Blu 2015.”

Finalmente i miei piedi distrutti e attaccati alle gambe che paiono due pezzi di legno,si posano sulla spiaggia del IV Pettine, di Blu bandierata. Lo schifosissimo color verdognolo continua ad essere tale. Mi avvicino alla “Bandiera” per leggere il cartello che la giustifica. “Il bagnino è presente dalle ore alle ore – L’Associazione dà questo prestigioso riconoscimento alle spiagge che……. – Si consiglia di recarsi in spiaggia con mezzi ecologici, tipo la bici……, e via fantasticando. All’interno di una piccola struttura, mi sembra in legno, vi sono tre wc. Apertone uno, faccio l’incredibile scoperta che c’è addirittura la carta igienica. Bene bene. Per arrivare al baretto, il vecchio asfalto è ricoperto dalla sabbia, ma non si può pretendere tutto. Piuttosto quel nero catrame di cui è ricoperta una parete esterna dello stesso non è poi così “balneare e vacanziero”, ma anche qui non si può pretendere tutto. Gli ormai pochi bagnanti in procinto di levare le tende sono belli abbronzati, cosa che mi fa ricordare – è bene ribadirlo – che le nostre spiagge, come indicano i numerosi cartelli disseminati ovunque, sono ottime per la terapia del sole. Eh si..

Presa la strada del ritorno, incontro qualcuno che si ostina a lanciare la sua lenza, che non ci sarebbe molto di strano se il suo amo portasse su qualche  mutandone,  preziosa invenzione per la vecchiaia, appesantito dagli stagionati residui fecali che neanche il mare è riuscito a staccare.

All’altezza della Beach Dog (senza costumino, beati loro) vedo in lontananza il bastardino dal colore di cane che fugge,  caìcaìando disperatamente ( e dai… non fare così, che non volevo morderti mica….).

Arrivo all’altezza dell’albero di conchiglie fiorito, arricchito dalla presenza di un’altra giovine turistella desnudata. Questa volta mi faccio coraggio e mi avvicino per toccarle ….le conchiglie. Si, è proprio “cioccura marina”.  A centinaia e penzoloni. Un’opera d’arte. L’estere fanciulle non mi degnano di uno sguardo, giustamente. Altrettanto non faccio io con loro.

All’altezza di uno striscione retto da due pali indicante la presenza di un ristorante, mi avvicino per capire cos’è quella baracchetta lì. Caspita, tre docce, di cui una funzionante. Benino benino.

Salto altri particolari (oh quanti…) e faccio ritorno all’impoltronata moglie, intenta nelle solite e lunghe telefonate. Sudato fradicio, vorrei farlo veramente il famoso tuffettino, ma ancor il verdognolo e disgustoso colorito dell’acqua mi fa desistere.

 

In conclusione mi chiedo:

1. Sono venuto nell’unico giorno  in cui il mare non era cristallino, come solitamente lo è? Possibile

2.Sarà quell’invidiosone del sindaco di Sennori che, non avendo il suo territorio uno sbocco al mare, ha organizzato delle sofisticate correnti che fanno concentrare la sporcizia di tutto il Golfo proprio dove la competenza ricade sul Sindaggu di Sossu? Possibile. E poi, con tutti quei finanziamenti regionali che riesce ad ottenere, è ancora più possibile che abbia potuto farlo, il “maledetto” gelosone&invidiosone Robertino!

3. Sarà anche che il giorno io avevo li birighitti particolarmente girati, stufo di continuare a dover percorrere la salitina che mi porta a casa dopo il lavoro sul rovente asfalto, perchè il marciapiede è ancora invaso dalle straboccanti magnolie che il proprietario del Mostro Edilizio Commerciale di via Europa non si decide a potare, “protetto” dalla silenziosa indifferenza dei nostri cari amministratori sussinchi? Non possibile. Quel giorno infatti avevo un’insolito buon umore, che raramente mi capita, costretto a vedere e subìre tutte le colpevoli zozzure che ci combinano i nostri “cari leaders”, vicini o lontani che essi siano.

 

 note

* “Cori meu garu garu” – rafforzativo di “cori meu garu”, letteralmente “cuore mio caro”. Tipica espressione della Sorso che fu, e in parte, che è ancora. Usata in modo dispregiativo dai vicini sassaresi o sennoresi per rimarcare il luogo di provenienza dell’interlocutore occasionale.  Il suo significato varia dal tono con cui si pronuncia. Può esprimere paura, perplessità, stupore, meraviglia….. Perchè l’ho usata nel titolo? Fate voi ….fate

Sorso – La “Bandiera Blu 2015” dello scorso 6 luglio: còri meu garu garu*……..ultima modifica: 2015-07-09T18:20:50+02:00da piero-murineddu
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