Ferrante di Castelsardo ed il suo ritorno a Casa

 CASTELSARDO COPERTINA FERRANTE

“Il mio desiderio è morire in mare”

di Piero Murineddu

Era espansivo,gioviale,socievole e generoso. Con la sua famiglia si occupava del sostegno a distanza di diversi bambini in difficoltà nei Paesi africani e nel’Est Europeo. Amava i bambini e insegnava loro i segreti dell’apnea. Nonostante l’età non rinunciava alle immersioni”.(Donatella Sini)

E l’ultima immersione è quella che l’ha trattenuto per sempre. Non ho conosciuto questo sessantatreenne castellanese che da 40anni godeva di quei silenziosi e sicuramente stupendi paesaggi sottomarini in diverse parti del mondo, alla ricerca di quel durissimo “scheletro calcareo”, ricercato come materiale per la costruzione di gioielli, qual’è il rosso corallo.

La lettura delle notizie legate alla sua morte, in questi giorni me lo sta’ facendo apprezzare oltremodo, con un leggero rimpianto di non averlo potuto conoscere in vita, di non aver visto la sua atletica stazza e di non aver goduto dei suoi avventurosi racconti.

Stamattina mi son trovato con mio cognato Giorgio – il Fara sennorese ed artista, ed in quest’ultimi mesi sopratutto, nonno dell’incantevole Adele – e ricordando i grandi (mica tanto) festeggiamenti per il suo 63° compleanno, gli ho chiesto se avesse mai incontrato Piero Capula.

– “Ferrante? – mi risponde d’impeto – Sono più di quarant’anni che ci conoscevamo ed eravamo amici veramente”.

Per chi non conoscesse il mio cognato artista, sappia che è un simpaticone e allegrone, ma che a volte si fa prendere dall’entusiasmo e qualcosetta è portato ad esagerarla. Sentendolo però parlare, credo senza dubbio alcuno che questa volta dice le cose come realmente son state.

Nel ’73, mi sembra, ci siamo presentati entrambi all’OPT (Officine di Porto Torres) per un colloquio di lavoro. Eravamo freschi di diploma professionale, e a quei tempi per chi usciva da queste scuole, il lavoro era si può dire assicurato”. Piero, da tutti conosciuto “Ferrante” per la sua passione calcistica e in onore  dell’Ugo Ferrante della Fiorentina che giocava con una fascia in testa per fermare i capelli che teneva spesso lunghi (vedi nota in fondo alla pagina), era tornitore mentre Giorgio congegnatore meccanico. Erano freschissimi di diploma,si è detto, un anno o due appena, e le grandi imprese automobilistiche quali la Fiat, la Marelli, l’Alfa Romeo e compagnia sferragliante, facevano a gara per assicurarsi i migliori studenti nella loro produzione. La “Petrolchimica” faceva altrettanto, anche se il tramite di qualche “conoscenza” era utile anche allora.

Il colloquio in vista dell’assunzione avvenne nell’Ufficio Personale,presso la mensa dell’Eni. Entrati uno alla volta, ci trovammo davanti ad una commissione schierata a semicerchio, e ciascuno ti affibbiava una domanda per capire di quale pasta eri fatto. Il fumare o meno, aveva un’importanza rilevante”.

Veramente la sigaretta toglieva parecchi punti, col rischio di essere scartati in men che non si dica.Mi sembra sensato, il fumatore è alquanto spompato e conseguentemente …..poco produttivo. Comunque, il giorno dopo i candidati si presentarono per la visita medica nell’ambulatorio del lavoro, nell’incrocio di Viale Italia a Sassari. La conoscenza con Ferrante avvenne il giorno prima, in attesa del colloquio, e qui in attesa del medico che certificasse la loro sana e robusta costituzione, i due approfondirono la reciproca conoscenza. “Speriamo che ci prendano – ebbe a dire il castellanese – ma comunque, nel caso contrario non me ne faccio un dramma. A me piace il mare, e il mare può dar da vivere benissimo”. Dopo le prove pratiche, avvenute direttamente in officina, i due – manco a dirlo -vennero “arruolati e inquadrati”.

Da lì iniziarono a vedersi praticamente ogni giorno,sia perchè il pulman proveniente da Castelsardo prelevava – e continua a prelevare ancora oggi (anche se in misura molto, ma molto inferiore!) – i lavoratori, e immancabilmente il Giorgio e il Ferrante occupavano due posti vicini in fondo, e sia perchè alla sera, nella pausa mangereccia, i due nuovi amici si scambiavano il contenuto dei tegamini contenenti ben poca roba. La conversazione era sempre allegra e le battute abbondavano (anche per riprendersi dal continuo armeggiare con torni e via dicendo).

Al tempo, i giovinotti, probabilmente in cerca di – scusando il termine – “pelo” ( ahia…l’ho detto) che non fosse del paese proprio, usavano spostarsi con le prime Diane6 o 4cavalli, e naturalmente anche il Ferrante bazzicava “le vasche” di Sossu, ovvero lo stare avanti e indietro nella “passeggiata” della stazione. Era proprio qui che gli amici castellanesi e sussinchi facevano comunella.

Mio cognato la femmina (mia sorella) se l’aveva già cuccata, ma ugualmente ricambiava la visita dell’amico nel porto di Castelsardo, dove Ferrante era orgoglioso di far vedere come sapeva usare bene “lu rizzagliu”, la rete che, tenuta in un certo modo sulla spalla e data la giusta forza, dalla riva veniva lanciata e fatta roteare, calandosi sulle acque e creando una non male circonferenza.

Il lavoro negli impianti portotorresi a Ferrante non piaceva granchè, per cui, appena libero, si buttava a capofitto nella sua più grande passione, quella del mare, appunto. E nel mare ha trovato compimento la sua infaticabile vita. Dice qualcuno che è qui che l’umanità ha trovato origine, dal mare. Se così è, Ferrante non ha fatto altro che ….tornare a Casa.

Sentite condoglianze alla famiglia per la dolorosissima perdita.

giomaria pinna

Di seguito riporto due bellissimi ricordi di persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e probabilmente frequentarlo.

Ve li condivido con piacere.

FERRANTE SUB

TUO PADRE GIACE…..

Tuo padre giace a più di nove metri di profondità.
Le sue ossa sono diventate corallo;
I suoi occhi ora sono perle.
Non c’é in lui parte alcuna
che non si trasformi per opera del mare
In qualcosa di ricco e di meraviglioso
Le ninfe del mare di continuo suonano per lui:
Ding-dong. (William Shakespeare)

Con queste parole voglio ricordare quello che per me è sempre stato un eroe, una leggenda, un gigante buono. Ferrante mi ha sempre fatto sorridere con le sue battute, con le sue domande e con le sue affermazioni.Era una persona semplice, e anzi ancora lo sarà, perchè anche se ora non ci sei più ci penseremo noi a ricordarti. Ti prometto che da oggi mi immergerò portandomi giù anche la tua passione per quello che è il nostro mondo, il nostro grandissimo mondo che solo noi conosciamo bene. Ciao Piero, e non dimenticarti della promessa che mi hai fatto.. quando sarà il mio turno, mi dovrai insegnare ad usare le bombole.Grazie di tutto. (Giommaria Pinna)

FERRANTE

ECCOLI QUA I TUOI AMICI

Eccoli qua, i tuoi amici, quelli di più antica data ma anche quelli che ti hanno conosciuto solo da qualche anno. L’ultima volta che ci siamo trovati tutti insieme, in macchina, uno di loro, seduto nel sedile posteriore, disse:Amici, finalmente ancora tutti qui, insieme, pronti per una nuova avventura!” mentre stavamo andando a Cala Serraina, per cena. Tu, con modi umili e amabili ti sei girato e, pacato e riservato come sempre, ci hai rivelato il tuo discreto sorriso, buono e rassicurante sotto quei baffetti così curati. Tu che non amavi la ribalta, che non cercavi i riflettori nonostante il tuo lavoro ti portasse spesso agli onori della cronaca italiana per le tue imprese subacque e di pesca al corallo fatte con grande passione e rispetto per il mare. 
Tu, che preferivi la concretezza dell’agire alla vacuità delle parole di qualcuno di noi che tu con graffiante ironia definivi “Filosofo” . Qualcuno di noi si divertiva a imitare il tuo portamento davvero singolare: camminavi sempre silenzioso, in punta di piedi, strascicandoli un po’, quasi un americano danaroso, un po’ Yankee. Qualcuno di noi ti chiamava Pedro de Campos y Burgos, per i tuoi modi da gran signore, sempre raffinati e misurati. Davvero un Gran Signore, lì, nel cuore.
Eri sempre un po’ distratto, spesso silenzioso, asociale ti definivamo talvolta: tuttavia, forte dell’esempio di uno di noi sempre molto chiassoso ed estroverso, ti lasciavi andare a battute che erano davvero esilaranti e sempre più spesso ti divertivi a misurarti con questo lato umoristico del tuo carattere. Non potremo più dimenticarci del tuo sguardo, dolce e introspettivo, che riusciva in un attimo a cogliere i disagi dei tuoi interlocutori, e la tua silenziosa risposta fatta di sguardi pacati e riservati. 
E’ un momento in cui le parole faticano a venir fuori e lasciano spazio ad un silenzioso urlo di straziante dolore. Te ne sei andato il giorno del tu 63esimo compleanno: è crudele a volte il destino! Hai lasciato la tua adorata figlia Bianca appena diciottenne dicendole che avevi svolto il tuo dovere di padre e che poi te ne potevi anche andare: ma non è certo così che avresti voluto andartene… ma partendo con tua moglie Pietrina verso le spiagge calde e dorate dell’Africa! Ora loro gridano di rabbia, perché sanno che una dura prova della vita le attende e non sanno se ce la faranno. Una rabbia impotente verso quelle maledette leggi della pesca al corallo che ti hanno obbligato ad andare sempre più in profondità per pescare qualcosa! Certo ti consola il pensiero che sono circondate da amici sinceri su cui loro potranno per sempre fare affidamento. Ma non basta! Perché sai che dovranno fare parte della strada da sole. Come hai fatto tu, quando decidesti di percorrere da solo il Cammino di Santiago e come facevi sempre quando, solo, t’immergevi nella profondità del mare. Come ora, quel cammino che dalla profondità del mare ti ha condotto al tetto del mondo dal quale si vede tutto.
Quell’ultimo pezzetto di cammino che va fatto da soli. (Rita Bordot)

FERRANTE 2 L'UNIONE

 

nota

Ugo Ferrante, quindi  https://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Ferrante    e non Marco come erroneamente pensavo. Ci ha pensato cortesemente il fratello di Piero a correggermi, Antonio Giuseppe, che ringrazio. È la riprova che chi si sforza di portare avanti un blog non è affatto un tuttologo, ci mancherebbe, ma solamente uno che crede nel valore della comunicazione, anche attraverso questo nuovo modo. O almeno, io ci credo.

Ferrante di Castelsardo ed il suo ritorno a Casaultima modifica: 2015-07-01T18:31:54+02:00da piero-murineddu
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